lunedì,Ottobre 7 2024

Tropea: militare multato dai vigili, la replica del sindaco e la nostra risposta

Il primo cittadino Giovanni Macrì offre la sua versione dei fatti ma finisce per offendere il lavoro dei giornalisti

Tropea: militare multato dai vigili, la replica del sindaco e la nostra risposta
Il Comune di Tropea e nel riquadro Giovanni Macrì

Arriva la replica del sindaco di Tropea, Giovanni Macrì (inoltrata attraverso l’agenzia di Comunicazione Lenin Montesanto alla quale ha, evidentemente, rinnovato l’incarico scaduto il 9 agosto scorso e sinora costato alle casse comunali 18.300,00 euro in un anno) rispetto a quanto pubblicamente denunciato dal militare dell’Esercito, Vincenzo Laureana, in occasione di un’infrazione al Codice della Strada dallo stesso commessa (e ammessa) con la sua moto sul marciapiede. Replica che pubblichiamo integralmente ed a cui segue la nostra risposta.

Vincenzo Laureana

In meno di 48 ore Tropea passa da città de L’ora legale, col simpatico scambio di battute con Salvatore Ficarra al porto, a palcoscenico surreale di una versione 4.0 di Lei non sa chi sono io, con un improbabile revival nei giorni nostri dell’originale macchietta anni ’50 in cui l’intramontabile Totò sentenziava come la Cassazione: Ma mi faccia il piacere! Non troviamo parole e similitudini diverse – spiega il sindaco Giovanni Macrì – rispetto a quanto accaduto nelle ultime ore, con un militare che auto-dichiaratosi sempre in servizio, auto-identificatosi con una sua stessa nota mandata ai media, è stato fermato nei giorni scorsi dagli agenti mentre a bordo della sua moto transitava su un marciapiede, determinando un serio pericolo per l’incolumità pubblica. Un fatto di una gravità inaudita. Ciò che è molto più grave – va avanti il primo cittadino – è stato il tentativo del motociclista, pur ammettendo la plateale violazione commessa, di ingraziarsi – preferiamo usare questo verbo – le due agenti della polizia locale che gli contestavano una evidente violazione, esibendo invece che del richiesto documento d’identità il proprio tesserino di appartenenza al Ministero della Difesa, per poi invitarle a desistere – stando a quanto riportato dalle agenti -, intralciando a più riprese il corretto svolgimento delle operazioni previste e passando, infine, alle offese gratuite ed alle minacce di una propria denuncia. Siamo costretti ad assistere ancora a queste macchiette che però non hanno nulla di divertente, sia per la gravità dell’infrazione commessa e ammessa dal fermato, sia per il tentativo di utilizzare la propria funzione pubblica per ostacolare la normale, doverosa e precisa attività delle forze dell’ordine, sia soprattutto perché è stata esposta al dibattito la divisa e il corpo al quale quel militare appartiene.

La proposta di encomio solenne nel 2021 nei confronti del militare Laureana per aver salvato un bambino

Nell’attestare alle due agenti della polizia locale in servizio un encomio pubblico – sottolinea il sindaco – per aver svolto egregiamente la loro attività di controllo e repressione, nel ribadire che tutto il comando della polizia locale di Tropea non si lascia e non si lascerà intimidire da chicchessia nel far rispettare a tutti leggi, norme e regolamenti, trasmetteremo – annuncia il sindaco – una informativa formale sull’accaduto al comando militare di appartenenza del soggetto multato. Allo stesso tempo avvieremo ogni azione a tutela del corpo della polizia locale oltraggiato dal comportamento specifico anche sui media e dell’istituzione pubblica locale in generale.L’esatta ricostruzione delle diverse versioni sulla vicenda – chiarisce il primo cittadino – diventa irrilevante rispetto al fatto che quella oggettiva infrazione del Codice della Strada – tutti sanno che non si percorre in moto un marciapiede! – sia stata commessa non da un cittadino qualsiasi, ma da un militare, il che ha reso e rende irricevibile ogni reclamo per altro diffuso in forma pubblica costringendo quindi l’istituzione locale a dover rettificare altrettanto pubblicamente. Non ci sono, infine, più veli pietosi da stendere per il solito mezzo di disinformazione locale che, invece di biasimare e prendere le distanze da comportamenti gravi e per i quali si dovrebbe essere licenziati in tronco dai propri corpi, soprattutto se militari, pur di ribadire la sua maniacale missione di mistificazione e strumentalizzazione, di fatto invita pubblicamente a violare le leggi, senza condannare l’accaduto ma addirittura unendosi allo stesso nella ulteriore diffamazione della polizia locale alla quale vanno invece tutta la solidarietà e incoraggiamento miei personali  e dell’amministrazione comunale a proseguire nella sua azione quotidiana a tutela della convivenza civile ed ordinata della nostra destinazione-modello”.

