La festa patronale ha sempre rappresentato per Cessaniti un momento di ricongiungimento familiare. Quest’anno, l’insistenza della pandemia, ha tenuto lontano dal piccolo centro del Vibonese molti emigrati ma internet e i social network hanno contribuito ad accorciare le distanze. Centinaia di fedeli si sono così connessi e hanno potuto partecipare, da ogni parte del mondo, San Basilio Magno. Foto, video, dirette social (curata dal fotografo Mario Colaci): le celebrazioni del santo patrono hanno raggiunto più regioni d’Italia e poi gli Stati Uniti, l’Argentina. [Continua in basso]

La festa a Cessaniti

Le restrizioni per l’emergenza Covid non hanno consentito di approntare i tradizionali festeggiamenti civili che tanto hanno caratterizzato negli anni la festa patronale. Tutto è stato circoscritto alla sfera religiosa grazie alla proficua collaborazione tra il parroco don Andrea Campennì, la Confraternita, il coro e i parrocchiani. Anche la novena ha rappresentato un momento di raccoglimento molto partecipato: «È una comunità che merita tanto – ha commentato don Andrea – Hanno tanti doni, voglia di fare e un grande senso d’accoglienza». Le celebrazioni hanno registrato la presenza anche altri sacerdoti della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, il sindaco Francesco Mazzeo e il vicario generale della Diocesi don Filippo Ramondino. Quest’ultimo in particolare si è soffermato sui concetti di unità della comunità e spiritualità, elementi indispensabili per fare grandi cose. La messa della sera (in basso la diretta curata dalla signora Tripodi), poi, si è svolta all’aperto e la statua di San Basilio è stata trasferita all’ingresso della chiesa, non potendosi officiare processioni sulla base delle disposizioni emanate dal vescovo monsignor Renzo.

Le origini della devozione a San Basilio

Le origini della devozione verso San Basilio Magno, vescovo e teologo, sono molto antiche a Cessaniti. Nel comprensorio vibonese il culto venne importato dall’Oriente attraverso i monaci. Intorno all’VIII secolo dC, a causa dell’iconoclastia, molti religiosi infatti si rifugiarono in Calabria, Puglia e Basilicata. Qui fondarono monasteri, portando un patrimonio religioso e culturale divenuto nel tempo elemento identitario per le popolazioni. Le loro conoscenze vennero trasferite alle comunità per migliorare le condizioni economiche e di vita. A testimonianza della fede radicale nei confronti del Santo, l’antichissima chiesa – datata 1350 – sita nel centro storico di Cessaniti. [Guarda il video in basso]