L’ospedale di Tropea rischia di diventare un presidio vuoto, svuotato di reparti, personale e servizi essenziali. A denunciarlo, nero su bianco, è il Comune di Drapia che – attraverso una richiesta formale inviata al Comitato ristretto dei sindaci – chiede la convocazione urgente della Conferenza dei sindaci per definire un’azione unitaria di difesa e rilancio dell’ospedale della Costa degli Dei.

Al centro dell’appello, firmato dal sindaco Alessandro Porcelli, c’è la necessità di «interventi urgenti per il ripristino dei reparti e dei servizi essenziali», ormai ridotti ai minimi termini. Una situazione definita non più sostenibile per un territorio con una popolazione anziana e a forte vocazione turistica che, soprattutto nei mesi estivi, moltiplica esponenzialmente il proprio fabbisogno sanitario.

L’Amministrazione comunale ha quindi predisposto un documento, condiviso con gli altri enti, che raccoglie dati aggiornati sui reparti, sui servizi attivi e sulle principali carenze che condizionano il funzionamento dell’ospedale. Il documento include una proposta contenente interventi concreti «pensati per ridare continuità ai servizi essenziali e avviare un percorso di rilancio del presidio. L’obiettivo è favorire un’azione comune e responsabile da parte di tutti i Comuni del territorio, affinché si possa procedere verso un confronto ordinato e costruttivo con l’Asp di Vibo Valentia e con la Regione Calabria».

Ospedale in affanno: reparti chiusi e servizi al collasso

Secondo la ricognizione effettuata dall’Amministrazione di Drapia, la fotografia dell’ospedale di Tropea è preoccupante: 

  • Ortopedia, Chirurgia ed Endoscopia chiusi per pensionamento dei rispettivi medici responsabili;
  • Urologia: reparto dell’Ospedale di Vibo Valentia temporaneamente allocato presso il presidio di Tropea, attualmente in grave carenza di personale
  • Radiologia: carenza di personale, con turni medici coperti da personale dell’Ospedale di Vibo Valentia presente solo al mattino e telelettura nel pomeriggio;
  • Pronto soccorso: carenza di personale medico e infermieristico, turni coperti con l’ausilio del personale del 118 e dell’Ospedale di Vibo Valentia;
  • Medicina generale: reparto attivo, con erogazione anche di importanti servizi di reumatologia;
  • Oncologia medica: servizio di riferimento provinciale, carenza di personale medico e infermieristico e di adeguate poltrone medicali;
  • Anestesia: presenza di un solo medico fisso che deve coprire le esigenze sia dei reparti che del pronto soccorso, carenza di personale medico e infermieristico;
  • Nefrologia e dialisi: servizio sottodimensionato rispetto al bacino d’utenza provinciale; la situazione rischia di peggiorare con i prossimi pensionamenti che potrebbero determinare anche il fermo della struttura semplice di dialisi presente.

Per quanto riguarda gli ambulatori: 

  • Ortopedia: chiuso dal mese di agosto 2017;
  • Day surgery: chiuso dal mese di febbraio 2017, con conseguente incremento delle liste d’attesa presso l’Ospedale di Vibo Valentia;
  • Cardiologia: grave carenza di personale, con soli due sanitari che coprono anche i turni di Medicina generale; 
  • Otorinolaringoiatria: operativo solo dal martedì al venerdì; 
  • Pediatria: chiuso dal mese di giugno 2017 per pensionamento del medico responsabile;
  • Ginecologia: carenza di personale, con un solo sanitario e un’ostetrica.

Una situazione che – si legge nella delibera – «lede gravemente il diritto alla salute» e compromette non solo l’assistenza ai residenti, ma anche la tenuta del sistema sanitario provinciale, aggravando la mobilità passiva e intasando l’ospedale di Vibo Valentia.

Le richieste: dal tavolo tecnico all’inserimento nel Piano di riordino

La proposta del Comune di Drapia non si limita alla denuncia, ma mette sul tavolo un percorso preciso: innanzitutto si suggerisce l’istituzione di un tavolo tecnico permanente con Regione, Asp, Comuni, Ordine dei Medici, sindacati e associazioni civiche, con l’obiettivo di presentare entro 3 mesi un piano di rilancio dell’ospedale. Le altre proposte riguardano poi il ripristino immediato del Pronto soccorso h24, dei servizi diagnostici di base e di un organico medico e infermieristico stabile; il rafforzamento del personale anche attraverso incentivi di sede disagiata o convenzioni con università e cooperative mediche.

Da Drapia parte poi l’appello a tutti i Comuni, affinché approvino in Consiglio una delibera unitaria a sostegno dell’ospedale e collaborino con l’Asp per la raccolta dei dati sul fabbisogno sanitario territoriale. Infine, Porcelli propone che la Conferenza dei sindaci chieda formalmente alla Regione Calabria: di riconoscere l’ospedale di Tropea come Presidio sanitario strategico territoriale (Pst); di includerlo nel Piano di riordino della rete ospedaliera; di assegnare risorse dedicate (personale e tecnologie) per evitare la chiusura definitiva.

Un presidio fondamentale per la Costa degli Dei

Nel documento si evidenzia come la crisi dell’ospedale di Tropea non sia una mera questione amministrativa, ma un tema che incide sulla sicurezza e sull’attrattività turistica del territorio. Un servizio sanitario efficiente, soprattutto in una delle mete più visitate d’Italia, rappresenta infatti una condizione imprescindibile per residenti, visitatori e operatori economici.

La difesa dell’ospedale – sottolinea il Comune di Drapia – non è «una battaglia localistica», ma un’azione necessaria per garantire i livelli essenziali di assistenza e dare continuità al servizio pubblico in un’area che, ogni estate, vede moltiplicarsi la popolazione.