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Giornata in memoria delle vittime di mafia, l’avvocato Fronte dopo udienza Rinascita Scott: «Solidarietà a Gratteri»

Il legale di parte civile nel maxiprocesso ricorda l’importanza della tutela delle vittime e dei loro familiari che deve camminare di pari passo con la dissociazione dai circuiti criminali ed i principi costituzionali di certezza della pena e rieducazione dei condannati

Giornata in memoria delle vittime di mafia, l’avvocato Fronte dopo udienza Rinascita Scott: «Solidarietà a Gratteri»
L'aula bunker di Lamezia e nel riquadro l'avvocato Giovanna Fronte

di Giovanna Fronte

Oggi, 21 marzo, in Italia si celebra la giornata in memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. Giorno di riflessione e di impegno. Don Luigi Ciotti ci invita a un impegno maggiore su ciò che noi tutti possiamo fare affinché il riconoscimento dei diritti di tutti i cittadini e la realizzazione della giustizia sociale non siano più solo degli slogan. La riflessione, per me, nasce dalla partecipazione ad una delle tante udienze di Rinascita Scott che negli ultimi due anni stanno occupando la maggior parte del mio tempo professionale e mi riferisco all’udienza di ieri, 20 marzo 2023, nel corso della quale è stato escusso il testimone indicato dalla Procura catanzarese, Mangone. Personalmente ho avuto modo di ascoltare il testimone allorquando ha riferito di aver partecipato al dialogo intercorso tra alcuni imputati nel processo Rinascita Scott nel corso del quale sono state espresse minacce gravi all’indirizzo del dottore Nicola Gratteri e dei suoi collaboratori perché “portavano cose concrete”, tanto da fargli rimpiangere di non aver scelto il rito abbreviato del processo che gli avrebbe permesso uno sconto di pena.

Le dichiarazioni del testimone sono ovviamente da accertare e noi abbiamo il dovere di rispettare il principio costituzionale della presunzione di innocenza: garanzia ineliminabile in una società democratica qual è la nostra. Ma abbiamo l’obbligo di meditare e ragionare sull’affermazione riferita dal testimone ed attribuita ai prevenuti “… comandiamo noi, non siamo finiti” e chiedere a gran voce se c’è una seria volontà delle nostre istituzioni di “farla finita” con l’inesorabile prolungamento dei nomi delle vittime innocenti che oggi verranno letti per le vie di Milano. Ho sempre creduto che una efficace azione di contrasto deve necessariamente partire dalla tutela delle vittime e dei loro familiari, in uno con la loro concreta parità processuale, dalla certezza della pena e dalla corretta applicazione delle misure cautelari, con la consapevolezza che la funzione rieducativa della pena, nel caso degli appartenenti alla criminalità organizzata, può essere avviata solo a seguito di una effettiva dissociazione del condannato dalla organizzazione di appartenenza con contestuale riconoscimento delle relative responsabilità. Così come ho sempre creduto che una seria riforma del nostro ordinamento giudiziario, per essere efficace, debba partire dall’analisi concreta delle nostre realtà sociali e non essere frutto di frettolosi impulsi provenienti da ordinamenti stranieri. Da parte mia e delle parti civili che rappresento nel processo Rinascita Scott sento di dover esprimere solidarietà e vicinanza al dottore Gratteri e ai suoi collaboratori e non solo per quanto ieri è emerso nel corso della deposizione del teste.

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