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Stamattina lungo il litorale di Pizzo una larga chiazza marrone si è presentata in mare. In un primo momento, qualcuno ha pensato al peggio: scarichi fognari abusivi, inquinamento da reflui urbani, vecchi spettri di una costa toppo spesso vittima di simili consuetudini. Ma l’origine della colorazione insolita – come ha spiegato con precisione Pino Paolillo (Wwf) – sarebbe da ricondurre a un fenomeno naturale, ciclico di ogni fiume, in questo caso il vicino Angitola, e legato alle abbondanti piogge degli ultimi giorni. Il maltempo, infatti, negli ultimi giorni ha battuto con forza la provincia di Vibo Valentia, tanto da spingere diversi sindaci a chiudere le scuole nella giornata di ieri, con ordinanze emesse in via precauzionale.

«È un avvenimento naturale», chiarisce Paolillo. «Ogni fiume, in occasione di piogge abbondanti, riversa in mare acque contenenti materiale umico, cioè terreno asportato e dilavato dalle piogge. Queste acque contengono fosfati e nitrati che agiscono da nutrienti nei confronti di alghe del fitoplancton che si riprodurranno in maniera esplosiva quando il mare sarà calmo e in coincidenza di temperature alte».
Non sono solo i fiumi a trasportare nutrienti in mare: anche altri fattori contribuiscono ad arricchire le acque di sostanze come fosfati e nitrati. Polillo sottolinea infatti: «Oltre ai fiumi, fosfati e nitrati si trovano nelle acque reflue non depurate e nei fertilizzanti usati in agricoltura». Il fenomeno della fanghiglia che oggi si è presentata in mare, non rappresenta dunque una minaccia diretta, ma ci ricorda quanto il mare sia specchio – e spesso vittima – di ciò che accade a monte. La tutela della costa inizia dai monti, dalle colline, dai campi coltivati.

