A Tropea residenti e commercianti “prigionieri” della Ztl, 5 entrate e uscite poi scatta la multa: «A casa senza libertà di movimento» – VIDEO
Il nuovo regolamento in vigore dal 1° giugno non va giù a chi vive e lavora nel centro storico: avviata una raccolta di firme e chiesto un incontro con i commissari che guidano il Comune
Prigionieri della Ztl, con solo 5 possibilità al giorno di entrare e uscire dal perimetro vigilato dalle telecamere, per un totale di 10 attraversamenti. Chi sgarra si beccherà una multa sicura. È quanto si prospetta a Tropea, con i residenti del centro storico che vedono leso il proprio diritto alla mobilità. O almeno questo è quello che denunciano, puntando il dito contro il nuovo regolamento della Zona a traffico limitato approvato dai commissari straordinari, entrato in vigore dal 1° giugno. A subire i disagi maggiori sono i residenti che hanno sottoscritto una petizione per chiedere nuove norme modulate sulle loro esigenze familiari.
A farsi portavoce del malcontento è l’avvocato Damiano Vita, primo firmatario della petizione che ha già raccolto 118 firme. L’istanza è stata protocollata al Comune di Tropea il 20 maggio scorso e al momento non ha sortito alcun effetto. «Il nuovo regolamento – spiega l’avvocato Vita – contiene una contingentazione dei transiti limitati a 10 passaggi giornalieri dai varchi. Le nuove disposizioni resteranno in vigore fino al 31 agosto. Fino a quella data i residenti, ma anche gli operatori economici non potranno uscire dalla Ztl più di 5 volte al giorno. Ma sappiamo bene che una famiglia non può prevedere sempre le necessità giornaliere. Ci saranno giorni in cui le uscite saranno una o due, altri giorni in cui i transiti potrebbero essere molti di più di quelli consentiti. E un regolamento non può limitare l’utilizzo di casa propria», dice il legale.
Obiettivo della petizione quello di eliminare il “numero chiuso”. «Anche perché continua l’avvocato – i primi a salvaguardare i pedoni siamo proprio noi residenti che nel periodo estivo, quando c’è il maggior flusso di villeggianti, ci auto limitiamo nell’utilizzo della vettura. Prova ne è che nel centro storico mai si sono verificati incidenti». Sulla base di queste premesse, i promotori dell’iniziativa chiedono un incontro con i commissari: «Tra i problemi che vorremmo segnalare anche quello relativo all’intestazione delle vetture. Ci sono famiglie in cui due auto sono intestate alla medesima persona. Insomma, ci sono situazioni che vanno tenute nel giusto conto».
Per dare forza alle loro istanze, i cittadini firmatari hanno messo in scena una protesta dai toni pacati in piazza cannone: «Se l’economia del nostro paese è cresciuta lo dobbiamo ai turisti. Noi siamo felici della loro presenza ma non possiamo essere limitati negli spostamenti», afferma Antonio Tropeano. «Abbiamo bambini piccoli che frequentano attività ludiche e familiari da accudire – aggiunge Domenico Romano – , ci sono giorni che cinque uscite non bastano». Non solo: «Mia moglie è intestataria di due macchine. Capita a volte di dovere prendere l’altra vettura ma non possiamo». Gli fa eco Eugenio Ciccarelli: «Ci sentiamo penalizzati da questo provvedimento che limita le uscite dalla ZTL. Peraltro noi usciamo solo per esigenze di famiglia – chiarisce-. Chiediamo pertanto l’abolizione del provvedimento anche perché siamo persone di buon senso e le uscite le limitiamo al massimo. Non vogliamo dare fastidio ai turisti ma se usciamo lo facciamo solo per bisogno».
Si unisce al coro anche Vincenzo Taccone «Chiedo di essere libero di uscire senza alcuna limitazione», sbotta. Ferdinando Tranfo è proprietario di due auto «A dire il vero tre, ma quest’ultima l’ho parcheggiata fuori dal centro abitato proprio per quel buonsenso di cui parlava Eugenio. Qualche giorno fa il comando dei vigili mi ha comunicato di voler sospendere il permesso della mia seconda auto. Perché? Dove la metto? Devo essere costretto a venderla? Rispettiamo i commissari e il comando della Polizia municipale che ringraziamo per il lavoro che svolgono, ma questa restrizione ci penalizza. Sembra un abuso se non una dittatura». Maria Elsa Mantoan ha acquistato casa per vivere nel luogo in cui è nata, «ma è come se vigesse la dittatura del commercio con i residenti costretti a perdere i loro diritti. Perché dovrei chiedere il permesso per uscire dalla mia residenza?», si domanda.
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