Nel riquadro il sindaco Giovanni Macrì

Sin qui la nota-replica del sindaco Giovanni Macrì rispetto ad un avvenimento che, per sua stessa ammissione, presenta “diverse versioni” (quella del militare e quella dei vigili) sulla vicenda che il primo cittadino giudica però “irrilevanti” (così scrive) dinanzi all’oggettiva violazione del Codice della Strada. Per parte nostra preme invece rilevare che:

  1.  Il militare in questione non ha presentato alcun reclamo rispetto all’infrazione dallo stesso ammessa, ma ha sostenuto di essere stato offeso e denigrato all’atto della contestazione (che è cosa diversa)
  2.  La nostra testata in alcun passaggio ha mai difeso l’infrazione al Codice della Strada commessa dal militare, né ha minimamente preso le sue difese su nulla, ma ha ospitato le sue pubbliche doglianze (come avrebbe fatto con qualunque cittadino), specie se solo due anni prima per la stessa persona è stato proposto l’encomio solenne in Consiglio comunale a Tropea per aver salvato un bambino. La nostra testata, da sempre, è aperta a tutti, al pari di come ora stiamo ospitando la replica del sindaco
  3. Replica che non consente però (o non dovrebbe consentire) di poter impunemente offendere (ancora una volta) la professionalità del nostro giornale e dei giornalisti che ci lavorano. Il sindaco Macrì, per l’ennesima volta, con una prosa la cui grevità si commenta da sola, vorrebbe invece stabilire lui chi, come, dove, quando ed in che termini può scrivere di Tropea e dell’operato della sua amministrazione. Per simili pretese con altri può sperare di avere successo, con noi ha decisamente sbagliato indirizzo. L’augurio è che, almeno questa volta (ed a differenza delle offese pubbliche verso un innominabile “sito di disinformazione locale” fatte in Consiglio comunale in diverse sedute, tutte registrate e di cui abbiamo salvato copia) il sindaco (che è anche un avvocato) voglia assumersi sino in fondo le proprie responsabilità dinanzi all’autorità giudiziaria senza tirare la pietra per poi nascondere la mano. E dovrà farlo poiché in questo caso siamo stati l’unico organo di informazione ad aver pubblicato la “disavventura” di Vincenzo Laureana
  4. In nessun passaggio abbiamo invitato “pubblicamente a violare le leggi”, per come falsamente scrive il sindaco Giovanni Macrì – che risponderà naturalmente nelle sedi competenti anche di tali affermazioni, al pari dei “veli pietosi” verso la nostra testata – e meno che mai ci siamo “uniti allo stesso militare nella ulteriore diffamazione della polizia locale”. Anzi, abbiamo contattato a più riprese, ed invano, il Comando della polizia municipale di Tropea per avere una loro versione dei fatti, sottolineando che il giornale restava (e resta) aperto alla pubblicazione di qualunque versione da parte dei vigili urbani, al pari di come stiamo facendo ora con quella del sindaco
  5. Respingiamo quindi fermamente le affermazioni – molto gravi ed offensive e di cui (ripetiamo) risponderà nelle opportune sedi – del primo cittadino Giovanni Macrì secondo il quale avremmo una “missione maniacale di mistificazione e strumentalizzazione”. Probabilmente, agli occhi del primo cittadino, “paghiamo” il fatto di non limitarci – a differenza di tanti altri – a fare “copia ed incolla” dei suoi comunicati stampa, ma di aver anticipato in tempi non sospetti quanto poi messo nero su bianco dal presidente della Commissione parlamentare antimafia (LEGGI QUI: Comune di Tropea e infiltrazioni mafiose: Morra chiede al prefetto di Vibo l’accesso agli atti), da un questore (LEGGI QUI: Revoca di una licenza commerciale a Tropea, le ragioni della Questura che menziona pure un assessore) e persino da storiche testate nazionali (LEGGI QUI: “I Gattopardi di Tropea”: L’Espresso riaccende i riflettori sul Comune e sul mancato intervento della Prefettura ), così come di aver vinto in sede giudiziaria (tutte le volte che si è arrivati dinanzi ad un giudice) le querele – infondate, temerarie e lesive della libertà di stampa e del diritto di cronaca (così come stabilito da giudici terzi, oltre che dallo stesso ufficio di Procura di Vibo) – presentate dal sindaco Giovanni Macrì (LEGGI QUI: Comune Tropea e articoli su rischio infiltrazioni mafiose: archiviati due giornalisti, querele del sindaco infondate).
    Giuseppe Baglivo, direttore de Il Vibonese.it

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