martedì,Aprile 16 2024

“Petrol Mafie”: chiesti 85 rinvii a giudizio, c’è pure il presidente della Provincia di Vibo

Salvatore Solano accusato dei reati di corruzione, concorso nel minacciare gli elettori e turbata libertà degli incanti con l’aggravante mafiosa. Il processo chiesto anche per dipendenti e funzionari provinciali, ex consiglieri comunali, imprenditori, boss dei clan Mancuso, Fiarè e dei Piscopisani

“Petrol Mafie”: chiesti 85 rinvii a giudizio, c’è pure il presidente della Provincia di Vibo
Il magistrato Nicola Gratteri
Il procuratore Nicola Gratteri

Sono in totale 85 le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Dda di Catanzaro (procuratore Nicola Gratteri, pm Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso) nell’ambito dell’inchiesta “Petrol Mafie”, nota anche come operazione “Rinascita Scott 2” o “Dedalo”.
La lunga attività investigativa ha fatto emergere gravi indizi a carico di persone ritenute vicine alla mafia che, grazie alla collaborazione di imprenditori titolari e gestori di attività economiche ubicate in Sicilia, operanti nel medesimo settore, avrebbero costituito, organizzato e diretto un’associazione per delinquere, con base a Vibo Valentia, finalizzata alla evasione dell’Iva e delle accise su prodotti petroliferi. 

Il sistema di frode consisteva nell’importazione dall’est-Europa di prodotti petroliferi artefatti (miscele) e oli lubrificanti, successivamente immessi in commercio come gasolio per autotrazione, con conseguenti cospicui guadagni dovuti al differente livello di imposizione. I prodotti venivano, quindi, trasportati, con documentazione di accompagnamento falsa, presso i siti di stoccaggio nella disponibilità dell’associazione, ubicati in Maierato e Santa Venerina, pronti per essere immessi sul mercato. [Continua in basso]

Salvatore Solano

Ma l’inchiesta mira a far luce, fra l’altro, sui condizionamenti sull’ente Provincia di Vibo Valentia, dalle elezioni agli appalti, tanto che fra gli indagati (scambio elettorale politico mafioso, corruzione e turbata libertà degli incanti) c’è anche il presidente Salvatore Solano (che è pure sindaco di Stefanaconi) nei cui confronti la Dda ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio unitamente a tre dipendenti della Provincia: Antonio Francolino, Isaia Angelo Capria e Gaetano Del Vecchio (tutti indagati per turbata libertà degli incanti).

Fra le richieste di rinvio a giudizio, anche quelle nei confronti dei boss Luigi Mancuso e Francesco Mancuso (detto “Tabacco”) di Limbadi, Francescantonio Anello di Filadelfia, Giuseppe e Antonio D’Amico (primi cugini del presidente della Provincia Salvatore Solano) di Piscopio, Filippo Fiarè e Gregorio Giofrè di San Gregorio d’Ippona, l’ex consigliere comunale di Vibo Franco Tedesco (detenuto per l’operazione “Imponimento”) e numerosi altri vibonesi. [Continua in basso]

Le accuse nei confronti del presidente della Provincia di Vibo

Giuseppe D’Amico

Salvatore Solano, che è anche sindaco di Stefanaconi, è indagato per concorso morale nell’effettuare minacce nei confronti degli elettori insieme al cugino Giuseppe D’Amico esecutore materiale e corruzione: avrebbe chiesto sostegno elettorale al cugino Giuseppe D’Amico di Piscopio, ritenuto elemento di spicco dei clan, di procacciare voti in suo favore nei comuni di Vibo Valentia, Capistrano, Filandari, Francica, San Nicola da Crissa, Tropea “in cambio – secondo i magistrati della Dda di Catanzaro – del proprio stabile asservimento agli interessi del D’Amico, realizzato attraverso l’impegno permanente a compiere od omettere una serie indeterminata di atti ricollegabili alla funzione di presidente della Provincia”.
Solano insieme a D’Amico e a tre dipendenti della Provincia è pure indagato per il reato di turbata libertà degli incanti e nei suoi confronti e del cugino Giuseppe D’Amico la contestazione è aggravata dalle finalità mafiose.

L’udienza preliminare è stata fissata dal gup distrettuale, Matteo Ferrante, per il 4 ottobre prossimo nell’aula bunker di Lamezia Terme. [Continua in basso]

