È stato sottoscritto al Comando provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia il nuovo protocollo d’intesa tra l’Arma, guidata dal colonnello Antonio Parillo, e l’associazione “Attivamente coinvolte – Aps”, rappresentata dalla presidente e avvocata Stefania Figliuzzi.
La firma è arrivata nel giorno simbolo del 25 novembre, dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, con l’obiettivo di rafforzare la rete territoriale di contrasto e supporto alle vittime.

La presidente dell’associazione antiviolenza ha evidenziato il valore operativo e simbolico dell’accordo: «È un atto concreto per le donne vittime di violenza – ha dichiarato – perché ci permette di entrare in reale sinergia con la rete dei carabinieri provinciali di Vibo. In una giornata così significativa, poter trasmettere un messaggio di presenza e sostegno è fondamentale: noi ci siamo, i carabinieri ci sono, e alle donne deve arrivare l’idea di potersi rivolgere a noi con sicurezza e con la certezza di un aiuto concreto».

A Vibo Valentia è stata sancita la sottoscrizione del protocollo d’intesa tra il Comando provinciale dei carabinieri e il Centro antiviolenza Attivamente coinvolte

Figliuzzi ha poi affrontato il tema della consapevolezza: «È un elemento determinante affinché la donna arrivi alla denuncia. Spesso non è pienamente consapevole della violenza subita, ma noi siamo qui per aiutarla in un percorso individuale, per riconoscere le dinamiche e costruire le strategie migliori per la sua situazione».
Un dato, però, resta critico: «Le denunce sono tante, ma il sommerso è ancora enorme, e dobbiamo ricordarlo. La firma di oggi rappresenta un’ulteriore conferma della vicinanza dell’Arma a chi ha bisogno».

Il colonnello Parillo ha ribadito la missione dell’Arma nel garantire protezione e ascolto:«Il nostro motto è “possiamo aiutarvi”, e anche in questo ambito vogliamo mettere a disposizione la nostra struttura territoriale a beneficio di chi appartiene alle fasce deboli. Siamo presenti capillarmente su tutto il territorio: tutte le Stazioni dipendono dal Comando provinciale di Vibo e sono pronte a recepire le istanze dei cittadini».

La caserma, ha ricordato il comandante, resta un punto di riferimento soprattutto nei centri più piccoli, «dove il sommerso, purtroppo, è spesso maggiore». Parillo ha inoltre illustrato il percorso formativo avviato all’interno dell’Arma: «Abbiamo predisposto una serie di corsi destinati alla maggior parte degli appartenenti, per sviluppare la capacità e la sensibilità necessarie a cogliere quei fenomeni di violenza che restano nascosti, spesso per ragioni culturali. Molte donne fanno fatica a trovare il coraggio di raccontare fragilità o debolezze, ma è importante ricordare che chi usa la violenza è il vero fragile, non la vittima». Infine, un richiamo fermo contro ogni forma di colpevolizzazione: «Dobbiamo evitare ogni rischio di vittimizzazione secondaria. La vittima merita tutela; è il carnefice che deve vivere il disagio della situazione».

La firma del protocollo punta a migliorare l’ascolto, facilitare l’emersione dei casi e accompagnare le donne in un percorso di protezione reale, in una giornata che ricorda a tutti che la violenza non è un fatto privato, ma una responsabilità collettiva.

Nel corso dell’incontro è emerso un dato significativo per il territorio: Vibo Valentia è l’unico capoluogo calabrese a non avere una casa rifugio.Una mancanza che appesantisce il percorso di protezione delle donne vittime di violenza.
A breve, tuttavia, sarà operativa una casa emergenziale a Pizzo, una struttura temporanea dove le donne potranno essere accolte nei primi giorni, in attesa di essere trasferite in una casa rifugio.

Attualmente, in tutta la Calabria, le case rifugio sono solo sei: «Poche», denuncia Figliuzzi, che auspica l’apertura di una struttura anche a Vibo.La presidente ha ricordato come i tentativi fatti con la precedente amministrazione siano naufragati: «Erano stati individuati due beni confiscati alla criminalità, ma si sono rivelati non idonei ad ospitare una casa rifugio. Per questo ho dovuto fare un passo indietro».
Ora, però, si guarda avanti: «Con la nuova amministrazione stiamo reperendo una sede idonea. È una necessità impellente per il nostro territorio».