Richiesta di rinvio a giudizio del pm della Procura di Catanzaro, Debora Rizza, nei confronti di quattro indagati, tutti del Vibonese, coinvolti in un’inchiesta della Squadra Mobile di Vibo Valentia. Dinanzi al gup, Antonio Battaglia, il 29 giugno prossimo dovranno comparire: don Felice La Rosa, 43 anni, di Calimera (frazione di San Calogero), ex parroco di Zungri (difeso dall’avvocato Francesco Stilo); Miroslaev Iliev, 30 anni, di nazionalità bulgara, residente a Vibo (già condannato a 5 anni e 6 mesi nell’operazione “Settimo Cerchio”) ed attualmente detenuto (avvocato Antonino Crudo); Mariano Mamone, 55 anni, di Parghelia (avvocati Mario Bagnato e Michele Colace); Luciano Restuccia, 53 anni, nativo di San Calogero ma domiciliato a Mileto (avvocato Michele Pagnotta). Per don Felice La Rosa – che nel febbraio scorso ha lasciato gli arresti domiciliari ed è ritornato in libertà – la nuova accusa è quella di detenzione di materiale pedopornografico in ingente quantità, realizzato utilizzando minori di 18 anni. Sul suo telefonino, sequestrato il 16 novembre 2016, gli investigatori hanno infatti trovato 132 immagini pedopornografiche. Il 25 settembre scorso, don Felice La Rosa è stato condannato a 2 anni e 4 mesi al termine dell’operazione denominata “Settimo Cerchio” condotta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia. Il parroco ed il pensionato Francesco Pugliese, 65 anni, di Zungri (condannato a 2 anni e 8 mesi) secondo l’accusa avrebbero avuto rapporti sessuali con minorenni – reclutati dal bulgaro Miroslaev Iliev – dietro pagamento di 50 euro a prestazione. Venti euro sarebbero state trattenute dal bulgaro e 30 dal ragazzo minorenne.
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