giovedì,Maggio 9 2024

Diocesi, il messaggio di Natale del vescovo: «Tanti bimbi patiscono la stessa nudità di Gesù»

Da monsignor Nostro anche l’invito ai fedeli ad aprire il proprio cuore alle centinaia di famiglie che nella provincia soffrono in stato di povertà

Diocesi, il messaggio di Natale del vescovo: «Tanti bimbi patiscono la stessa nudità di Gesù»
Il vescovo Attilio Nostro

“Il silenzio, grembo della parola”. È questo il titolo del messaggio inviato ai fedeli dal vescovo Attilio Nostro in occasione del Santo Natale. Una lettera in cui il presule della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea ricorda che il tempo di Avvento è propedeutico ad accogliere quattro fondamentali appuntamenti. Il primo è la ricorrenza degli 800 anni dall’allestimento del primo presepio a Greccio da parte di San Francesco, meravigliosa rivisitazione dell’incarnazione di Dio realizzata con il supremo proposito «di osservare in tutto e per tutto il santo Vangelo e di seguire e imitare perfettamente la dottrina e le orme del Signore nostro Gesù Cristo». Ed è per questo motivo che, accanto alla mangiatoia che accoglieva il Cristo venuto sulla terra, il poverello d’Assisi volle si celebrasse anche l’Eucaristia, «per contemplare simultaneamente “l’umiltà dell’incarnazione e la carità della passione”. Francesco desiderava vivere questa esperienza non solo a livello personale – sottolinea monsignor Nostro – quanto soprattutto ecclesiale perché la sua più profonda speranza era di riuscire a spalancare gli occhi di tutta la Chiesa, di tutto il Popolo di Dio, affinché tutti potessero accorgersi della sublimità di questo duplice atto di amore, nella nascita e nel sacrificio dell’altare. Egli sapeva benissimo quanto facilmente noi uomini riusciamo a dimenticare Dio nel suo desiderio di approssimarsi a noi ed è ben per questo che desiderava imprimere nel nostro cuore un vivo ricordo della nascita e della passione del Cristo. Sapeva – aggiunge – quanto facilmente perdiamo memoria e compassione, quanto facilmente il caos della vita quotidiana non lascia spazio al silenzio di Dio! E invece è proprio nel silenzio che Dio si rivela, è lì che ci dà appuntamento per parlare con noi, al nostro cuore».

Il vescovo spiega, poi, che il secondo appuntamento che ci si prepara ad accogliere in questo Santo Natale «è simile al primo». Tuttavia, in questo caso «agli occhi di questo Dio bambino si sovrappongono i tanti occhi dei bimbi che patiscono la sua stessa povertà e nudità. Gli sguardi di quei troppi bambini che in questi giorni patiscono la Passione di fame, freddo e guerra – rimarca – non vanno dimenticati né ignorati. Sono molte le iniziative fatte per portare conforto e amore a questi sventurati che vedono crollare il mondo attorno a loro senza capirne il perché: è a noi infatti che Dio si affida per portare loro quella speranza che sembra svanita per sempre. Sono centinaia e centinaia le famiglie della nostra provincia che patiscono la povertà: le nostre comunità cristiane sono chiamate ad aprire ancora di più i propri occhi e il proprio cuore per accorgersi di quante famiglie fanno affidamento su di noi per non consegnarsi all’isolamento e alla disperazione, riscoprendo il tepore di una appartenenza solidale e familiare alla comunità dei credenti in Cristo». Il terzo appuntamento è quello «con la Sposa di Cristo, la Chiesa». E a tal proposito il presule – dopo aver ricordato come dallo scorso ottobre la diocesi è coinvolta nell’Anno Giubilare Sacerdotale Mottoliano – chiede a tutti i fedeli laici «di pregare incessantemente il Signore per i sacerdoti e per le vocazioni, affinché durante questo anno giubilare Dio Padre possa plasmare il nostro cuore rendendolo sempre più simile al Sacro Cuore di suo Figlio Gesù».

Infine, il quarto e ultimo appuntamento: quello «con Dio. E’ mio vivo desiderio – sottolinea – che, in questo tempo che ci prepara alla venuta di Cristo, possiamo imitare la Beata Vergine Maria, che è diventata colei che ha generato la Parola accogliendola nel suo grembo silenzioso. Guardando a Maria, la nostra umanità è chiamata a diventare spazio, luogo e grembo di quella Parola che per essere accolta compiutamente richiede il nostro silenzio. Un silenzio che profuma di preghiera, di ascolto, di partecipazione, di solidarietà, di commozione, di desiderio, di amore! Maria profuma di Dio, Maria profuma di quell’amore che sale a Dio come quell’incenso che riempirà le nostre liturgie, intrise del nostro silenzio orante e della presenza amorevole di Dio. Prego per tutti voi – conclude – e spero che, con la Grazia che solo Dio può donare, anche il vostro cuore possa diventare grembo di quella Parola che Dio desidera indirizzare al mondo, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, alla Chiesa e all’umanità tutta. Ciascuno di noi infatti è chiamato a diventare una lettera mediante la quale Dio parla al cuore del povero, dell’oppresso, del diseredato».

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