Non regge nei confronti di Franco Saragò la richiesta di incandidabilità avanzata dal Ministero dell’Interno sulla scorta della legge antimafia. Nessuna responsabilità dell’allora consigliere comunale di minoranza del Comune di Ricadi nello scioglimento degli organi elettivi per infiltrazioni mafiose dell’ente deciso l’11 febbraio 2014. E’ quanto deciso dalla Corte d’Appello di Catanzaro (sezione civile) dopo un annullamento con rinvio operato dalla Cassazione che aveva invitato i giudici a valutare nel merito le contestazioni poiché la legge va interpretata nel senso che l’eventuale turno di incandidabilità va scontato non presentandosi alle elezioni amministrative che si tengono nel proprio Comune (oltre che alle elezioni provinciali e Regionali). Per Franco Saragò – assistito dall’avvocato Antonio Scuticchio – dopo quattro anni è la fine di un incubo: con lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di Ricadi del 2014, la sua persona non ha nulla a che vedere.
Un anziano sacerdote, zio del consigliere Franco Saragò, sarebbe invece andato a Limbadi a casa del boss Pantaleone Mancuso (cl. ’47, deceduto nell’ottobre 2015) a chiedere voti per il nipote (all’insaputa dello stesso) candidato alle amministrative del Comune di Ricadi. Il sostegno elettorale in tale caso, stando alle risultanze dell’inchiesta “Black money”, avrebbe portato in favore del candidato Saragò solo un voto. Una vicenda per la quale è stata riconosciuta la totale estraneità di Franco Saragò (che è stato sempre consigliere di minoranza e di opposizione rispetto all’amministrazione Giuliano) e che, soprattutto, nulla ha a che vedere con le motivazioni che hanno portato allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Ricadi e con gli atti amministrativi contestati alla maggioranza ed all’amministrazione guidata dall’allora sindaco Giuliano. Da ricordare, infine, che in sede amministrativa, invece, il Consiglio di Stato nel maggio del 2016 ha confermato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi del Comune di Ricadi, già deciso dal Tar del Lazio. In tale caso i giudici hanno respinto il ricorso presentato dagli ex amministratori di Ricadi quali l’ex sindaco Pino Giuliano, Michele Mirabello (attuale consigliere regionale del Pd), Francesco Giuliano, Vera Carone, Francesco Pantano, Giuseppe De Carlo, Francesco Mazzitelli, Nicola Tripodi, Mercurio De Carlo. Ricorso finalizzato al ripristino della vecchia amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministero dell’Interno.
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