La città sommersa dalla spazzatura. I cittadini arrabbiati. La Procura che vuole vederci chiaro. Pensavamo di avervi raccontato tutto della storia che ruota attorno al degrado di Vibo Valentia. Quello che non vi avevamo ancora raccontato, in attesa che la Procura chiarisca chi abbia fatto cosa e soprattutto chi non abbia fatto cosa, è il rimpallo di responsabilità che nessuno vuole prendersi. Palazzo Luigi Razza, sede del Comune. Ci dirigiamo verso quel settore “Ambiente” divenuto incandescente nelle ultime ore dopo l’indagine scattata su input del procuratore Bruno Giordano e portata avanti dalla sezione di polizia giudiziaria, aliquota “Nucleo Ambiente” dei carabinieri. Tra una sfilza di uffici vuoti troviamo Alfonso Colaci, funzionario dello stesso settore, nelle ultime ore interrogato in qualità di direttore esecuzione del contratto con la ditta Dusty addetta alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti in città. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura è finito l’intero capitolato d’appalto. Davanti ai carabinieri guidati dal luogotenente, Gaetano Vaccari, ci è finita anche Adriana Teti, dirigente del settore Ambiente che lo stesso Colaci ci invita a sentire per avere maggiori informazioni.
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