Comune di Capistrano e accesso agli atti: ecco cosa già emerge da alcune vicende sollevate nei mesi scorsi
Dalle dichiarazioni di Emanuele Mancuso alle inchieste antimafia Anteo e Imponimento. La Commissione nominata dal prefetto di Vibo Valentia avrà tre mesi di tempo per rassegnare le proprie conclusioni
Non un “fulmine a ciel sereno” l’invio della Commissione di accesso agli atti al Comune di Capistrano disposto dal prefetto di Vibo, Roberta Lulli. La Commissione dovrà verificare la presenza di eventuali infiltrazioni mafiose nella vita dell’ente ma anche possibili condizionamenti degli amministratori e vicinanza o rapporti con la criminalità organizzata che finiscono per svilire quella credibilità che un ente locale deve sempre conservare. [Continua in basso]
Marco Martino ed il sostegno politico da Forza Italia
Il sindaco Marco Martino è stato riconfermato primo cittadino di Capistrano nel giugno scorso avendo avuto la meglio sulla lista di Rocco Tino (compagine quest’ultima da molti tacciata quale “lista civetta”, definizione mai smentita dal diretto interessato). Ex Udc, attualmente Forza Italia, Marco Martino nel gennaio del 2020 era commissario provinciale e coordinatore nazionale dei giovani dell’Udc quando – sponsorizzato politicamente da Lorenzo Cesa e dall’ex presidente della Provincia Gaetano Ottavio Bruni – si era candidato al Consiglio regionale proprio con l’Udc non venendo però eletto (aveva ottenuto 2.849 voti). Nel giugno del 2020 era stato quindi l’allora consigliere regionale Vito Pitaro a complimentarsi pubblicamente con Marco Martino per aver lanciato il movimento “Cultura Calabria” lasciando l’Udc. «Non è facile – aveva affermato Vito Pitaro – tranciare i fili che legano ad un partito dopo anni di militanza e sacrificio. Marco Martino l’ha fatto senza abbattersi e sento di dover complimentarmi – aveva concluso Pitaro – con questo giovane sindaco, che rappresenta un cambio di passo generazionale in un contesto, quello calabrese, che spesso viene identificato come eccessivamente tradizionalista». Nell’agosto 2021 Marco Martino è quindi passato fra le fila di Forza Italia, ricevendo il pubblico plauso da parte del coordinatore regionale degli azzurri, il senatore Giuseppe Mangialavori, oggi deputato e presidente della Commissione Bilancio della Camera dei deputati. «La grande comunità di Forza Italia è lieta di accogliere Marco Martino, un giovane amministratore – aveva affermato Mangialavori – che saprà dare il suo contributo per la crescita del nostro grande partito».
Capistrano senza opposizione
A Capistrano lo scorso anno la maggioranza aveva invece festeggiato la totale adesione fra le loro fila anche di tutti i consiglieri eletti con la minoranza. Una situazione politica particolare perché alle amministrative del 2017 Antonio Pisani (ricandidato nl giugno scorso con il primo cittadino uscente) era stato eletto consigliere comunale e poi nominato assessore dal sindaco Marco Martino, dimettendosi però successivamente dalla carica di assessore favorendo così l’ingresso in giunta addirittura di un consigliere comunale eletto con la minoranza (e quindi in una lista nel 2017 contrapposta a Marco Martino), vale a dire Vito Pirruccio, nominato però dal sindaco quale suo assessore (attualmente di nuovo assessore e vicesindaco ed anche consigliere provinciale). Nel corso della consiliatura nata nel 2017 (quella precedente all’attuale) si erano poi dimessi i consiglieri di minoranza Marcello Caputo e Domenico Mesiano ed al loro posto erano subentrati Vito Antonio Montesano e Raffaele Maida che erano subito passati con il gruppo di maggioranza (pur essendo stati eletti ed avendo chiesto voti nel 2017 in una lista contrapposta a Martino). In pratica l’opposizione in Consiglio comunale a Capistrano era così sparita. Vito Antonio Montesano e Raffaele Maida si sono poi ricandidati a consiglieri comunali nel giugno scorso nella lista a sostegno del sindaco uscente Marco Martino. [Continua in basso]
L’operazione Petrol Mafie e le elezioni provinciali
Scattata nell’aprile dello scorso anno, l’operazione Petrol Mafie, detta anche “Rinascita Scott 2”, mira a far luce pure su quanto avvenuto nel corso delle elezioni provinciali del 2018. Con l’accusa di estorsione elettorale sono stati infatti rinviati a giudizio l’attuale presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano, ed il cugino Giuseppe D’Amico (quest’ultimo in carcere pure per associazione mafiosa, narcotraffico ed altri reati). In tale capo di imputazione, la Dda di Catanzaro ricostruisce anche il sostegno elettorale arrivato a Solano da diversi paesi e fra questi Capistrano.
