martedì,Aprile 16 2024

Dasà, tripudio di folla per la storica e suggestiva ‘Ncrinata – Video

Si è rinnovata, come da 300 anni a questa parte, la manifestazione religiosa tra le più suggestive della regione. All’evento hanno preso parte almeno 3000 persone   

Dasà, tripudio di folla per la storica e suggestiva ‘Ncrinata – Video
La 'Ncrinata di Dasà

Martedì di Pasqua. Una giornata vissuta con trasporto nell’entroterra vibonese. A Dasà, da oltre 300 anni si celebra la ‘Ncrinata. La manifestazione religiosa, tra le più suggestive della regione, ha accolto anche quest’anno migliaia tra fedeli e curiosi che si sono riversati per le strade del piccolo centro per assistere all’incontro tra la statua della Madonna e quella del Cristo risorto. 

Un rito cristiano vissuto intensamente dalle due confraternite mariane che hanno iniziato a prepararsi alle celebrazioni già dal lunedì di Pasqua con la vestizione della statua dell’Addolorata, dalla quale proprio oggi durante la ‘Ncrinta (ossia il saluto al figlio risorto) è stato fatto cadere il manto nero del lutto lasciandola di blu vestita, in segno di gioia. Una gioia che ha coinvolto tutti. Anche quest’anno la manifestazione di pietà popolare si è aperta al mondo, accogliendo emigrati dal vivo (in molti arrivati dall’Australia, dalla Francia e dal nord Italia)e tanti telespettatori oltreoceano grazie alla nostra diretta streaming su lactv.it in simultanea alla messa in onda sul 213 del Dtt. Una diretta condotta da Erica Cunsolo, affiancata da don Giuseppe Latorre, sacerdote a Vibo Valentia e cerimoniere del vescovo di Mileto e dallo storico del luogo, Franco Luzza. [Continua dopo la pubblicità]

La rilevanza storica e le peculiarità. La ‘Ncrinata di Dasà è una delle celebrazioni più antiche della regione e a differenza di riti religiosi simili, come le Affrontate,  si svolge il martedì successivo alla domenica di Pasqua. «Nell’archivio diocesano è attestato che la prima documentazione della ‘Ncrinata di Dasà è relativa al 1711» ci spiega lo storico Luzza. Dunque la sua esistenza è certificata dal Settecento ma da alcuni studi pare che la celebrazione possa addirittura datarsi a due secoli prima, ossia a partire già dal Cinquecento. Da non trascurare un elemento: la statua della Madonna della Consolazione portata in processione è di epoca tardorinascimentale. 

Di solito le celebrazioni simili che rappresentano il momento dell’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto si svolgono la domenica di Pasqua o il lunedì successivo. Sono oltre quaranta infatti le parrocchie nella diocesi di Mileto che celebrano le cosiddette Affrontate ma la ‘Ncrinata di Dasà si differenzia da tutte le altre. Cambia il nome e la prospettiva: tutti si immedesimano nell’Addolorata correndo dietro la sua statua dunque non si punta tanto sull’ incontro quanto sul gesto di saluto – la ‘ncrinata appunto – che la Vergine riserva a suo figlio dopo la Resurrezione. Cambia la formula dell’annuncio pasquale: solo una volta la statua di San Giovanni si reca dalla Madonna – anziché tre come nelle celebrazioni simili – perché lei immediatamente coglie il messaggio senza incredulità. Cambia la giornata della rappresentazione: si tratta del martedì, giorno tradizionalmente associato ad altre feste in onore della Madonna. «Ci troviamo nell’ottava di Pasqua: un tempo liturgico nel quale la Chiesa festeggia per otto giorni di seguito celebra lo stesso giorno della Resurrezione del Signore.Siamo nel clou dell’evento pasquale e questo ci riempie di gioia» ha spiegato don Giuseppe rimarcando la grande importanza di queste manifestazioni anche per evangelizzare

‘Ncrinata di Dasà edizione 2019. Anche questa la ‘Ncrinata «catta a bonu» ossia è venuta bene. Espressione con la quale il sindaco di Dasà Raffaele Scaturchio ha espresso la soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione che quest’anno, anche grazie alla vicinanza col ponte del 25 Aprile, ha attirato nel piccolo centro del Vibonese oltre tremila persone. Merito anche del lavoro del giovane comitato feste presieduto da Gaetano Portaro che tra i meriti organizzativi è riuscito a compattare anche la comunità di emigrati di rientro riportandoli a vivere un’esperienza di fede che era rimasta nei loro ricordi di bambini.

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