‘Ndrangheta: il boss Fazzalari lascia il 41 bis per motivi di salute
Sta scontando 30 anni di reclusione. Era nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta di sospensione della pena, con contestuale detenzione domiciliare o ospedaliera, per Ernesto Fazzalari, ritenuto il boss della ‘ndrangheta di Taurianova. Detenuto al 41 bis (carcere duro) a Parma per scontare una condanna a trent’anni di reclusione, Fazzalari risulta affetto da adenocarcinoma del pancreas. Il difensore di Ernesto Fazzalari, l’avvocato Antonino Napoli, aveva presentato ricorso in Cassazione contestando un precedente giudizio negativo del Tribunale del Riesame, secondo cui “il condannato non avrebbe potuto ricevere cure diverse e migliori di quelle praticate in regime di detenzione”.
Ernesto Fazzalari è stato tra i protagonisti della sanguinosa ‘faida di Taurianova’, scoppiata nei primi anni ’90, tra i Fazzalari- Avignone-Zagari-Viola da un lato, e gli Asciutto-Grimaldi-Neri dall’altro. Di particolare crudezza, il 3 maggio del 1991, il duplice omicidio dei fratelli Giovanni e Giuseppe Grimaldi, all’epoca dei fatti, rispettivamente, di 59 e 54 anni, come risposta all’omicidio del giorno precedente del boss Rocco Zagari mentre si trovava sulla sedia dal barbiere. I killer sorpresero i fratelli Grimaldi nei pressi di un ufficio postale, uccidendoli a colpi di fucile. Il corpo di Giovanni Grimaldi venne orrendamente mutilato dai pallettoni, che ne staccarono la testa dal tronco. Fazzalari era stato arrestato dai carabinieri di Reggio Calabria nel giugno del 2016 dopo un periodo di latitanza.
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