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Riapre la Villa comunale, ma sotto il vestito… poco o nulla

Breve cerimonia di taglio del nastro, questa mattina, per la riapertura dello spazio verde che da oggi porterà il nome del capitano vibonese dell’esercito Nazzareno Cremona. Non sfuggono carenze e lacune di una ristrutturazione che non sembra non aver riguardato servizi, aiuole e aree attrezzate.

Riapre la Villa comunale, ma sotto il vestito… poco o nulla
Il taglio del nastro alla Villa comunale il 27 dicembre 2015

Una riapertura dai toni dimessi. Un taglio del nastro forse forzato nei tempi e cercato con insistenza, quasi con fretta, probabilmente per esorcizzare i fantasmi delle lungaggini burocratiche comunali che mal si conciliano con le urgenze della politica e le aspettative dei cittadini.

Risultato: una riqualificazione compiuta a metà, che rimette ordine tra i vialetti, dove scompaiono ciottoli e brecciolino, sostituiti da una più pratica e uniforme colata di cemento; un palchetto in legno a dominare lo spazio centrale; qualche cartello ad indicare le specie arboree; inferriate in ordine e poche altre migliorie apportate qua e là. A far da contraltare: servizi nulli, aiuole in preda a sterpaglie e confusione, nessuna area attrezzata per i più piccoli e tante altre lacune che non sono sfuggite ai primi visitatori.

Benvenuti nella Villa comunale di Vibo Valentia, da oggi riaperta al pubblico e intitolata al capitano vibonese Nazzareno Cremona, eroe d’altri tempi celebrato da Ungaretti di cui però, ancora, non v’è traccia che sia una su targhe, cippi e quant’altro. Una breve cerimonia a sancire il nuovo corso, giocolieri e acrobati a riscaldare un’atmosfera in cui, tuttavia, sono prevalse le buone intenzioni rispetto ai risultati di una riqualificazione partita da tempo (fu l’amministrazione Sammarco ad ottenere il finanziamento), costata non poco (oltre 1,3 milioni di euro il finanziamento complessivo entro il quale sono rientrati anche questi lavori) e finita così: tra la “necessità” di restituire alla città quello spazio verde e le evidenti carenze che lo rendono, inevitabilmente, ancora fine a se stesso.

Del resto neppure il sindaco Elio Costa ne ha fatto mistero subito dopo il taglio del nastro. «Ci sono ancora molte cose da fare e le faremo» ha dichiarato. Aggiungendo, come a voler scacciare le ombre del “grande male” della pubblica amministrazione, che «bisogna cambiare impostazione, partire dal presupposto che oggi è già tardi. Fare in modo che l’imponenza della burocrazia del Comune di Vibo Valentia si ridimensioni e che, come nel caso del “palazzo della vergogna”, i tempi tecnici si riducano al minimo indispensabile».

Per il resto, i progetti riguardanti la Villa comunale enunciati dal primo cittadino sono molteplici. «Si è già avviata una convenzione con il Consorzio di bonifica per la cura del verde pubblico – ha assicurato -; si sta predisponendo una gara per la gestione del bar; nel giro di un mese arriveranno panchine e giochi». E, allargando il campo, il sindaco ha parlato di una «transazione con lo Sporting Club, affinché se ne possano rinverdire i fasti di un tempo e si torni ad incentivare lo sport», nonché di «manifestazioni d’interesse per il Parco delle rimembranze e Villa Gagliardi, attualmente in preda ai vandali», soggetti inqualificabili, contro i quali «si prenderanno seri provvedimenti: dall’installazione di un sistema di videosorveglianza e multe salate per chi non mostrerà rispetto per la città».

E, infine, sempre dentro la Villa comunale, il sindaco pensa ad una «piantina generale, dove siano indicati spazi e servizi», mentre sulla sua personale mappa di Vibo, Elio Costa pare abbia voluto mettere in fretta un’altra bandierina, sotto la quale, al momento, però sembra non esserci granché.

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