giovedì,Marzo 28 2024

Vibo, nel pieno delle sue facoltà chiede l’Estrema unzione al Papa e la festeggia con 70 invitati

A 88 anni la professoressa Giovanna Mancini ha voluto accanto a sé parenti e amici per salutare un sacramento generalmente impartito agli infermi in fin di vita  

Vibo, nel pieno delle sue facoltà chiede l’Estrema unzione al Papa e la festeggia con 70 invitati

Non accade tutti i giorni e forse per questo giova raccontare la piccola ma significativa pagina di storia di una insegnante di matematica in pensione, discendente da una famiglia signorile vibonese, che all’età di 88 anni, scrive a Papa Francesco per chiedere la benedizione e ricevere il sacramento della Estrema unzione nella sua casa alla presenza dei suoi cari e di persone a lei vicine, superando il più classico sistema che vede di solito la richiesta del sacramento di Estrema unzione per l’ammalato soltanto in prossimità dell’ultimo respiro. Giovanna Mancini, nubile, ex docente di matematica nelle scuole di Vibo Valentia, che soltanto oggi decide di rendere nota la sua iniziativa, vive nella sua confortante dimora di Palazzo Mancini su corso Vittorio Emanuele III ed è assistita da una amica con la quale spesso attiva, in penombra, come è suo costume, iniziative di solidarietà per mantenere in piedi, unitamente ad altre dell’Associazione benefica, l’opera della “San Vincenzo de Paoli”. Forse leggendo questo qualcuno, individuandola, non mancherà di ricordarla per il suo impegno con il Gruppo Folk “Città di Vibo Valentia”, dove Giovanna, unitamente ad un ristretto gruppo di dirigenti, rivestiva un ruolo di straordinario impegno, prendendosi cura dell’aspetto culturale e di quello dei balli che appartengono alle tradizioni popolari calabresi e che hanno sempre costituito il fiore all’occhiello del Gruppo che negli anni ha guadagnato meriti e riconoscimenti a livello anche internazionale come l’Europeade del folk. (L’articolo prosegue sotto la pubblicità)

Giovanna Mancini è una persona che con il suo gentile aspetto ed il suo tatto non comune si prodiga, in piena umiltà, verso chi ha bisogno, cercando di capire le necessità di chi soffre ed impegnando quasi tutta la sua opera quotidiana in un progetto di condivisione con amiche ed amici con cui da decenni opera, in piena sintonia ed in rispettoso silenzio soprattutto per tutelare la dignità di chi vive una vita di stenti e di serie difficoltà non solo ambientali. Oggi, Giovanna Mancini, nel pieno delle sue facoltà mentali, in lotta con le sue sofferenze dovute all’età, costretta a restare a casa, rompe con la consuetudine e decide, assistita dal suo consulente ecclesiastico, monsignor Filippo Ramondino, cancelliere vescovile, di chiedere il permesso al parroco di Santa Maria del Soccorso, don Alfonso Napolitano, per una solenne celebrazione del sacramento della Estrema unzione nella sua abitazione, secondo un programma da lei voluto e perfettamente attuato. Giovanna Mancini non delega a nessuno i suoi compiti di padrona di casa ed accoglie i suoi settanta ospiti che prendono posto per ascoltare la Santa Messa, tra preghiere e canti, concelebrata da monsignor Filippo Ramondino, don Antonio Gisonno e don Alfonso Napolitano.

«Nel corso della liturgia si percepiva la presenza dello Spirito Santo – testimonia qualcuno tra i presenti – e la commozione è stata davvero grande e gioiosa». Ultimata la cerimonia, Giovanna Mancini apre alla grande festa dell’accoglienza, firmata da Pucci Morazzoni, direttrice del 501 hotel, in un’armonia inedita fatta di sguardi e sorrisi tra giovani e adulti partecipanti e che precede il grande gesto di una offerta in danaro devoluta, poi, alla Conferenza “San Vincenzo de Paoli”. A chi ha avuto il privilegio di aderire, starle accanto e gioire insieme, Giovanna Mancini, esprimerà, alla fine, tutta la sua soddisfazione. «Sono contenta per la vostra gradita presenza e vi ringrazio tantissimo per essere qui tutti presenti». Poi, l’intervento di una delle sue più fedelissime amiche: «Il sacramento della Estrema unzione – dice chi preferisce mantenere l’anonimato – ora meglio definito Sacramento degli Infermi, viene impartito nei momenti di fine vita dal sacerdote. Oggi Giovanna Mancini, con la sua iniziativa, ci ha dato una bella lezione di vita, offrendo una versione più adeguata del Sacramento. E’ vero in altri Paesi si brinda, alla presenza del defunto ma noi tutti che abbiamo aderito alla sua idea ne siamo stati molto contenti». Giovanna Mancini unitamente a questo inedito momento liturgico e di grande fede lascerà in eredità ai vibonesi un messaggio di grande speranza: come stare bene con tutti fino alla fine dei nostri giorni dopo aver coltivato con la preghiera e la più piena consapevolezza ed amore la fede in Dio, presentandosi con animo sereno ed in pace anche nel momento del trapasso a miglior vita.         

 

top