Scrivono i magistrati guidati dal procuratore Nicola Gratteri: “Giuseppe D’Amico riferiva a Solano di essersi accaparrato il sostegno elettorale di: Pasquale Fera, del sindaco di Capistrano Marco Martino, dell’allora vicesindaco di Filandari Muzzopappa, di Giovanni Macrì sindaco di Tropea, di Valia Carmela, all’epoca consigliere comunale di Vibo Valentia, cognata – sottolinea la Dda di Catanzaro – di Pietro Giamborino. Proprio con quest’ultimo, lo stesso D’Amico avrebbe poi dovuto tornare in argomento come richiesto anche da Solano”. Numerosi sono i contatti fra i due cugini – Giuseppe D’Amico e Salvatore Solano – in vista delle elezioni provinciali ed anche nello stesso giorno del voto. La Dda di Catanzaro ha evidenziato, fra l’altro, alcuni particolari degni di nota sul presunto mancato rispetto della segretezza del voto.
“Si apprendeva che D’Amico, che reiteratamente raccomandava al cugino di mantenere un atteggiamento di discrezione, aveva chiesto – sottolineano gli uomini del procuratore Gratteri – la prova fotografica del voto espresso. Prova fotografica che del resto Solano aveva ricevuto anche da Marco Martino – sottolineano ancora i magistrati antimafia – , sindaco di Capistrano (Solano: Capistrano ci ha votato … Marco mi ha mandato la foto … il sindaco).
Il sindaco di Capistrano, Marco Martino, non risulta indagato e lo scorso anno – venute fuori le carte dell’inchiesta – aveva smentito tale ricostruzione degli inquirenti sottolineando di non aver fotografato alcun suo voto da mostrare poi a Solano. L’intera vicenda delle elezioni provinciali del 2018 si trova attualmente al vaglio del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, chiamato a giudicare anche le ipotesi di reato contestate in concorso ai cugini Salvatore Solano (sindaco di Stefanaconi) e Giuseppe D’Amico.
Le accuse di Emanuele Mancuso
In data 7 aprile 2021, nel corso del maxiprocesso Rinascita Scott, il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso – per come denunciato anche dal presidente dell’Antimafia Nicola Morra – ha dichiarato in udienza che nel durante una perquisizione a casa di Giuseppe Navarra di Rombiolo (fra i principali imputati del maxiprocesso) i carabinieri hanno trovato presente pure “il consigliere Claudio Tucci insieme a Salvatore Chimirri, pure lui di Capistrano. In tale occasione è saltato fuori un chilo di hashish, 300 grammi di marijuana, mentre in una botola erano nascosti 800 grammi di cocaina”. Claudio Tucci è stato consigliere comunale di Capistrano nel 2017 in una lista a sostegno del sindaco vincente Marco Martino.
