Porto Salvo, quei lampioni prima accesi in pieno giorno e ora spenti anche di notte

Uno dei lampioni spenti a Porto Salvo

Dallo spreco (assoluto) al risparmio (totale). Al tempo del caro bolletta, quella fila di lampioni nella zona industriale di Porto Salvo, Vibo Valentia, è al contempo esempio di paradosso ed eccesso. D’estate, testimoniano ciclisti e jogger, le luci erano accese sin dalle 16.30 del pomeriggio. Energia inutilmente sprecata, a quasi quattro ore d’anticipo sul tramonto, quando gli effetti della guerra in Ucraina, a tre mesi dal deflagrare del conflitto, erano già evidenti anche sui bilanci delle famiglie. Qualcuno ha segnalato, dice, ma inutilmente. O, chissà, forse la segnalazione è stata considerata in ritardo e con un eccesso di zelo. E così oggi che è arrivato l’autunno e il tramonto scende in anticipo, facendo buio, quei lampioni non si accendono affatto.
«Non c’è misura», dicono alla nostra redazione alcuni sportivi che prediligevano quella zona per i loro allenamenti. È una zona particolare quella, per metà cimitero industriale e per metà animato dalle poche aziende che resistono alle intemperie della crisi e della desertificazione. Una volta finiti i turni e serrati i cancelli, diventa tutto pacifico. Un’area priva di traffico nel quale muoversi più o meno in sicurezza. «Non più, non ora – chiosano –  prima le luci erano accese e non serviva, un’intollerabile spreco. Ora che, fattasi una certa ora, servirebbero eccome, non sia mai passi a tutto gas qualche pirata che potrebbe travolgere uno di noi, niente…».

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