giovedì,Aprile 18 2024

Sofia, salvata dall’annegamento a 5 anni: «Voglio incontrare il mio angelo custode»

La piccola, la scorsa estate, rischiò di morire sulla spiaggia di Zambrone. Tra chi si precipitò a soccorrerla anche una sconosciuta dottoressa. Oggi l’appello al nostro giornale: «Aiutatemi a ritrovarla per dirle "grazie"»

Sofia, salvata dall’annegamento a 5 anni: «Voglio incontrare il mio angelo custode»

Ci sono storie che ammaliano, altre che emozionano, alcune che tolgono il fiato. Questa, è una di quelle storie che stringe come in una morsa dolorosa il cuore, fa mancare il fiato, ma riesce a commuovere per il suo felice epilogo. L’11 luglio 2018 la famiglia di Sofia, decide di scendere al mare a Zambrone per passare una giornata di relax. Senza immaginare però che, da lì a poco, quelle ore spensierate si sarebbero trasformate nel peggiore dei ricordi, segnando la loro vita per sempre. Sofia, cinque anni, grandi e dolcissimi occhi scuri, corre in mare ancor prima che la mamma riesca a mettere a terra le borse del mare. Improvvisamente, va giù nell’acqua. La mamma ha gli occhi addosso a lei. Allo stesso modo, anche un amico di famiglia poco vicino, il vigile del fuoco Antonio Muggeri, avverte che la bambina ha bisogno di aiuto e corre in suo soccorso. La porta fuori dall’acqua, tra le braccia della madre frastornata e incredula per quanto sta succedendo. Inizia a praticarle un primo soccorso. Capiscono che la situazione è grave perché la bambina non reagisce. Chiedono, implorano aiuto. Tra i tanti che accorrono accanto al corpicino immobile della bambina, ci sono anche un pediatra e una dottoressa. Quest’ultima, in particolare, continua a praticare il primo soccorso iniziato da Muggeri e, collegata telefonicamente con l’ospedale, guida i soccorsi. La bambina è priva di conoscenza e la situazione si presenta talmente grave da richiedere l’intervento dell’elisoccorso. Sofia passa tre giorni sedata in terapia intensiva al Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, in condizioni gravissime per sindrome da annegamento e con danni ad uno dei polmoni invaso dall’acqua di mare. In seguito, appena le condizioni cliniche lo hanno permesso, la bambina è stata risvegliata. Ora Sofia sta bene: corre, gioca, va a scuola, fa i compiti, chiede le coccole o fa arrabbiare i genitori, come tutti i bambini del mondo.

Il vigile del fuoco, Antonio Muggeri, è stato premiato con una targa, per la prontezza di riflessi, nell’essersi precipitato in soccorso della bambina. La famiglia è riuscita a mettersi in contatto anche con il pediatra che le è stato accanto in spiaggia prima che arrivasse l’elisoccorso. Nulla, invece, hanno potuto appurare della dottoressa che ha praticato il primo soccorso alla piccola. Sofia vorrebbe dirle grazie. Lo desidera fortemente, lo chiede costantemente ai genitori. Vorrebbe ringraziare quella donna per averla salvata, per averle permesso, con il suo intervento, di superare quel drammatico momento e di poter vivere. I genitori raccontano che Sofia dice spesso di voler diventare una dottoressa da grande. Per salvare tante vite. Proprio come ha fatto la dottoressa con lei in spiaggia. La loro speranza di ritrovarla è contenuta in questo articolo. Desiderano che sia condiviso così tanto da poter arrivare a quella donna, a cui Sofia, da grande, vorrebbe assomigliare. E se potrà farlo, è anche grazie a lei.

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