venerdì,Aprile 19 2024

Inchiesta “Giardini segreti”, revocate a Vibo alcune misure cautelari

Per sette imputati il pm ha già avanzato al gup la richiesta di rinvio a giudizio. Alla bese delle accuse le dichiarazioni di Emanuele Mancuso

Inchiesta “Giardini segreti”, revocate a Vibo alcune misure cautelari
Nel riquadro Emanuele Mancuso

Il gup del Tribunale di Vibo, Giovanni Garofalo, ha revocato la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di quattro imputati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Giardini segreti” nata dalle dichiarazioni del nuovo collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso. Per un quinto è stato revocato l’obbligo di dimora. La revoca dell’obbligo di firma è stata decisa per: Maria Ludovica Di Stilo, 24 anni di Vibo (avvocato Carmine Pandullo); Salvatore Ferraro, 22 anni, di Rombiolo (avvocato Mario Ferraro); Riccardo Papalia, 35 anni di Nicotera (difeso dall’avvocato Francesco Capria). Revocato, invece, l’obbligo di dimora per William Gregorio, 24 anni, di San Ferdinando (avvocato Nicola Rao). Per tali imputati il pm della Procura di Vibo, Claudia Colucci, ha già chiesto il rinvio a giudizio unitamente ad altre due imputati a piede libero: Giacomo Chirico, 22 anni, di Maierato (difeso dall’avvocato Mario Bagnato) e Antonio Curello, 22 anni, di Vibo ma domiciliato a Rho (assistito dall’avvocato Vincenzo Brosio). Giacomo Chirico è accusato di aver trasportato e commerciato un imprecisato quantitativo di marijuana, mentre Maria Ludovica Di Stilo e Salvatore Ferraro avrebbero illecitamente detenuto lo stupefacente. Antonio Curello è invece accusato di aver acquistato un imprecisato quantitativo di stupefacente ai fini di spaccio. Per William Gregorio l’accusa è quella di aver trasportato marijuana a bordo di un veicolo diretto in Puglia per venderla a terzi ai fini di spaccio. Riccardo Papalia si sarebbe infine adoperato a soccorrere il mezzo – andato in avaria sull’autostrada nel tratto di Pizzo – a bordo del quale il 10 agosto 2016 sarebbe stato trasportato lo stupefacente, mettendo a disposizione la propria autovettura per consentire il soccorso e recuperare la sostanza stupefacente. Tale procedimento penale rappresenta solo una parte della più vasta operazione denominata “Giardini segreti”. Altre posizioni sono infatti rimaste di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, mentre alcune sono finite per competenza territoriale alle Procure di Cosenza e Viterbo.

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