Clan Pesce di Rosarno: chieste 32 condanne e oltre 340 anni di carcere
La requisitoria della Dda di Reggio Calabria ha ricostruito i nuovi assetti del clan della 'ndrangheta ricostruendo i traffici di droga e armi e le estorsioni alle aziende portuali
Sono 346 gli anni di carcere richiesti dalla procura antimafia di Reggio Calabria nei confronti dei 32 imputati coinvolti nell’operazione antimafia Handover. Richieste molto pesanti, tenendo in conto anche della scelta del rito abbreviato.
Alla sbarra i presunti affiliati alle cosche Pesce e Bellocco di Rosarno, accusati a vario titolo dalla Dda reggina dei reati di associazione mafiosa, traffico di droga e altri reati-fine. Le richieste di condanna sono state formulate dal pubblico ministero al termine della requisitoria dinanzi al gup distrettuale. [Continua in basso]
Le richieste di pena
Giuseppe Carmine Cannatà 16 anni
Salvatore Consiglio 14 anni
Salvatore Ferraro 8 anni
Pasquale Loiacono 16 anni
Cristian Pagano 10 anni
Francesco Benito Palaia 8 anni
Antonino Pesce (classe ’82) 12 anni
Antonino Pesce (classe ’92) 20 anni
Antonino Pesce (classe ’93) 20 anni
Antonino Pesce (classe ’91) 20 anni
Rocco Pesce (classe ’71) 20 anni
Savino Pesce (classe ’63) 16 anni
Vincenzo Pesce (classe ’52) 16 anni
Domenico Bellocco (classe ’80) 10 anni
Domenico Bellocco (classe ’87) 10 anni
Rocco Bellocco (classe ’98) 8 anni
Michele Fabio Cimato 2 anni
Andrea Loiacono 2 anni
Antonio Corrao 2 anni
Giuseppe Paolillo 2 anni
Antonio Alessi 12 anni
Marco Alviano 8 anni e un mese
Gioacchino Bonarrigo 8 anni e un mese
Girolamo Bruzzese 2 anni
Giovanbattista Cacciola 12 anni
Giuseppe Cacciola (classe ’87) 18 anni
Luca Fedele 9 anni e otto mesi
Giuseppe Ferlazzo 2 anni e sei mesi
Giuseppe Antonio Ferraro 9 anni e otto mesi
Giovanni Grasso 11 anni e due mesi
Antonio Megna 6 anni e otto mesi
Rocco Morabito 2 anni
Savino Pesce 4 anni e otto mesi
Domenico Preiti 18 anni
Giuseppe Saladino 8 anni e un mese
Nelle prossime udienze, fino al 5 luglio prossimo, si terranno le arringhe difensive. In quella data, considerando anche l’eventualità di una replica da parte del pubblico ministero, si dovrebbe decidere il giorno in cui verrà emessa la sentenza.
Cosca Pesce, le due inchieste convergenti
L’inchiesta scaturisce dalla convergenza investigativa di due attività di indagine: quella condotta dalla squadra mobile denominata Handover e quella svolta dal Ros e dal Gico di Reggio Calabria denominata Pecunia olet nei confronti della cosca Pesce di Rosarno.
Clan Pesce, porto e grande distribuzione
Nelle indagini si ipotizza il controllo del potente clan rosarnese non solo sui business criminali connessi alla gestione del traffico di stupefacenti, alle estorsioni, ma anche sul presunto controllo delle commesse di lavori gestite dall’Autorità portuale di Gioia Tauro riguardanti opere interne all’area portuale, sia sul fronte economico e imprenditoriale. Secondo l’accusa, i Pesce avrebbero avuto una anche una sorta di gestione monopolistica del settore della grande distribuzione alimentare e della gestione delle attività economiche collegate alla grande distribuzione, attraverso presunti accordi collusivi con un gruppo imprenditoriale siciliano, con mire espansioniste in territorio calabrese.
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