venerdì,Aprile 19 2024

Soriano, il procuratore Falvo e i giornalisti raccontano il Vibonese agli studenti

L'evento organizzato da Libera Vibo ha suscitato particolare interesse tra i ragazzi presenti che hanno interagito con i relatori ponendo l'accento su diversi aspetti che hanno caratterizzato il prima e il dopo l'operazione di Rinascita Scott

Soriano, il procuratore Falvo e i giornalisti raccontano il Vibonese agli studenti

C’erano gli studenti, cuore pulsante della società, il procuratore capo di Vibo Valentia Camillo Falvo, un membro della commissione del Comune di Soriano Calabro, la dottoressa Luzza, i giornalisti, la dirigente scolastica Tiziana Furlano, la docente e presidente della Pro Loco cittadina, Maria Teresa Daffinà, padre Carmine Palladino, il maresciallo Barbaro Sciacca, Martino Ceravolo, una delegazione del corpo docente dell’istituto omnicomprensivo “Ferrari Machiavelli” e, soprattutto, c’era la voglia di ribadire un forte sì alla legalità che abbraccia la giustizia, ieri, nel Santuario di San Domenico di Soriano Calabro, dove, su iniziativa dell’associazione Libera Vibo, con a capo il referente provinciale Giuseppe Borrello, si è svolto l’evento “Il racconto della Rinascita”. “Abbiamo provato a tracciare gli ultimi tre anni trascorsi dopo la maxi operazione Rinascita Scott e dopo la grande manifestazione del 24 dicembre del 2019 – ha spiegato Giuseppe Borrello – lo abbiamo fatto con chi, quotidianamente e con tenacia, racconta il nostro territorio e ciò che, nel bene e nel male, lo anima. Un grazie speciale va infatti ai giornalisti e alle giornaliste che ci hanno accompagnato in questo tentativo di segnare i confini di un quadro da dover studiare, approfondire e conoscere quindi a Carmen Bellissimo, Marialucia Conistabile, Gianluca Prestia e Mimmo Famularo”. [Continua in basso]

Il referente provinciale di Libera Vibo ha proseguito ringraziando il procuratore Falvo, gli studenti e il corpo docente ” Con semplicità disarmante – in riferimento al procuratore capo Camillo Falvo – ha lanciato un appello chiaro e deciso: è necessario continuare ad alimentare la speranza affinché le operazioni giudiziarie non siano un punto di arrivo ma solo un punto di partenza che permetta a ciascuno di noi di avere fiducia in uno Stato presente, credibile e forte. Grazie alle ragazze e ai ragazzi presenti, in particolar modo alle classi quinte del Liceo Scientifico di Soriano Calabro che, con le loro riflessioni e con le loro domande hanno tirato le fila di un discorso di alto spessore. Grazie alla dirigente scolastica Tiziana Furlano e al corpo docente ha concluso – che è sempre pronto ad accogliere ogni nostra proposta e ogni nostra iniziativa, una sinergia positiva e propositiva che lavora per il bene comune”. Il procuratore Falvo, dopo aver ribadito l’importanza di eventi che coinvolgono le scuole e il suo personale impegno nell’essere presente tra gli studenti, ha tracciato a grandi linee la situazione del territorio provinciale prima e dopo l’operazione di Rinascita Scott: “E’ un pò mancato lo Stato prima e dopo Rinascita Scott. Avevamo dimostrato quello che era Vibo e quanto lo Stato doveva impegnarsi sul territorio provinciale, invece abbiamo un Tribunale che fa fatica ad assicurare un collegio per Rinascita Scott, che fatica a gestire i processi che seguiamo come Procura ordinaria. Avevamo bisogno di rinforzi in Procura e nelle forze dell’ordine per quella spallata definitiva alla ‘ndrangheta – ha aggiunto – lo abbiamo fatto per come è stato possibile e abbiamo continuato ad accertare tutto ciò che è stato possibile accertare. Per anni ci siamo occupati di rastrellare il territorio per trovare le armi, abbiamo risposto colpo su colpo e, a breve, risponderemo anche sui fatti di sangue che sono successi recentemente ma tutto questo non è sufficiente”.

Falvo ha poi spiegato che “fino al 2012 Vibo era stata trascurata dallo Stato e anche da noi magistrati e dalle forze dell’ordine. Non c’era stata una sola sentenza vera sulla ‘ndrangheta se non quella di Dinasty. Io – ha proseguito – alla fine del 2014 ho scritto la prima relazione alla Direzione Nazionale Antimafia sulla ‘ndrangheta vibonese e, nonostante non ci fossero sentenze che accertavano in via definitiva l’esistenza delle cosche, avevo messo nero su bianco che c’erano più di venti clan censiti e che questo territorio aveva l’indice di penetrazione criminale più alto tra quelli calabresi e, quindi, tra quelli italiani. Ciò che è successo dopo lo ha dimostrato. Ho sentito tantissimi collaboratori di giustizia ma due in particolare hanno raccontato ciò che erano Vibo Valentia e il Vibonese: trenta anni di soffocamento poichè nulla si poteva muovere senza l’autorizzazione della criminalità organizzata”. E ancora : “Quando sono arrivato a Vibo Valentia non c’era un solo testimone – ha evidenziato il procuratore – che confermava ciò che aveva detto nel corso delle indagini e non c’era una denuncia. Mai una conferma con quello che poi accertavamo con le intercettazioni. Oggi non è più così”. Avviandosi alle conclusioni, Camillo Falvo ha spiegato: “C’è stato un tempo in cui anche chi aveva responsabilità amministrative o politiche si fregiava di essere amico del capobastone di turno e diventava motivo di vanto essere vicino a chi aveva il potere criminale. Oggi tutto questo non avviene più e in questo senso Rinascita Scott è stato un momento di svolta. Ma l’operazione di Rinascita Scott, tuttavia, non è stata la soluzione. La Dda ha continuato a lavorare, sta lavorando, noi stiamo lavorando, io ho lavorato per cinque anni sul territorio delle Preserre che è il più difficile della provincia di Vibo. Bisogna impegnarci tutti. Dopo Rinascita Scott ci aspettavamo qualcosa di diverso, un rigurgito di orgoglio, di rivincita rispetto a un periodo in cui c’era stato l’oblio e, adesso, non si può tornare indietro dopo tutto quello che è stato”.

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