«Associandomi ad un notissimo architetto di fama internazionale come Renzo Piano, il quale da tempo si sofferma nel voler intervenire con forza per far rivivere i quartieri invisibili e dimenticati, facendo solo un cenno di modesta portata, segnalo il quartiere Stazione di Vibo Marina dove brutture e le anomalie, già più volte segnalate sulla stampa locale, la fanno ancora da padrone».

Il nuovo obiettivo esplicitato dal presidente dell’associazione Corrado Alvaro, Giuseppe Ceravolo, e rivolto al sindaco Elio Costa, è la riqualificazione urbanistica delle aree degradate della città, in particolare della citata zona di Vibo Marina. Area nella quale, si è intervenuto ma non in maniera, secondo Ceravolo, del tutto adeguata. caso della zona dell’ex stazione. «Speravamo – scrive non a caso – che l’intero tratto che va dalla stazione fino all’ufficio postale sarebbe divenuta una passeggiata con tanto di aiuole, fiori e piante, e qualche panchina ma non, evidentemente, arbusti e canneti che al momento invadono finanche il marciapiede».

Così come «speravamo» aggiunge lo stesso Ceravolo che nei locali «ormai dismessi dell’intera struttura ferroviaria» potesse sorgere «un Museo ferroviario e un info-point. Dà fastidio e ne sono mortificato, il fatto che, mentre altre amministrazioni (come a Briatico dove si è ottenuta in comodato d’uso la stazione) e associazioni hanno accolto di buon grado i miei suggerimenti e consigli – riferisce – qui da noi (a Vibo Valentia, ndr) si sia rimasti sordi e ciechi. Una cittadina con un porto e con le potenzialità offerte da madre natura, non può – è il parere del presidente della Corrado Alvaro – essere ridotta in questo stato. Quando un’amministrazione locale, non “viaggia” con la nobile intenzione di non farsi più depredare dei servizi, succedono queste tristi e orribili situazioni».

Nel concreto la reprimenda di Ceravolo mira a segnalare anche un’altra situazione di degrado che si osserva nel capoluogo, tra il laboratorio Analisi dell’Asp e il retro dell’ospedale dove si presentano numerose «buche e voragini» che «quando piove si ricoprono completamente d’acqua mettendo a rischio l’incolumità delle persone. Se qualcuno del Comune – conclude Ceravolo – se ne facesse carico, non è mai troppo tardi».