A Nicotera cresce la preoccupazione intorno al bando per l’ammodernamento del lungomare, finanziato con 2 milioni di euro, la cui procedura, secondo alcuni esponenti politici ed associazioni, non rispetterebbe le regole della partecipazione stabilite dal Consiglio comunale.

Antonio D’Agostino, ex capogruppo del gruppo Movi@Vento, ricorda che «esiste una delibera del Consiglio comunale del 28 dicembre 2023, approvata all’unanimità, con la quale si stabiliva che il bando dovesse essere preceduto da una consultazione popolare». Secondo D’Agostino, però, «purtroppo di tutto ciò non vi è traccia nella procedura avviata dall’Area tecnica e la delibera citata sembra essere diventata carta straccia».

Il punto centrale della contestazione riguarda anche la tutela ambientale e il patrimonio storico della città. Nel documento di avvio della progettazione, infatti, sono presenti «elementi che destano comprensibile preoccupazione sia a noi che all’importante sodalizio Italia Nostra», spiega D’Agostino. Tra questi, «il possibile espianto degli oltre centocinquanta alberi presenti sul lungomare – tra cui palme e ficus di età compresa tra i 35 e i 40 anni – che rappresentano un patrimonio ambientale e paesaggistico di grande valore per la nostra comunità».

Non solo alberi: preoccupazione anche per l’eventuale demolizione di un edificio storico, qualificato come “diruto” ma «che tale non è, essendo semplicemente bisognevole di un restauro». Per D’Agostino, questa operazione sarebbe fondamentale per preservare «uno dei pochi edifici antichi superstiti, che testimoniano la storia e l’architettura originaria dell’abitato marino».

L’ex consigliere e i suoi ex colleghi si schierano quindi al fianco di Italia Nostra e rilanciano l’appello: «L’Amministrazione comunale voglia ritirare il bando e procedere a una sua riformulazione, nel pieno rispetto della delibera sopra citata e degli indirizzi del nuovo Statuto comunale in materia di democrazia partecipativa, assicurando trasparenza, confronto e condivisione nelle scelte che riguardano il futuro della città».

D’Agostino conclude sottolineando l’obiettivo comune: ottimizzare l’esito dell’intervento nell’interesse della comunità, salvaguardando al tempo stesso ambiente, storia e qualità urbana.