Polemiche sul piano di dimensionamento scolastico proposto dalla Provincia di Vibo Valentia. Il Comune di Fabrizia si oppone all’aggregamento del locale istituto comprensivo con quello di Serra San Bruno e chiede alla prefettura di Vibo, unitamente agli organi collegiali della scuola, il dirigente, i parroci don Brunello e don Vincenzo, i rappresentanti dei genitori, un incontro urgente. Il provvedimento viene bollato dal sindaco Francesco Fazio «abominevole, illegittimo e non rispettoso». «Il Comune di Fabrizia – fa rilevare il primo cittadino- è sede della direzione didattica “dell’Istituto comprensivo statale Fabrizia” che comprende Mongiana e Nardodipace, costituito complessivamente tredici plessi scolastici». Il livello medio dell’indice di status socioeconomico e culturale «è basso. Anche se non si registrano famiglie con entrambi i genitori disoccupati, in realtà il reddito medio è piuttosto basso. Quasi tutti i nuclei sono monoreddito. L’attenzione e la cura dell’istruzione e della cultura è demandata quasi totalmente alla scuola. Quasi non esistono altre opportunità formative per i ragazzi, oltre agli istituti scolastici».

I plessi montani

I plessi in più sono siti in «zone prettamente montuose, a parecchi chilometri di distanza l’uno dall’altro». In tale contesto «sono poche le associazioni e centri culturali che possano essere da stimolo per i ragazzi». I plessi, grazie a fondi locali ed europei, sono stati ristrutturati e godono di innovative tecnologie. Nonostante questo «l’isolamento in cui versa il territorio dei vari plessi condiziona negativamente i processi e gli esiti formativi. Vi è una scarsa disponibilità del territorio a collaborare e a mettere a disposizione servizi e risorse a causa delle difficoltà di viabilità». Nonostante l’istituto sorga in zona montana, a giudizio del sindaco Fazio, nel piano elaborato dall’ente intermedio «i plessi del Comune di Mongiana e Fabrizia non vengono indicati come pes montani, pregiudicandone di fatto la possibilità di mantenere l’autonomia a Fabrizia». Da qui l’esigenza di un confronto.  

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