Trentasei anni nel mondo della ristorazione e un bagaglio di esperienze e professionalità che ogni giorno approda nei piatti realizzati da lei e dal suo team. Domenica Grillo, per tutti Mimma, alla guida della cucina di uno dei ristoranti (e hotel) più conosciuti della Marina di Zambrone, è una piccola istituzione a livello locale. Vive, letteralmente sulla pelle, le trasformazioni del turismo, le difficoltà quotidianamente affrontate dagli operatori del settore, le problematiche di un territorio straordinario ma dalle potenzialità (ancora) inespresse. Ci racconta la nascita della sua passione, le sfide affrontate e i sogni da realizzare, in una testimonianza ricca di spunti di riflessione anche sullo stato attuale e sul futuro del turismo nella nostra terra.

La passione per la cucina

Un amore, quello verso la cucina, coltivato fin dalla tenerissima età: «Mia madre – racconta – andava a lavorare nei campi. E io ho iniziato a imparare a cucinare molto presto. Mi cimentavo nella preparazione di piatti a base di pesce (che mio padre pescava) o di animali (tipo polli, conigli) che la mia famiglia allevava. Ricordo che ero troppo bassa e piccola per arrivare ai fornelli della cucina. Così cucinavo al fuoco. Mettevo “il tripode”, la pentola e via. A volte, siccome avevamo solo il forno a legna e non riuscivo a gestirlo perché dovevo aspettare la mia mamma, andavo da una vicina per poter cuocere i biscottini. Tornavo a casa così orgogliosa…».

Un’epoca che sembra lontanissima eppure, partendo da lì, dalle pentole e “pignate” in terracotta, che Mimma Grillo apprende le primissime tecniche di cucina: «Ho iniziato come lavapiatti. Ora dirigo la cucina da più di trent’anni coordinando il lavoro di giovani con esperienza e non». Non sono mancate esperienze importanti con «la Federazione italiana cuochi di cui sono lady chef coordinatrice di Vibo Valentia». Chef Grillo ha prestato la sua arte anche nell’ambito del Festival di Sanremo, preparando le pietanze per il Roof, area food della prestigiosa kermesse. La professionista, che ha lavorato con chef stellati, ha anche ottenuto il collare collegium cocorum, onorificenza tributata agli chef con decenni di esperienza: «È stato un onore e anche un riconoscimento ad un lavoro bello ma anche molto duro. Richiede tanta presenza, tanta cura. A volte è come non avere una propria vita. La cucina e il benessere del cliente diventano tutto il tuo mondo».

Cibo, territorio e potenzialità

Nonostante il trascorrere degli anni, la cucina della chef Grillo è rimasta fortemente ancorata al territorio grazie all’utilizzo delle eccellenze locali: «Limoni, pomodori, olive, fichi. E poi ancora i formaggi, la cipolla, i prodotti ittici. La nostra terra è ricchissima e cerco il più possibile di prediligere i prodotti a chilometro zero. Non posso farne a meno. I piatti della tradizione vengono sempre molto apprezzati ma cerco nella mia cucina di mixare tradizione e modernità per andare incontro alle esigenze di tutti i palati».

In questo contesto, «la risorsa turismo è fondamentale per tutti noi. Certo, molto c’è da migliorare soprattutto sul fronte infrastrutture, sul percorso di destagionalizzazione. Un lavoro da effettuare a più livelli, dalla politica passando per noi operatori».

Come cambia il turismo

Il turismo in questi anni ha subito dei profondi cambiamenti: «Molte persone desiderano solo staccare la spina. Trascorrere giornate di relax. Tant’è che tanti nostri ospiti evitano la movida e prediligono giornate di tranquillità al mare. Inoltre il turista si sta mostrando più aperto al dialogo, al confronto, più predisposto alla conoscenza anche del territorio e delle sue comunità. La Calabria resta una meta straordinaria, bellissima. Con un mare invidiabile. Ecco perché bisogna puntare a migliorare i servizi». Proprio seguendo queste forme di turismo “più esperienziale”, la chef Grillo confida un sogno nel cassetto: «Mi piacerebbe tanto creare uno spazio, un locale aperto tutto l’anno, dove sperimentare ancora di più la creazione di piatti realizzati con prodotti bio, e magari riuscendo a proporre un percorso gastronomico incentrato sui nostri straordinari prodotti, del luogo in cui vivo. Cerco di farlo già ora ma mi piacerebbe creare un “angolo” ad hoc, più facile da mantenere anche dal punto di vista economico».