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‘Ndrangheta: l’omicidio del boss di Maierato nel racconto del nuovo pentito Onofrio Barbieri

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia vanno ad incrociarsi con quelle già rese nel processo Rinascita Scott da Francesco Costantino e devono fare i conti con alcune assoluzioni definitive per i fratelli Bonavota

‘Ndrangheta: l’omicidio del boss di Maierato nel racconto del nuovo pentito Onofrio Barbieri
Il luogo dell'esecuzione di Raffaele Cracolici e nel riquadro a destra Onofrio Cracolici
Onofrio Barbieri

“L’omicidio di Raffaele Cracolici è stato direttamente commesso da me. Sono stato io a rubare il camion ed a mettermi alla guida, mentre a sparare sono stati Francesco Scrugli e Francesco Fortuna. A recuperarci sono stati Andrea Mantella e Domenico Bonavota. I mandanti sono stati Domenico Bonavota, Pasquale Bonavota e Nicola Bonavota”. Sono le dichiarazioni rese al pm della Dda di Catanzaro, Andrea Buzzelli, dal nuovo collaboratore di giustizia Onofrio Barbieri, 43 anni, di Sant’Onofrio, nell’interrogatorio del 22 maggio in ordine all’omicidio di Raffaele Cracolici, alias “Lele Palermo”, ucciso il 4 maggio 2004 a colpi di arma da fuoco a Pizzo Calabro. Un fatto di sangue per il quale dovevano rispondere: Pasquale Bonavota, Nicola Bonavota, Francesco Fortuna, Onofrio Barbieri ed Andrea Mantella, mentre Domenico Bonavota e Vincenzino Fruci per tale fatto di sangue sono stati giudicati ed assolti in via definitiva nell’operazione antimafia denominata “Uova del drago”.  Francesco Michienzi, invece – collaboratore di giustizia – già condannato da solo nell’operazione “Uova del drago” quale organizzatore dell’omicidio Cracolici (pena totalmente espiata), è stato condannato in Cassazione il 2 maggio scorso a 4 mesi per la continuazione tra tale fatto omicidiario e la detenzione di armi, oltre che per il reato di estorsione. Per tale fatto di sangue sono stati assolti in via definitiva i fratelli Pasquale e Nicola Bonavota, mentre 30 anni di reclusione è la condanna per Onofrio Barbieri e Francesco Fortuna.

L’omicidio di Raffaele Cracolici è stato commesso per prenderci Maierato, dove comandavano i Cracolici. E’ stato deliberato – ha dichiarato a verbale Onofrio Barbieri – nel casolare di Domenico Bonavota e oltre a me ed a lui erano presenti Francesco Fortuna, Nicola Bonavota, Francesco Scrugli e Andrea Mantella. Anche in questa riunione in cui si decise di uccidere Raffaele Cracolici, come per Domenico Di Leo, Pasquale Bonavota non era presente, ma era stato informato dal fratello Nicola ed aveva dato la sua autorizzazione. So questo – ha aggiunto Barbieri – perché ci è stato riferito direttamente da Nicola Bonavota nel corso della riunione”.

Il controllo dell’area industriale di Maierato

Raffaele Cracolici

Raffaele Cracolici sarebbe stato dunque eliminato dal clan Bonavota per sgomberare il campo da uno scomodo rivale sull’area industriale di Maierato.  L’origine dello scontro tra i Cracolici ed i Bonavota era dovuto a contrasti sorti per la gestione degli affari illeciti nell’area industriale di Maierato dove era in previsione l’apertura di varie attività commerciali. In tale periodo – ha invece dichiarato nel processo Rinascita Scott il collaboratore Francesco Costantino di Maierato – ho saputo da Raffaele Cracolici che non veniva sferrato un attacco diretto nei confronti dei Bonavota perché gli stessi si erano alleati con altri gruppi criminali del Vibonese ed in particolare con Andrea Mantella, soggetto che io non conoscevo direttamente, con tale Fruci e con due fratelli di Filadelfia che vendevano la frutta alla Marinella di Pizzo; anche gli Anello di Filadelfia si erano schierati con i Bonavota. Si trattava di soggetti prima amici dei Cracolici che ora però gli stavano voltando le spalle. Raffaele Cracolici – ricorda ancora il pentito Costantino – mi raccontò anche che si era accorto che Mantella, unitamente ad altre tre persone, lo stava seguendo e lui era riuscito a scappare con abili manovre con la sua autovettura tra le stradine di montagna. Un episodio avvenuto dopo l’omicidio di Alfredo Cracolici ed il tentato omicidio dell’acquaiolo. Anche Andrea Mantella era quindi un possibile obiettivo dei Cracolici. A causa della mancata uccisione dell’acquaiolo di San Nicola da Crissa che secondo Lelòe Cracolici aveva ucciso il fratello Alfredo nel 2002, io – ha concluso Costantino – mi sono trasferito a Lamezia Terme ospite dei Pagliuso e lì Raffaele Cracolici mi riferì che a breve sarebbe stato ucciso anche lui dai Bonavota poiché non era stato capace di vendicare la morte del fratello”.  Cosa che avvenne realmente il 4 maggio del 2004 in località Marinella a Pizzo.

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