giovedì,Aprile 25 2024

Dasà, ecco il presepe sociale con i santi al posto dei pastori

Ricco di simbologie calate nell’attuale fase storica, l’opera è stata realizzata dal Movimento Aquila rossa in collaborazione con la parrocchia e con don Bernardino Comerci

Dasà, ecco il presepe sociale con i santi al posto dei pastori

Il Movimento Aquila rossa in collaborazione con la parrocchia di San Nicola e San Michele di Dasà e il parroco, don Bernardino Comerci, hanno ideato il “Presepe sociale”. Un’opera semplice ed efficace, che contiene diversi messaggi. «Nella rappresentazione al posto dei pastori ci sono i santi – si spiega in una nota -. Non scelti casualmente ma “Santi sociali”. Ad adorare il bambino ci sono laici e religiosi, che, nella loro vita, si sono dedicati ad attività sociali, all’aiuto ed educazione di poveri ed emarginati. Posto speciale, visto il Covid-19, per quei santi che, nelle passate pandemie o malattie infettive, hanno aiutato il prossimo. C’è ad esempio San Rocco. Il taumaturgo francese che curò gli appestati e fu contagiato. Vicino a lui madre Teresa di Calcutta, la religiosa albanese che si dedicò alla cura della lebbra e nel 1985 accettò il rischio di farsi carico dei malati di Aids (virus allora mortale) aprendo per loro un ospizio. Sono due dei personaggi, ma non i soli. Gli altri saranno resi pubblici sui social di Aquila rossa e della parrocchia, dal 6 al 15 dicembre prossimo. Uno al giorno, spiegando i motivi che hanno portato alla loro scelta».

Anche la Natività, spiegano i promotori, «è particolare: la Madonna è coricata con San Giuseppe seduto accanto a lei con in braccio il bambino. Questo particolare per lanciare un messaggio speciale. La Madonna è infatti mano nella mano con San Giuseppe. A simboleggiare l’unione. Due genitori uniti nell’affrontare tutto. L’altra mano è invece sulla spalla di San Giuseppe. A dare il significato di appoggiare, sostenere, spalleggiare appunto il marito. Una famiglia unita che si sostiene a vicenda, tanto che sarà San Giuseppe a tenere il bambino da padre premuroso. Gesti che vogliono anche far riflettere sull’attuale crisi economica con i pensieri di mamme e papà nel “mandare avanti la famiglia”. Uniti come Giuseppe e Maria, sostenendosi vicendevolmente. La scelta dei santi è stata fatta invece per dare un messaggio di speranza, amore, fraternità. In un momento storico in cui stanno aumentando le disuguaglianze sociali, i santi, uomini e donne come noi, sono un esempio d’amore, di fratellanza. Rappresentano però anche i “santi moderni”. Ossia tutti quei volontari che durante la pandemia, come loro, hanno reso un servizio prezioso, con delicatezza, discrezione. Essi, come i santi succitati, e usando le stesse parole di Papa Francesco “hanno agito in punta di piedi”, lontani da microfoni e telecamere ma vicini a persone sole, ammalate, anziane».

Inoltre, «essendo i santi uomini e donne vissuti in determinati contesti storici ci aiutano a non mollare. In questo periodo di incertezza, tristezza, c’è il rischio di perdere la speranza. Le loro effigie, che vediamo a distanza di anni, secoli dopo, ci ricordano che abbiamo superato altri momenti simili a questo. Ci offrono una “sacra memoria” che deve essere monito di speranza. Questo è il messaggio che l’organizzazione vuole dare attraverso quest’opera. Un messaggio importante, da veicolare a quante più persone possibili, tanto da decidere che i primi cinque giorni di dicembre saranno dedicati proprio alla sua diffusione».

Altri messaggi arrivano dalla struttura dell’opera. «Il presepe è stato allestito dentro la carcassa di una tv. Ciò per lanciare anche un messaggio ambientale. Si è recuperata infatti una parte in plastica dell’apparecchio destinata a rifiuto, riciclandola e riutilizzandola per questo fine. Da questa azione esce fuori uno slogan semplice ma al contempo incisivo che accompagna il titolo dell’opera: “Sintonizzati sulla vita reale”». Il presepe sarà inaugurato e benedetto il prossimo 15 dicembre nella chiesa San Nicola e San Michele di Dasà, dove sarà esposto per tutto il periodo natalizio.

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