giovedì,Aprile 25 2024

Terzo anniversario della morte di Soumaila Sacko, l’Usb sul luogo del delitto

A San Calogero verrà deposta una corona di fiori per ricordare il ragazzo maliano ucciso a colpi di fucile nell’area dell’ex fornace dove nel frattempo il Comune ha ordinato la bonifica dai rifiuti tossici

Terzo anniversario della morte di Soumaila Sacko, l’Usb sul luogo del delitto

Nel terzo anniversario dell’omicidio di Soumaila Sacko, il ragazzo maliano e attivista sindacale dell’Unione sindacale di base, ucciso a colpi di fucile il 2 giugno 2018, l’Usb lo ricorderà deponendo una corona di fiori durante una breve cerimonia che si terrà alle ore 11 sul luogo dell’omicidio, l’ex fornace “La Tranquilla” nel comune di San Calogero. Nel pomeriggio del 2 giugno, alle ore 16, l’Usb e il centro socio-culturale “Nuvola Rossa” terranno poi a Villa San Giovanni in via 2 Novembre 81 un’assemblea pubblica sulla condizione dei braccianti migranti nel periodo della pandemia. Al centro della discussione – anticipa un comunicato – lo sfruttamento lavorativo, la precarietà abitativa, l’assenza totale di assistenza sanitaria e della possibilità di vaccinazione anti Covid. Nel corso dell’incontro sarà lanciata la campagna di sottoscrizione per l’acquisto di mezzi mobili per il sindacato di strada, per permettere di raggiungere i lavoratori nei posti di lavoro e negli insediamenti abitativi.La campagna di sottoscrizione è promossa da Csc Nuvola Rossa, Ciss, Cric, Crocevia, Progetto Diritti, Associazione Accoglienza Controvento, Rete Iside Onlus. [Continua in basso]

Il barbaro omicidio di Sacko Soumaila – padre di una bambina di cinque anni – ha suscitato un’ondata di indignazione in tutta Italia, dalle più alte cariche politiche ai cittadini comuni. Dopo un viaggio di oltre undicimila chilometri, Soumayla Sacko – che si era recato in bicicletta da San Ferdinando nell’area dell’ex Fornace di San Calogero per prelevare delle vecchie lamiere – è stato sepolto nel cimitero di Sambacanou, un villaggio del Mali dal quale proveniva. A Rosarno e San Ferdinando, il ragazzo quale attivista del sindacato Usb, era sempre in prima fila nel difendere i diritti dei lavoratori. 

La condanna e gli arresti domiciliari da rivedere

Per l’omicidio di Soumaila Sacko l’11 novembre dello scorso anno la Corte d’Assise di Catanzaro ha condannato Antonio Pontoriero, 46 anni di San Calogero, alla pena di 22 anni di reclusione. Nell’ottobre dello scorso anno, invece, il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha concesso ad Antonio Pontoriero gli arresti domiciliari (con l’ausilio del braccialetto elettronico), permettendogli così di lasciare il carcere. Tale decisione è stata però annullata con rinvio dalla Cassazione che ha ordinato un nuovo esame accogliendo il ricorso presentato dal procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo. [Continua in basso]

Nell’area della fornace sotto sequestro ordinata la bonifica

L’intera area dell’ex fornace “La Tranquilla”, che Antonio Pontoriero considerava “cosa propria” pur non avendone alcun titolo, si trova dal 2011 sotto sequestro a seguito dell’operazione della Procura di Vibo Valentia denominata “Poison” che mira a far luce sullo smaltimento illecito di 134mila tonnellate di rifiuti tossici – ceneri e fanghi industriali provenienti dalla centrale termoelettrica Enel di Brindisi – che, ad avviso degli inquirenti, sarebbero state illecitamente conferite tra il 2000 e il 2007. Il processo in sede penale è ancora in corso – a distanza di anni – dinanzi al Tribunale monocratico che, fra giudici incompatibili, mancate notifiche ed udienze fissate per errore persino in giorni festivi, si appresta a dichiarare la prescrizione di tutti i reati non ancora prescritti.

Il Comune di San Calogero

Nell’aprile del 2019 il Wwf ha lanciato una petizione per chiedere l sindaco di San Calogero di firmare un’ordinanza di rimozione dei rifiuti pericolosi. Le tante sottoscrizioni hanno portato l’allora sindaco Nicola Brosio ad adottare una delibera di indirizzo per la bonifica dell’area, mentre l’attuale primo cittadino Giuseppe Maruca ha firmato l’ordinanza con la quale ha imposto all’Enel, ai proprietari dei terreni e ai titolari della società che gestiva la “Fornace” la bonifica dell’area contaminata, permanendo ancora un grave rischio per la salute pubblica e la tutela dell’ambiente. La bonifica necessita però del dissequestro temporaneo dell’area da parte della Procura di Vibo e quindi anche del parere favorevole dell’Arpacal.

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