venerdì,Marzo 29 2024

La distanza tra la vita e la morte in uno sguardo al telefonino

Andare a fare la spesa, fare commissioni, andare a lavorare o portare i bambini al mare in auto, è diventata una roulette russa. Il nostro essere responsabili alla guida, può non bastare più a tutelarci! Perché la nostra vita può dipendere dagli altri, non solo da noi

La distanza tra la vita e la morte in uno sguardo al telefonino

C’è qualcosa che non funziona più nella nostra società. O forse, sarebbe meglio dire, che c’è qualcosa che non funziona più in noi. I telefoni, la rete, la nostra mania di essere sempre connessi, di rispondere subito ai messaggi, ci hanno inghiottito in un mondo dal quale non riusciamo più a staccarci. Un mondo che si sta fondendo (per alcuni questo è già avvenuto) a quello reale, spesso con gravi conseguenze per la nostra sicurezza e per quella degli altri.

E l’esempio a questa considerazione arriva palese guardandoci intorno. Oggi è il gioco divenuto virale nel mondo, per la cattura di piccoli esserini usciti dai cartoni animati, che fanno diventare molti ragazzi e adulti, schiavi di un mondo che non c’è; ieri lo era nella condivisione dei video di violenza su ragazzi da parte di coetanei che, annientavano la persona da ambo le parti.

In particolare, mi è successo in un paio d’ore di guida in auto, tra Tropea a Vibo e percorso inverso, che non siamo più padroni neanche della nostra vita. Ed essere arrivata a pensare ciò, mi ha profondamente turbata, perché ero sicura di essere io, padrona del mio destino. Ho incontrato molte, tante persone, guidare distratti dall’uso dei telefonini.

E la mia rabbia, il mio sgomento, è arrivato quando a vedere persone distratte dai loro smartphone, erano camionisti di mezzi pesanti, anche con cisterne piene di materiale infiammabile o, autisti di pullman col mezzo carico di persone.

In particolare, un autista di pullman, ha fatto nascere in me un senso di rabbia tale, che mi ha portata a scrivere questo pezzo. Lo guardavo appena potevo, dallo specchietto retrovisore, anche per evitare che frenando per l’auto che avevo davanti, mi venisse addosso, distratto per come era.

A volte liberava entrambe le mani dal volante per rispondere a qualche messaggio e, sul suo viso nasceva all’improvviso un sorriso. Evidentemente scaturito dalla lettura. Era totalmente assente dalla sua capacità di guida in quegli istanti. E lo spazio che divide la vita dalla morte, si misura proprio con un istante! La mia vita e quella delle persone che gliela avevano affidata, salendo su quel pullman, era legata a quel finissimo istante e alla sua totale mancanza di responsabilità alla guida.

Andare a fare la spesa, fare commissioni, andare a lavorare o portare i bambini al mare in auto, è diventata una roulette russa. Il nostro essere responsabili alla guida, può non bastare più a tutelarci! Perché la nostra vita può dipendere dagli altri, non solo da noi.

Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha concepito per il 2016, una campagna pubblicitaria molto forte, nei confronti di chi guida in maniera irresponsabile. A parlare ci sono attori che raccontano la loro piccola storia. Chiedono scusa per quel momento di distrazione o per non aver allacciato la cintura o aver guidato con un tasso alcolemico alto nel corpo e, diventano malinconici quando descrivono di cose che mai più potranno fare nella loro vita perché parlano da morti e, non possono più far niente per cancellare quell’attimo di dolore.

Da fonti Istat, è stato reso noto che gli incidenti mortali sono aumentati rispetto ai dati del precedente anno. La responsabilità maggiore è di una guida troppo distratta dai cellulari e da questa continua mania di essere connessi anche quando bisognerebbe essere concentrati unicamente sulla guida. Il ministro Del Rio ha affermato: “Mettersi per strada è una cosa seria. Alla guida di un’auto o di altri mezzi, siamo tutti chiamati alla responsabilità verso la nostra vita e quella degli altri”.

Siamo tutti chiamati ad essere realmente responsabili della nostra vita ma, soprattutto, di quella di altre persone che incrociamo, per pochi istanti, sulle nostre strade. E bisognerebbe essere coscienti anche delle condizioni in cui si trovano molti tratti delle nostre strade, per capire che la distrazione potrebbe essere un grande errore.

Dopo un incidente, non si torna indietro. Nessuno ha predisposto un tasto rewind ne sulle nostre auto ne sui nostri corpi. La nostra vita non è un telefonino che accendi e spegni quando ne hai voglia. La vita è una e va protetta anche da questa modernità tecnologica che ci ritroviamo per le mani e, che non sappiamo proprio controllare.

Il video, del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per la campagna pubblicitaria “Sulla buona strada…” per una guida responsabile.

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