Lascia il carcere per gli arresti domiciliari Vincenzo Pugliese, 42 anni, di Sciconi di Briatico, detenuto per scontare una pena a 13 anni, sei mesi e venti giorni di reclusione per narcotraffico internazionale di cocaina nell’ambito dell’operazione “Meta 2010” che ha colpito la rete di narcos legati al defunto Vincenzo Barbieri, ucciso nel marzo del 2011 a San Calogero. Il magistrato di Sorveglianza di Spoleto ha infatti accolto un’istanza dell’avvocato Giovanni Vecchio per l’ammissione provvisoria di Vincenzo Pugliese al beneficio della detenzione domiciliare per l’espiazione della pena che è iniziata a decorrere il 10 ottobre del 2011 con fine pena previsto per il 22 ottobre 2023. La sentenza di condanna era divenuta definitiva il 21 giugno 2016. Il differimento provvisorio della pena è stato avanzato in ragione di alcune gravi patologie psico-fisiche dalle quali Pugliese è affetto e che anche per il Tribunale lo rendono incompatibile con il regime carcerario. Da qui gli arresti domiciliari a Spinetta Marengo, in provincia di Alessandria. Vincenzo Pugliese insieme al padre Giuseppe (anche lui condannato a 13 anni e 6 mesi) avrebbe rappresentato lo “snodo” fra i colombiani ed i vertici dell’organizzazione italiana di narcotrafficanti (Vincenzo Barbieri, Giuseppe Topia, Giorgio Galiano e Antonio Franzè) ed entrambi sarebbero stati impegnati nel trasferimento del denaro all’estero in cambio dello stupefacente.
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