Francesco Mancuso

Queste tutte le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Dda di Catanzaro: Pietro Alberto Agosta, 1986, Catania; Enrica Costa, 1993, Catania; Roberto Aguì, 1971, Bovalino; Nicola Amato, 1975, Catania; Francescantonio Anello, 1989, Filadelfia; Benedetto Avvinto, 1974, Cercola (Na); Giuseppe Barbieri, 1973, di Sant’Onofrio (detenuto per Rinascita Scott); Gennaro Basile, 1983, Napoli; Anna Bertozzi, 1958, Roma; Luigi Borriello, 1975, Torre del Greco; Anna Buonfante, 1991, Napoli; Vincenzo Campajola, 1965, Napoli; Gerardo Caparrotta, 1968, di Sant’Onofrio; Antonio Angelo Isaia Capria, 1964, Nicotera (dipendente della Provincia di Vibo); Armando Carvelli, 1986, Crotone; Giovanni Carvelli, 1984, Catanzaro; Raffaele Celotto, 1989, Napoli; Alberto Coppola, 1977, Napoli; Carmine Coppola, 1998, Napoli; Roberta Coppola, 1998, Torre del Greco; Felice D’Agostino, 1982, Bari; Angela D’Amico, 1967, Vibo Valentia (frazione Piscopio); Antonio D’Amico, 1964, di Piscopio; Domenica D’Amico, 1960, Vibo Valentia;

Antonio D’Amico

Giuseppe D’Amico, 1972, Piscopio; Rosa D’Amico, 1966, Vibo Valentia; Francesco D’Angelo, 1946, alias Ciccio Ammaculata, Piscopio; Gaetano Del Vecchio, 1962, Tropea (dirigente della Provincia di Vibo); Virginia Di Cesare, 1993, Roma; Biagio Esposito, 1984, Napoli; Carmelo Fabretti, 1980, Catania; Zera Vincenzo Falduto, 1988, Reggio Calabria; Gioacchino Falsaperla, 1965, Catania; Giuseppe Fasulo, 1962, Taranto; Filippo Fiarè, 1957, San Gregorio d’Ippona; Sebastiano Foti, 1976, Catania; Antonio Francolino, 1965, Vibo (dirigente della Provincia di Vibo); Salvino Frazzetto, 1959, Catania; Pasquale Gallone, 1960, Nicotera; Gregorio Giofrè, 1963, San Gregorio D’Ippona;
Salvatore Giorgio, 1974, Catanzaro; Gennaro Gravino, 1976, Napoli; Giasone Italiano, 1969, Delianuova; Gabriele La Barbera, 1987, Palermo; Salvatore La Rizza, 1980, Vibo Marina; Cesare Nicola Limardo, 1993,  residente a Limbadi (in qualità di titolare della D.I. Lcn Petroli ubicata a Filandari); Marco Lione, 1973, Napoli; Paolo Lipari, 1977, di Stefanaconi; Sebastiano Lo Torto, 1970, Nicotera; Francesco Mancuso, 1957, alias “Tabacco”, di Limbadi; Luigi Mancuso, 1954, di Limbadi;

Luigi Mancuso

Silvana Mancuso, 1969, di Limbadi; Nazzareno Matina, 1971, di Stefanaconi; Giuseppe Mercadante, 1979, Caserta; Giulio Mitidieri, 1952, Marsicovetere (Pz); Francesco Monteleone, 1985, di Vibo Valentia ma residente a Milano; Luciano Morabito, 1958, Africo; Lucia Nurcato, 1971, Napoli; Irina Paduret, 1986, Moldavia; Zhelev Petyo Petkov, 1978, Bulgaria; Fabio Pirro, 1978, Napoli; Francesco Saverio Porretta, 1974, Milano; Antonio Prenesti, 1966,  di Nicotera; Daniele Prestanicola, 1982, di Maierato; Rosamaria Pugliese, 1975, di Maierato;Rocco Raccosta, 1955, Oppido Mamertina; Antonio Ricci, 1960, Salerno; Domenico Rigillo, 1972, San Vito sullo Ionio; Orazio Romeo, 1969, Catania; Giuseppe Ruccella, 1981, di Filogaso;Francesco Rugeri, 1968, Catania; Fortunato Salamò, 1966, Vibo Valentia; Rosario Cristian Santoro, 1995, Palermo; Emanuela Scevola, 1981, Napoli; Damiano Sciuto, 1989, Catania; Antonino Signorello, 1968, Catania; Ciro Sodano, 1988, Napoli; Salvatore Solano, 1979, sindaco di Stefanaconi e presidente della Provincia di Vibo Valentia; Francescantonio Tedesco, 1968, di Vibo Valentia (in carcere per l’inchiesta Imponimento, ex consigliere comunale di Vibo); Giuseppe Terranova, 1963, Messina; Primo Alessandro Tirendi, 1982, Milano; Domenico Roberto Tirendi, 1986, Napoli; Ernesto Tortora, 1975, Napoli; Roberto Trovato, 1987, Catania; Angelo Ucchino, 1983, Modena; Salvatore Ucchino, 1978, Taormina; Gennaro Visese, 1977, Napoli.

Parti offese vengono indicate dalla Dda di Catanzaro: la Provincia di Vibo Valentia, i Comuni di Limbadi e Sant’Onofrio, la Regione Calabria, l’Agenzia delle Entrate, la ditta Cooper Poro, l’imprenditore di Vibo Filippo Colacchio, Michele Fiorillo, Giuseppe Fiorillo, Sergio Leonardi, Gioacchino Falsaperla. Tutti costoro potranno costituirsi parti civili nel procedimento.

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