giovedì,Marzo 28 2024

Legalità, memoria e impegno: prosegue il progetto di Libera nelle scuole del Vibonese

Il coordinamento provinciale guidato dal referente Giuseppe Borrello ha fatto tappa nel plesso di Filadelfia dove è stato svolto un laboratorio di scrittura collettiva

Legalità, memoria e impegno: prosegue il progetto di Libera nelle scuole del Vibonese

Il coordinamento provinciale di “Libera Vibo” ha fatto tappa nella scuola elementare di Filadelfia per il secondo incontro con le quinte classi che si inserisce nell’ambito di un progetto con al centro percorsi di memoria e impegno. “Abbiamo lavorato in plenaria con i bambini e le bambine sulla rielaborazione delle storie di Dodò Gabriele, Annalisa Durante, Caterina e Nadia Nencioni. – ha spiegato Libera – I momenti laboratoriali come questi ci danno la possibilità di conoscere le storie delle vittime innocenti in maniera più approfondita, di lavorare sulle ferite che hanno lasciato e allo stesso tempo permettono ai giovanissimi di rielaborare le loro storie utilizzando la creatività e trasformando quel senso di tristezza e di angoscia iniziale che si prova nel sentire storie come queste in impegno concreto e consapevolezza di cosa siano le mafie e di quanto fare memoria sia necessario per poterle sconfiggere”. [Continua in basso]

“Il laboratorio ha previsto la scrittura collettiva di una lettera a Dodò, Annalisa, Nadia e Caterina. Tra gli alunni, – ha raccontato ancora l’associazione guidata da Giuseppe Borrello – qualcuno in queste lettere ha raccontato che lui e Dodò sicuro avrebbero fatto parte della stessa squadra di calcio ed entrambi sarebbero stato attaccanti, qualcun altro ha detto a Nadia e Caterina che sicuramente sarebbero state amiche del cuore e le avrebbero invitate al compleanno a tema principesse. 
Qualcun’altra ancora ha detto ad Annalisa che sarebbe diventata bellissima, che si sarabbe amata tanto e avrebbe trovato il suo posto felice un po’ come lei lo ha trovato in Calabria con la sua mamma e il suo papà dopo esser stati costretti a lasciare la Syria per colpa dei bombardamenti. 
Fare memoria è raccontare storie ma allo stesso tempo incontrarne altre, accoglierle e riconoscerle come storie di ognuno di noi diventando un rete ancora più solida”.

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