Dal 2015 al 2020 la maggior parte delle zone rurali europee hanno subito una flessione della popolazione in media dello 0,3% l’anno, e tra lo 0,4 e l’1,1% in Italia. Lo rileva Eurostat, sottolineando che ad abbandonare le campagne sono soprattutto giovani di età inferiore ai 20 anni e persone in età da lavoro, che si spostano verso le aree urbane. Nel periodo considerato, la popolazione delle regioni prevalentemente rurali è diminuita, in media, dello 0,1% ogni anno, la popolazione delle regioni intermedie è rimasta invariata e quella delle aree prevalentemente urbane è cresciuta dello 0,4% ogni anno. In Ue sono state 155 le province classificate come prevalentemente rurali che hanno subito questa dinamica demografica, mentre 108 hanno aumentato la popolazione in media dello 0,3% l’anno. In Italia, a fronte di un calo generale del numero di abitanti in tutte le province (a eccezione di Prato, Rimini, Modena, Parma, Bologna, Milano, Verona e Trento), le diminuzioni più drastiche si registrano proprio nelle aree prevalentemente rurali, dal minimo di Siena (-0,4%) a Vibo Valentia e Isernia (-1,1%).
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