mercoledì,Maggio 15 2024

«Sulla riapertura delle scuole non possiamo più permetterci errori»

L’analisi di Gernando Marasco, componente del coordinamento cittadino del Pd di Vibo: «La paura non può paralizzare la società e l’educazione»

«Sulla riapertura delle scuole non possiamo più permetterci errori»

di Gernando Marasco*

Quando un mese fa la Calabria è stata considerata regione rossa nell’ultimo Dpcm, le perplessità sono state tante e diffuse nell’opinione pubblica: tutti ci chiedevamo quali fossero le motivazioni e in base a quali criteri si fosse arrivati a questa decisione, che sembrava severa e persino discriminatoria. Nella polemica politica che è imperversata, ho trovato contraddittorio e strumentale, e forse anche figlio di una cultura politica liberista che non è la mia, da parte di molti esponenti politici e amministratori di destra, dal presidente Spirlì alla sindaca Limardo, impugnare, o annunciare di farlo, il provvedimento governativo; di mattina invocavano l’apertura dei (pochi) negozi chiusi e la sera stessa hanno emanato ordinanze di sospensione delle attività didattiche nelle scuole elementari e medie. Questa decisione diventa ancora più contraddittoria, forse incomprensibile, ora che la Calabria è zona arancione! Praticamente è tutto aperto, tranne i ristoranti (chiusi dal Dpcm anche per le regioni arancioni) e le scuole, chiuse dai sindaci.

Gernando Marasco

Si dirà che le Asp calabresi hanno chiesto aiuto, trovandosi in difficoltà, consigliando ai sindaci di sospendere le attività didattiche fino al 3 dicembre; e molti sindaci hanno preso alla lettera, a costo di andare contro la linea politico-educativa-sanitaria del governo italiano: tenere le scuole aperte, quantomeno per i bambini e ragazzi più piccoli che si recano a scuola prevalentemente a piedi o con mezzi privati. In questo periodo le scuole dell’obbligo sono aperte in tutta Italia, forse in tutta Europa, tranne in Campania e Calabria; ma questa emergenza fino a quando durerà? E chi deve rispondere di questa disorganizzazione fatta di carenza di tamponi, di ritardo nella comunicazione degli esiti, di contatti che si tracciano col passaparola e non da parte l’Asp? Ci sono responsabilità dirette delle Asp regionali, e quindi anche di quella di Vibo?

Ad ogni modo, il 3 dicembre è passato. Se i sindaci del vibonese, salvo poche eccezioni, smetteranno di emanare ordinanze a oltranza, mercoledì 9 gli alunni delle scuole Materne, Elementari e Medie torneranno in classe. I pericoli innegabilmente ci sono: nessuno può sognarsi di dire che una sala di un ristorante o un’aula scolastica non siano un fattore di rischio o che siano importanti come un supermercato o una farmacia o un pronto soccorso, peraltro fattore di rischio anch’essi. Le condizioni per una riapertura in sicurezza si possono creare col rispetto delle regole e il contributo di tutti: personale scolastico, alunni, genitori, istituzioni e autorità sanitarie (a ogni direzione didattica e istituto comprensivo è stato assegnato un infermiere). Serviranno collaborazione e responsabilità delle famiglie, che dovranno comunicare eventuali situazioni di contatti con soggetti positivi e quarantene fiduciarie degli loro figli più velocemente di quanto possano farlo le autorità sanitarie: le scuole, come è già successo in questo scorcio iniziale di anno scolastico, garantiranno a questi alunni la frequenza a distanza delle lezioni.

È un rischio, certo, e la paura è tanta; ma la paura non può paralizzare la società e uno dei suoi aspetti più importanti, quali l’educazione. Se dovessimo aspettare di debellare il virus o anche solo il vaccino per tornare a scuola, i sindaci vibonesi dovrebbero chiuderle fino a primavera inoltrata. E dopo lo scorso anno scolastico, pregiudicare anche questo con cinque o sei mesi al computer (quando va bene: molti alunni non hanno nient’altro che il telefonino) è una cosa che non possiamo permetterci; i nostri ragazzi, già privati di attività sportive e di aggregazione, non meritano di essere privati anche della socialità, della qualità e dell’uguaglianza che la scuola in presenza garantisce.

*Coordinamento cittadino Partito democratico Vibo Valentia

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