venerdì,Aprile 26 2024

Narcotraffico fra Rosarno e Tropea, quattro i vibonesi indagati – Video

Due in carcere e due a piede libero, di cui uno a Serra San Bruno, nell’operazione denominata “Cattiva strada” condotta dalla Dda di Reggio Calabria

Narcotraffico fra Rosarno e Tropea, quattro i vibonesi indagati – Video

Fa luce anche sullo spaccio di sostanze stupefacenti a Tropea e paesi vicini, l’operazione della Dda di Reggio Calabria denominata “Cattiva strada” condotta dai carabinieri del Comando provinciale reggino che ha portato a disarticolare un’organizzazione dedita al traffico di droga guidata da elementi del clan Cacciola di Rosarno. Fra gli arrestati, infatti, ci sono anche Francesco Mazzitelli, 24 anni, alias “Cipi”, e Saverio Fortunato, 26 anni, entrambi di Tropea ed accusati di aver preso parte ad un’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico con il compito di spacciare proprio sul territorio di Tropea e nei centri limitrofi, ricevendo la sostanza stupefacente da Giuseppe Cacciola, 25 anni, di Rosarno, nonché mediando tra quest’ultimo ed i cessionari locali nelle trattative relative alla fornitura di droga dal mese di aprile 2016 al mese di settembre 2016. [Continua dopo la pubblicità]

Il luogo abituale della consegna della sostanza stupefacente è stato individuato dai carabinieri a Rosarno e Gioia Tauro, località che Saverio Fortunato avrebbe raggiunto in treno da Tropea al fine di evitare eventuali controlli della polizia. Dall’attività di indagine emerge quindi che Saverio Fortunato temeva l’attività di spaccio su Tropea potesse dar fastidio ad altre persone che già spacciavano marijuana nella zona e che sarebbero state pronte ad usare le maniere “forti” nei suoi confronti (“Ha detto che se sa qualcosa – si legge nelle intercettazioni – viene e mi spara, mi mena…”). Una situazione per “aggiustare” la quale sarebbe intervenuto direttamente Giuseppe Cacciola. La sostanza stupefacente (marijuana e cocaina) sarebbe stata poi ceduta, per essere spacciata a Tropea, da Saverio Fortunato a Francesco Mazzitelli. L’obiettivo di Giuseppe Cacciola e Saverio Fortunato sarebbe stato quello di conquistare la piazza di spaccio di Tropea sbaragliando la concorrenza e accaparrandosi tutta la clientela. “Adesso te li raccogli tutti tu. Come te li sei raccolti quella volta. Hai capito? Adesso fai il boom e poi pure che vendi immondizia, anche l’immondizia vogliono le persone. Hai capito?”. Questi i suggerimenti dati da Giuseppe Cacciola a Saverio Fortunato con forniture di stupefacente che per il gip sarebbero state “stabili e continue” anche nei confronti di Francesco Mazzitelli, alias “Cipi”, soggetto “collegato ad altri soggetti di spessore maggiore, definiti “i grandi”, per conto dei quali – sottolinea il giudice – custodiva il denaro proveniente dai loro traffici illeciti”. Per comunicare fra loro, Giuseppe Cacciola, Saverio Fortunato e Francesco Mazzitelli avrebbero usato cabine telefoniche pubbliche o utenze telefoniche riservate intestate a terzi. Concreta per il gip anche l’ipotesi che i “soldi raccolti dagli spacciatori di Tropea dovevano finire ad Agostino Cambareri”, 46 anni, di Rosarno, anche lui arrestato. Tale ipotesi veniva avvalorata dal fatto che Giuseppe Cacciola avrebbe accampato delle scuse ad Agostino Cambareri al fine di giustificare il fatto di non essersi “ancora recato da lui, non avendo evidentemente ancora raccolto – rimarca il gip – tutta la somma dovutagli per la fornitura dello stupefacente”.

Francesco Mazzitelli è poi indagato in concorso con Simone Saturno, 22 anni, di Tropea, detto “U ‘Mbuiu”, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente acquistata e ricevuta da Giuseppe Cacciola. In particolare, Francesco Mazzitelli, unitamente a Simone Saturno (quest’ultimo indagato a piede libero), avrebbe concordato un incontro a Tropea con Giuseppe Cacciola per la consegna di un quantitativo di stupefacente analogo a quella precedentemente già ceduta da quest’ultimo a Mazzitelli. Reato che per gli inquirenti ed il gip è stato commesso a Tropea il 30 aprile 2016.

Fra gli indagati a piede libero, anche Biagio Primerano, 29 anni, di Serra San Bruno, accusato di aver offerto a terze persone della sostanza stupefacente detenuta da Giuseppe Cacciola, accompagnando personalmente nell’agosto del 2016 il potenziale acquirente a visionare la droga nella disponibilità di Cacciola. In un’occasione Biagio Primerano è stato fermato in auto dai carabinieri a Rosarno in compagnia del figlio di un boss di prima grandezza delle Serre vibonesi ucciso in un agguato.

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