venerdì,Marzo 29 2024

Rifiuti pericolosi nell’ex Fornace di San Calogero, il Wwf diffida il Comune

L’associazione ambientalista chiede al sindaco un’ordinanza affinchè venga pulita l’intera area dove sorge una delle discariche illegali più pericolose d’Europa. Lanciata una petizione anche su change.org 

Rifiuti pericolosi nell’ex Fornace di San Calogero, il Wwf diffida il Comune
L'ex Fornace di San Calogero

Il Wwf ha inoltrato una diffida al sindaco di San Calogero ad adottare gli opportuni provvedimenti di legge al fine di intervenire con la massima urgenza sull’area della “Fornace La Tranquilla” al fine di rimuovere tutti i rifiuti qui presenti sia sul suolo che nel sottosuolo. L’area da circa dieci anni è sottoposta a sequestro penale nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Vibo Valentia. “La vicenda è ampiamente nota all’ente comunale: la società Fornace Tranquilla Srl, ufficialmente titolare di autorizzazione in forma semplificata per attività di recupero di rifiuti, avrebbe dovuto recuperare rifiuti – sottolinea il Wwf – da riutilizzare nel ciclo produttivo di laterizi per l’edilizia, senza possibilità di metterli in riserva ovvero di accumularli (rifiuti non pericolosi, cod. R5, nella specie mattoni)”.  Dal sopralluogo del 5 novembre 2009 della Guardia di Finanza di Vibo si è appurato invece l’abbandono di rifiuti di vario genere, natura e quantità su un’intera area ampia circa 100.000 metri quadri. All’interno del sito è stata accertata la presenza di un terrapieno di circa dieci metri realizzato con ceneri e fanghi derivanti dai processi industriali delle centrali termoelettriche a carbone. Le indagini condotte dalla Procura di Vibo Valentia hanno messo in luce che l’attività della società Fornace Tranquilla S.r.l. era finalizzata allo smaltimento illecito, mediante occultamento, di rifiuti anche pericolosi. Nel periodo compreso tra il 17 maggio 2000 e il 20 settembre 2007 sono stati complessivamente conferiti 134.254.808 tonnellate di rifiuti, il 93,7% dei quali provenienti dalla centrale termoelettrica Enel di Brindisi. La Fornace Tranquilla S.r.l. non sarebbe stata dunque in possesso delle autorizzazioni necessarie e nei fatti ha gestito una quantità di rifiuti superiori ai limiti massimi consentiti dalla legge. 

Peraltro, il compendio investigativo della Procura di Reggio Calabria ha disvelato che 487 tonnellate di rifiuti provenienti dalla centrale termica Enel di Brindisi e destinati al sito Motta San Giovanni erano classificabili come pericolosi e non destinabili quindi al recupero. Tuttavia, per motivi ostativi (presunta infiltrazione mafiosa nella ridetta società con conseguente “sospensione momentanea” del conferimento), i trasferimenti dei rifiuti sono stati dirottati sul sito della “Fornace Tanquilla S.r.l.” Nel procedimento penale in corso dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia, il giudice ha ammesso il Comune di San Calogero quale parte civile. Il Wwf sottolinea quindi che il “Comune di San Calogero è a conoscenza del fatto che ai rifiuti conferiti nel sito è stato falsamente attribuito il C.E.R. 10 01 21 (“Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 10 01 20”, quest’ultimo identificativo di rifiuti pericolosi) e che il dato della non pericolosità è stato successivamente smentito dalla consulenza dell’Arpacal di Cosenza. In particolare, il Ctu ha confermato la pericolosità dei rifiuti in quanto contenenti considerevoli quantità di componenti velenosi (metalli pesanti, solfuri, fluoruri e cloruri, nichel, selenio, stagno e vanadio). Il nichel e il vanadio, combinati con altri elementi, darebbero infatti origine a composti altamente tossici e cancerogeni. Il consulente non ha escluso la concreta e reale possibilità di diffusione nell’ambiente circostante dei componenti pericolosi presenti nel sito, attraverso – sottolinea il Wwf – la dispersione di polveri. L’area, peraltro, è ubicata a ridosso del crinale che fa da spartiacque fra due impluvi, il torrente Cenerato a sud est e il torrente Mammella a nord ovest”. [Continua dopo la pubblicità]

A fronte di tale drammatica situazione, il Wwf Italia, costituito parte civile nel procedimento penale, spiega di essere “costretta ad osservare la mancata adozione di misure volte alla rimozione dei rifiuti presenti sull’area. L’ordinamento giuridico – sottolinea il Wwf – attribuisce al sindaco del Comune territorialmente competente il potere di emanare ordinanze di rimozione, smaltimento recupero e ripristino dello stato dei luoghi, in caso di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti sul suolo, nel suolo e nelle acque superficiali e sotterranee. L’ordinanza di rimozione dei rifiuti abbandonati, oltre che nei confronti dei responsabili dell’abbandono, deve essere indirizzata anche al proprietario o altro titolare di diritti reali o personali di godimenti sull’area ai quali tale violazione sia imputabile a titolo di dolo o di colpa”. Dall’inchiesta, ad avviso del Wwf, è emersa “la chiara responsabilità del principale produttore dei rifiuti, la Centrale Termoelettrica Enel di Brindisi ed il sequestro dell’area interessata non può costituire una causa di inesigibilità della condotta normativamente richiesta perché il proprietario (od il possessore) che sia destinatario dell’ordinanza sindacale di rimozione dei rifiuti deve richiedere al giudice l’autorizzazione ad accedervi onde provvedere alla rimozione”. Da qui la diffida del Wwf al sindaco del Comune di San Calogero ad emettere un’ordinanza per la rimozione dei rifiuti, con una contemporanea petizione allo stesso fine lanciata pure sulla piattaforma change.org. Da ricordare che nell’area dell’ex Fornace – dove sono sepolte 130 mila tonnellate di rifiuti provenienti dalle centrali termoelettriche a carbone Enel di Brindisi, Priolo Gargallo e Termini Imerese – il 2 giugno 2018 è stato ucciso a fucilate Soumaila Sacko, il migrante del Mali che dalla Tendopoli di San Ferdinando si era portato nell’ex Fornace per prelevare delle vecchie lamiere abbandonate. 

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