Il 3 giugno scorso, invece, il Tribunale collegiale di Vibo ha acquisito agli atti del maxiprocesso “Imponimento”, contro il clan Anello di Filadelfia, le dichiarazioni di Emanuele Mancuso datate 27 febbraio 2020. In tale verbale Mancuso ha testualmente dichiarato di aver conosciuto tale «Tucci che opera nel settore del legname e vive sulla montagna di Capistrano. Era legato alla mia famiglia Mancuso e mi rispettava molto. Il nipote di questi, legato al gruppo di Daniele Cortese, si è candidato al Consiglio comunale di Capistrano nell’ultima competizione elettorale, se non erro nella lista dell’attuale sindaco e Cortese ed il suo gruppo hanno raccolto voti in suo favore. Sia il vecchio che l’attuale sindaco – ha dichiarato sempre Mancuso nel verbale del 2020 – mi portano molto rispetto. L’attuale sindaco di Capistrano è molto amico di Daniele Cortese, oltre che mio amico, tant’è che all’epoca mi aveva chiesto se lo aiutavo a raccogliere un po’ di voti anche perché la famiglia Chimirri è molto numerosa e sapeva della mia influenza sui ragazzi di Capistrano».
Il sindaco di Capistrano nel febbraio 2020 era proprio Marco Martino, eletto nel 2017 e rieletto per la seconda volta il 12 giugno scorso. Daniele Cortese, con precedenti per droga, si trova invece attualmente in carcere per narcotraffico ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, in concorso con Emanuele Mancuso, nell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Anteo”. Nei confronti di Daniele Cortese la Dda ha già chiesto in tale processo 15 anni di reclusione. Il padre di Daniele Cortese è stato invece rieletto consigliere comunale di Capistrano il 12 giugno scorso. Si chiama Bruno Cortese e si trova attualmente sotto processo nell’operazione Imponimento per il reato di traffico di influenze illecite con l’aggravante mafiosa.
Nency Chimirri e la denuncia di Morra
Come denunciato dal presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, “Nensy Chimirri di Capistrano è invece la compagna da cui Emanuele Mancuso ha avuto una bambina. La donna è stata condannata il 5 marzo 2021 a 4 anni di carcere per intralcio alla giustizia e violenza privata al fine di costringere il compagno Emanuele Mancuso ad interrompere la collaborazione con la giustizia. Il 25 marzo scorso è stata rinviata a giudizio per narcotraffico nella stessa operazione “Anteo” in cui sono coinvolti pure Daniele Cortese ed Emanuele Mancuso. Carlo Chimirri – padre di Nensy Chimirri – nel 2017 è stato invece arrestato per una piantagione di marijuana.
Vito Pirruccio, assessore nella precedente giunta guidata dal sindaco di Capistrano Marco Martino, il 12 giugno scorso è stato rieletto e confermato assessore, nonché promosso dal primo cittadino quale suo vicesindaco. Vito Pirruccio è cugino di primo grado di Nensy Chimirri, nonché nipote di Carlo Chimirri. Dal 18 dicembre 2021 Vito Pirruccio è anche consigliere provinciale di Vibo Valentia con la lista di Forza Italia.
Il 18 aprile 2021, Nensy Chimirri dal proprio profilo Facebook ha pubblicato un post rendendo pubblica una conversazione intrattenuta via messaggi con il sindaco Marco Martino il 20 luglio 2017 e poi un messaggio di auguri del 25 giugno 2018. Il post si intitola: “Conversazione integrale tra il sindaco Marco Martino con Nensy Chimirri. I favori al Comune tramite Facebook e gli auguri per la figlia del boss dei Mancuso”. Nella stessa, il sindaco Marco Martino – oltre a procurare in Comune un certificato richiesto dalla Chimirri – in data 25 giugno 2018 fa gli auguri alla stessa Nensy Chimirri ed al compagno Emanuele Mancuso per la nascita della loro bambina. “Volevo fare tantissimi auguri a mamma e papà, ho saputo solo ora la bellissima notizia. In bocca al lupo per tutto”.
Sempre Nensy Chimirri sul proprio profilo Facebook ha poi reso pubbliche conversazioni non proprio edificanti con il cugino assessore Vito Pirruccio e con il consigliere Claudio Tucci”.
Anche tali vicende potrebbero rientrare fra le vicende di interesse della Commissione di accesso agli atti che andrà a “spulciare” pure fra appalti, incarichi, affidamenti, lavori pubblici e, naturalmente, legami e rapporti degli amministratori con ambienti controindicati.
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