Scontro diocesi-Fondazione di Natuzza, parte la petizione da indirizzare al Vaticano

Nell’ambito dell’interminabile scontro in atto tra diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, seguente alle mancate riforme dello Statuto richieste dal vescovo Luigi Renzo, ci sono da annoverare varie iniziative, più o meno organizzate, tese a convincere il presule a recedere dalla propria posizione, a quanto sembra senza se e senza ma. Tra queste, bisogna sicuramente annoverare la raccolta di firme promossa in questi giorni da alcuni fedeli vicini alla realtà voluta da Natuzza Evolo per la realizzazione della “Villa della Gioia”. 

Una “petizione popolare”, da indirizzare addirittura alle autorità vaticane, attraverso cui i sottoscrittori, «che per molti anni si sono recati a Paravati per pregare davanti alle effigie della Madonna ed ascoltare la santa messa, e dove sempre si sono dissetati della sete di Dio», dopo aver considerato «che dal primo agosto 2017, su disposizione del vescovo della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo, vige un divieto di culto che sta provocando forti sofferenze nelle anime di migliaia di credenti, e che da circa 30 mesi i lavori per la realizzazione della bellissima e grande chiesa sono terminati, grazie al contributo costato sacrifici non indifferenti  a migliaia di devoti», chiedono perentoriamente alla Curia romana tre cose. Nello specifico, «la revoca del divieto di culto e la conseguente ripresa delle funzioni religiose; che i gruppi e i cenacoli di preghiera possano riprendere le loro attività; la consacrazione della nuova chiesa quale casa di preghiera per tutte le anime, luogo per riconciliarsi con Dio e per celebrare il mistero dell’eucarestia». 

Più moderata ed equilibrata appare l’altra iniziativa intrapresa, in questo caso per il 13 maggio, giorno in cui monsignor Renzo presiederà nella spianata della Fondazione la celebrazione eucaristica della “Festa della Mamma”, dal gruppo Facebook “Giovani Mamma Natuzza”. In questo caso, ci si rivolgerà direttamente al presule miletese chiedendo, «quale padre buono e misericordioso, di ritirare il decreto di revoca per consentire a noi pellegrini di poter tornare nella Villa della Gioia a ristorare il nostro spirito come è sempre stato; di sapere la data dell’inaugurazione della Chiesa voluta dalla Madonna, di cui mamma Natuzza è stata una messaggera, fatta con il contributo di tutti noi pellegrini; dialogo, pace e riconciliazione tra la Diocesi e la Fondazione!». La posta in gioco è alta, così come attestano anche gli attacchi concentrici rivolti da più parti a monsignor Renzo attraverso periodici nazionali, addirittura di matrice ecclesiastica, e social network. Sempre più difficile, a questo punto, la possibilità che il vescovo di Campana, forte anche del sostegno della Conferenza episcopale calabra, receda dalle sue decisioni, in assenza dell’approvazione delle riforme dello Statuto da lui richieste.

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