Grande affluenza di fedeli per la ricorrenza del primo anniversario dell’elevazione a santuario della chiesa “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati. Era il 23 agosto dello scorso anno, nello specifico, quando l’edificio sacro della Villa della Gioia, realtà religioso-socio-assistenziale sorta nella frazione di Mileto su input della Serva di Dio Natuzza Evolo, assumeva anche questa nuova denominazione. Una scelta non a caso, quella del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Attilio Nostro, visto che in quella data venivano anche festeggiati i 100 anni dalla nascita dalla mistica con le stigmate calabrese, morta il giorno di Ognissanti del 2009 dopo un’esistenza dedicata a dare sollievo ai sofferenti e a portare anime a Cristo e alla Chiesa. Quel giorno del 2024 la santa messa è stata celebrata dallo stesso presule miletese, dopo che due anni prima aveva già provveduto a consacrare e ad aprire l’edificio sacro al culto. Ieri sera, invece, a presiedere in una chiesa gremita di fedeli la celebrazione eucaristica è giunto a Paravati il cardinale Beniamino Stella, prefetto emerito della congregazione del clero. Al suo fianco, sull’altare, lo stesso monsignor Nostro e numerosi presbiteri. Tra i banchi, i figli della Serva di Dio, Angela e Francesco (dei 5 gli unici rimasti ancora in vita), e numerosi altri suoi familiari. Nella sua omelia il cardinale ha rivolto parole di grande apprezzamento per l’operato e il carisma profuso a piene mani e lasciato in eredità da Mamma Natuzza. «La Chiesa – ha sottolineato facendo proprie le parole di Leone XIV – nella sua storia millenaria ha avuto e ha ancora oggi figure meravigliose di santità. Fate tesoro di tanta ricchezza, interessatevi delle loro storie, studiate le loro vite e le loro opere, imitate le loro virtù, invocate con insistenza la loro intercessione. Carissimi, oggi siamo qui a metterci alla scuola della parola di Dio e a cercare, sull’esempio di Natuzza, di rispondergli». Il porporato riferendosi al Vangelo del giorno ha poi spiegato che non basta apparire buoni cristiani per salvarsi, se poi mancano le opere, se il gesto non è accompagnato dall’amore. «Fratelli e sorelle – ha affermato riguardo – Natuzza ha fatto proprio tutto ciò e ha vissuto intense esperienze spirituali, sapendo dare parole di conforto e di amore a tutto le persone che andavano a trovarla, cercando di portarle al Signore. Una donna innamorata di Dio che da analfabeta ha saputo leggere e vivere le sacre scritture assecondandole e facendole proprie». Rifacendosi, invece, ai tanti colloqui avuti dalla mistica con Gesù e la Vergine Maria, il cardinale Stella ha ripreso quello verificatosi nel 1944 nell’umile abitazione in cui viveva, quando la Madonna le preannunciò la costruzione della chiesa e del resto della Villa della Gioia. «Quando l’ho vista – raccontava al riguardo Mamma Natuzza – le ho detto: “Vergine Santa, come vi ricevo in questa casa brutta?”. Lei ha risposto: “Non ti preoccupare, ci sarà una nuova e grande chiesa che si chiamerà Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime e una casa per alleviare le necessità di giovani, di anziani e di quanti altri si troveranno nel bisogno”. Allora, ogni volta che io vedevo la Madonna, le chiedevo quando ci sarebbe stata questa nuova casa e la Madonna mi rispondeva: “Ancora non è giunta l’ora per parlare“. Quando l’ho vista nel 1986, mi ha detto: “L’ora è giunta“». Subito dopo, il 13 maggio del 1987, con l’assenso del vescovo dell’epoca Domenico Tarcisio Cortese partì l’iter per la realizzazione della Villa della Gioia che, nel 2006, portò alla prima colata di cemento per la costruzione della chiesa, effettuata proprio dall’umile donna calabrese. La celebrazione eucaristica per il secondo anniversario dell’elevazione a santuario dell’edificio sacro e per i 101 anni dalla nascita della Serva di Dio si è conclusa con l’intervento di monsignor Nostro, il quale si è tra l’altro soffermato sul profondo significato che riveste la presenza di un cardinale a questa e ad altre ricorrenze liturgiche.