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Paravati, 29 anni fa l’arrivo della statua della Vergine. Il vescovo: «Trasformiamoci in portalettere di Dio»

Alla celebrazione svoltasi nella chiesa della Villa della Gioia di Natuzza Evolo ha partecipato un gran numero di pellegrini provenienti da tutta Italia

Paravati, 29 anni fa l’arrivo della statua della Vergine. Il vescovo: «Trasformiamoci in portalettere di Dio»
La celebrazione a Paravati, foto di Luca Dimasi
La statua della Madonna, foto di Luca Dimasi

La pioggia battente abbattutasi nella notte e fino a prima mattina sul territorio aveva fatto presagire che il 29esimo anniversario dell’arrivo a Paravati della statua raffigurante la Madonna “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” sarebbe stato caratterizzato dal maltempo. Invece, ad accogliere i tanti pellegrini che si rifanno al carisma della Serva di Dio Natuzza Evolo è stata una splendida e, a quel punto, del tutto inaspettata giornata di sole. Nell’occasione, la Villa della Gioia è divenuta meta dei tantissimi appartenenti ai Cenacoli mariani che si ispirano alla mistica con le stigmate, provenienti dalla Calabria e da altre regioni d’Italia. Tant’è che la grande chiesa – preannunciata nel 1944 da Mamma Natuzza dalla Madonna e consacrata lo scorso 6 agosto – non è bastata a contenerli. Un buon numero di loro, infatti, ha dovuto partecipare alla celebrazione eucaristica delle 11.30 dal cortile esterno della Villa della Gioia. La messa  presieduta dal vescovo della diocesi di Mileto Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, è stata preceduta da quella delle 9 e dalla processione (iniziata alle 11 circa) della statua della Vergine nelle sembianze di una giovinetta, realizzata nel 1993 su indicazione della Serva di Dio, proprio così come ella la vedeva in vita nel corso delle numerose apparizioni. [Continua in basso]

I figli di Natuzza Franco e Angela e il nipote Antonio

Nella sua omelia, monsignor Nostro, dopo aver intimato a stare attenti e a non cadere nell’inganno e nella “bestemmia” di ritenere che ciascuno di noi non possa essere portatore di un messaggio di amore, ha sottolineato come tante persone che si consideravano dannate e dimenticate da Dio, improvvisamente, entrando in relazione con Cristo, «si sono invece rese conto di essere amate in modo incontenibile e di aver ricevuto un messaggio da parte di Dio che sono chiamati a recapitare agli altri. Noi siamo latori di un messaggio d’amore che è il Vangelo, che ci dice che non siamo un problema o una questione irrisolta ma un tu che Dio ama. Oggi è la giornata dei poveri – ha sottolineato – ma voi avete idea di quanta gente pensa di non contare niente, che l’oppressione, la fame la nudità, l’oppressione e la guerra in qualche modo ce li siamo meritati? È a queste persone che Dio ci manda, e una volta compiuto questo gesto, quella mano che si tende verso il povero diventa ricca della consapevolezza che noi siamo fatti per donare e non per accumulare».

foto di Luca Dimasi

Per il vescovo, tra l’altro, il cristiano di oggi è chiamato a scomodarsi e ad uscire dalla propria comfort zone. Nello specifico, ad aprire i propri occhi e a guardare le persone che gli stanno accanto. La Parola, allora – ha aggiunto – serve a trasformarci in portalettere, messaggeri, angeli, come la Vergine Maria, parola d’amore incarnata che oggi stiamo festeggiando. Il presule si è a questo punto soffermato sull’importanza della preghiera “quale relazione vitale con Dio». Tuttavia, essa da sola non basta, «se non si oltrepassa anche la soglia del dolore e della fatica». Le commemorazioni per il 29esimo anniversario dell’arrivo dell’effige del “Cuore Immacolato Rifugio delle Anime” a Paravati proseguiranno con la messa in programma alle 17 nella grande chiesa. Si registra a ritmo ininterrotto, intanto, il flusso dei fedeli verso la tomba di Mamma Natuzza, situata nella cappella della vicina Casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca”. La stessa dove la Serva di Dio alloggiò e si spense serenamente nel 2009, nel giorno di Ognissanti.  

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