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La storia in macerie, nel cuore di Vibo due palazzi nobiliari abbandonati da anni in attesa di un segnale che non arriva mai

Palazzo Gagliardi-De Riso e Palazzo Romei: due luoghi simbolo di una città nobile e antica oggi entrambi in balìa del tempo e dell’indifferenza. I progetti di recupero naufragati e il rischio che ora si sbriciolino insieme alla memoria collettiva

La storia in macerie, nel cuore di Vibo due palazzi nobiliari abbandonati da anni in attesa di un segnale che non arriva mai
Da sinistra Palazzo Romei e Palazzo Gagliardi - De Riso

Il centro storico di Vibo Valentia è, ancora oggi, uno dei luoghi più affascinanti e densi di storia dell’intera provincia. Un intreccio di vicoli, palazzi nobiliari e chiese di ogni epoca, che raccontano, pietra dopo pietra, l’identità di una città nobile e antica. Ma proprio questa identità rischia di dissolversi, silenziosamente, sotto il peso dell’incuria. Perché quel che resta di questo patrimonio è ormai poco più che un’eco del passato.

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La gran parte delle residenze storiche vibonesi versa oggi in condizioni di abbandono o è di proprietà privata, spesso chiusa al pubblico. Le poche strutture che fanno capo alla Provincia – come Palazzo Gagliardi-De Riso e Palazzo Romei – sono emblema di un declino che sembra inarrestabile. Due luoghi simbolo, entrambi in balìa del tempo e dell’indifferenza, che lentamente si lasciano dietro la memoria viva di una città e di chi ne ha scritto la storia.

Palazzo Gagliardi – De Riso

Palazzo Gagliardi-De Riso, per esempio, porta i segni evidenti degli anni e della negligenza. Le infiltrazioni d’acqua hanno staccato gli affreschi dai soffitti, le tende sono lacerate, la carta da parati ammuffita. Uno scenario desolante, al quale si è aggiunta – proprio in questi giorni – la caduta di detriti dalla facciata direttamente sul marciapiede. Eppure, nel tempo, le proposte non sono mancate. Su tutte, quella dell’architetto Enrico Pata, che immaginava un restauro completo: recupero di tele, arazzi, marmi, e la creazione di nuovi spazi culturali, come una sala multimediale e un’area museale dedicata all’esposizione dei reperti della collezione Gagliardi. Un progetto che avrebbe restituito vita e valore al palazzo, trasformandolo in un centro importante della cultura cittadina, capace anche di generare indotto economico.

Palazzo Romei

Ma se Palazzo Gagliardi piange, Palazzo Romei certo non ride, anzi, la sua è una condizione ancora più grave. Ceduto nel 2005 dalla famiglia Romei alla Provincia, avrebbe dovuto ospitare l’Archivio di Stato: un’idea presto naufragata, rimasta sulla carta come tante altre. Da allora, il vuoto. Nessun intervento, nessun progetto di recupero, solo l’avanzare inesorabile del degrado. Le condizioni strutturali peggiorano anno dopo anno, e anche qui non sono mancati episodi di distacco di materiali dalla facciata, finiti sulla carreggiata sottostante, percorsa ogni giorno da auto e passanti.

Le grandi stanze e i giardini sono ormai sommersi da sterpaglie e l’ingresso principale è chiuso da un pannello di compensato: una toppa indegna su un portale che un tempo raccontava prestigio e storia. Un altro pezzo di bellezza negata, un altro calcio alla memoria collettiva, che giorno dopo giorno si sbriciola come intonaco sotto la pioggia.

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