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Capistrano, dal maestro Affidato due corone per la Madonna della Montagna di Polsi – Foto

La decisione della parrocchia, presieduta dal parroco don Antonio Calafati, di realizzare le due opere da porre sul capo delle due figure del simulacro, ricavandole dalla fusione dell’oro ex voto, ha coinvolto emotivamente moltissimi fedeli

Capistrano, dal maestro Affidato due corone per la Madonna della Montagna di Polsi – Foto

di Andrea Fera

Sono stati festeggiamenti molto particolari, in questo 2022, quelli della Madonna della Montagna di Polsi, che si venera in Capistrano ogni seconda domenica di agosto. La decisione da parte della parrocchia, presieduta dal parroco don Antonio Calafati, di realizzare due corone da porre sul capo delle due figure del simulacro, ricavandole dalla fusione dell’oro ex voto, ha coinvolto emotivamente moltissimi fedeli. [Continua in basso]

Primo passo di un iter

L’importante lavoro, commissionato al maestro orafo, Michele Affidato, la cui arte è riconosciuta ed apprezzata sia a livello nazionale che internazionale, è stato autorizzato dalla curia vescovile, che ha dato il suo placet dopo un’attenta verifica che ha certificato «la non presenza di manufatti di rilievo storico – artistico tra gli oggetti interessati dalla fusione». Ogni pezzo, inoltre, prima della fusione è stato catalogato e fotografato, per essere inserito in un archivio della curia. Il lingotto d’oro ricavato dalla fusione, dal peso di circa 5 Kg, verrà esaminato dalle autorità competenti, per poter ottenere l’autorizzazione alla successiva lavorazione. Il suggestivo evento pubblico ha visto impegnato in prima persona il maestro Michele Affidato, assieme ai suoi collaboratori, nel processo di fusione dell’oro ex voto, dono di intere generazioni di fedeli capistranesi. Si tratta del primo passo di un iter che culminerà con la realizzazione, da parte di Affidato, di due corone che saranno poste sul capo della statua della Madonna e del Bambino Gesù, rappresentate dal prezioso simulacro ligneo risalente al 1759.

L’arte di Michele Affidato

Il nome di Michele Affidato è da ricondurre ad uno dei maestri orafi più importanti del nostro secolo. La sua arte ha valicato i confini nazionali, per imporsi nel panorama artistico mondiale, grazie ad opere di altissima e finissima scuola orafa. Il curriculum del maestro Affidato è sterminato, ed in esso sono tangibili i grandi meriti raggiunti attraverso un lavoro che ha sempre puntato all’eccellenza. Sono innumerevoli i lavori realizzati da Affidato per personaggi illustri, star del cinema, festival nazionali ed internazionali, oltre che per il sociale. Una particolare menzione merita la sua attività collegata al mondo dell’arte sacra. In questo settore, infatti, il maestro crotoniate è considerato non solo un grande artista, ma anche un grande studioso, una guida vivente. La sua dedizione a questo particolare tipo di arte, è stata ripagata dalle commissioni ricevute dalle più alte sfere ecclesiastiche. A titolo di esempio, si ricordano solo alcune realizzazioni come, ad esempio, l’incarico di lavorare sull’icona della Madonna di Czestochowa, “la Vergine tanto amata da Giovanni Paolo II”, realizzandone i nuovi diademi; la realizzazione degli stemmi papali di Papa Benedetto e Papa Francesco; la realizzazione di manufatti preziosi entrati a far parte, a pieno titolo, del patrimonio della Santa Sede e dei Musei Vaticani.   

Il culto nel passato

Il culto della Madonna della Montagna di Polsi risale all’anno 1144. La tradizione narra che un mandriano, stretto dalla necessità di cercare un toro smarrito, si spinse nell’impervia contrada di Polsi. Qui trovò il suo toro inginocchiato davanti una croce di ferro che l’animale stesso aveva riportato alla luce scavando. In quello stesso istante, al pastore che sostava in preghiera, apparve la Madonna che gli indicò dove avrebbe dovuto sorgere una chiesa. Un’altra tradizione, invece, colloca al posto del pastore, il conte Ruggiero in una battuta di caccia. E’ questo il celebre “Miracolo di Polsi”. Furono i monaci Basiliani a diffondere la devozione alla Croce e alla Madonna sotto il titolo di “Santa Maria di Polsi”. Nel Santuario di Polsi, dentro la nicchia dell’altare, troneggia il maestoso simulacro, scolpito su pietra tufacea, della Madonna con il Bambino in braccio collocato, probabilmente, nell’anno 1560, secondo quanto riferisce Corrado Alvaro. La statua pesa otto quintali e l’antica usanza prevedeva che venisse rimossa dalla sua sede originaria ogni cinquant’anni, in occasione della cerimonia di incoronazione, avvenuta per la prima volta nel 1881. Questa tradizione è stata modificata per volere dell’ex vescovo della diocesi di Locri – Gerace, monsignor Giancarlo Maria Bregantini, il quale ha stabilito che l’incoronazione avvenisse ogni venticinque anni, il normale ciclo di una generazione. Relativamente più recente (luglio 1757), l’introduzione del culto a Capistrano per volere del parroco pro tempore, don Domenico Zerbi, originario di Radicena, l’odierna Taurianova. Don Zerbi, di ritorno da uno dei suoi pellegrinaggi annuali a Polsi, portò a Capistrano alcune icone della Madonna della Montagna ed una di esse fu esposta in chiesa alla venerazione dei fedeli. La realizzazione della statua di Capistrano fu commissionata allo «statuario di Serra, maestro Antonio Reggio, venuto da Napoli», e fu consegnata e consacrata nella Domenica in Albis (quella successiva alla Pasqua) del 1759. La celebrazione della festa richiamò subito fedeli provenienti da molti paesi del circondario vibonese e dell’odierna provincia di Catanzaro.

Legami di fede

La fusione dell’oro ex voto, donato negli anni dai fedeli capistranesi, rappresenta un momento particolare per la comunità capistranese, nonché di forte attaccamento al culto della Vergine di Polsi. Gli ex voto, come da tradizione ancestrale, sono una testimonianza simbolica e di gratitudine perenne, da parte di chi li dona. Dinamiche nelle quali convivono, certo, il sacro ed il profano, ma che sono parte integrante di un modo singolare di interpretazione della fede, tramandatosi di generazione in generazione. Il simbolo, il ricordo, la gratitudine. Tutto questo vogliono rappresentare gli ex voto, attraverso quel valore puramente materiale che li caratterizza e li mantiene duraturi nel tempo. La fusione dell’oro votivo, dunque, rappresenta per i fedeli di Capistrano un atto di unità, di testimonianze e di fede, tutte contenute nei due diademi che impreziosiranno ancora di più il già prezioso simulacro ligneo del 1759. A tal proposito, si è detto «onorato della commissione ricevuta», il maestro Michele Affidato, il quale ha ricordato: «Quando noi artisti riceviamo questo tipo di commissioni, non pensiamo minimamente di rendere più bello un simulacro. Noi possiamo solo contribuire ad impreziosirlo. Inoltre, la fusione dell’oro è un processo dal significato profondo. Dietro i diversi oggetti donati, ci sono tanti ricordi, momenti particolari della vita di ognuno dei fedeli di questa comunità, che si fondono simbolicamente in un atto di unione perenne. Il mio augurio – ha concluso Affidato – è che da questi momenti possano nascere sempre messaggi di pace e di speranza».

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