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Comune Tropea e articoli su rischio infiltrazioni mafiose: archiviati due giornalisti, querele del sindaco infondate

Il gip del Tribunale di Vibo ritiene corretto l’operato di due distinte testate e dei direttori Giuseppe Baglivo ed Enza Dell’Acqua. «Narrazione dei fatti rilevante per l’opinione pubblica». Non accolte le argomentazioni del primo cittadino Giovanni Macrì che era arrivato a chiedere la rimozione dei pezzi e in un caso anche il sequestro del sito internet

Comune Tropea e articoli su rischio infiltrazioni mafiose: archiviati due giornalisti, querele del sindaco infondate
Nel riquadro il sindaco di Tropea Giovanni Macrì
Il sindaco Giovanni Macrì

Nessuna diffamazione ai danni del sindaco di Tropea Giovanni Macrì, nessuna offesa alla città di Tropea (come invece sostenuto dall’attuale primo cittadino nel suo atto di opposizione), nessuna “lesione gravissima alla reputazione dell’opponente Giovanni Macrì” (come sostenuto sempre dal primo cittadino). Soprattutto nessun “disegno criminoso volto a paralizzare l’attività amministrativa degli organi democraticamente eletti” a Tropea per come sostenuto da Giovanni Macrì nella sua querela per diffamazione ai danni dei giornalisti Giuseppe Baglivo (direttore de Il Vibonese.it) ed Enza Dell’Acqua (direttore responsabile di Contro Potere). Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia, Barbara Borelli, ha infatti disposto l’archiviazione del procedimento penale iscritto nei confronti dei due giornalisti per il reato di diffamazione su denuncia e querela del sindaco di Tropea Giovanni Macrì.
Anche il pm della Procura di Vibo Valentia, Filomena Aliberti, aveva chiesto per i due giornalisti l’archiviazione che aveva registrato l’opposizione del querelante Giovanni Macrì nei confronti della sola Dell’Acqua. [Continua in basso]

La decisione del giudice

Il gip ha ritenuto nella sua decisione di “condividere integralmente le argomentazioni poste a fondamento della richiesta di archiviazione” del pubblico ministero. In particolare, per il giudice appare “evidente, dalla disamina degli atti contenuti nel fascicolo, la non punibilità del fatto di reato contestato in virtù della sussistenza della causa di giustificazione del diritto di critica ex art. 51 c.p., espressione del diritto di manifestazione del pensiero costituzionalmente tutelato ai sensi dell’art. 21 Cost”.
Per il gip nel caso di specie sono stati rispettati negli articoli denunciati i requisiti: dell’interesse pubblico alla diffusione della notizia (principio di pertinenza); della correttezza dell’esposizione (principio della continenza); della corrispondenza tra i fatti accaduti e i fatti narrati (principio della verità).
In ordine alla sussistenza di un interesse pubblico alla diffusione della notizia, è fatto notorio che all’epoca della pubblicazione dell’articolo in questione la persona offesa ricoprisse la veste di sindaco del Comune di Tropea” – carica che ricopre anche attualmente (ndr), per cui non vi è dubbio che la narrazione dei fatti avesse una rilevanza per l’opinione pubblica”.

In relazione alle espressioni dirette nei confronti della persona offesa, cioè del sindaco Giovanni Macrì, il gip ha ritenuto che la forma usata non sia qualificabile come eccedente rispetto allo scopo informativo perseguito e che, conseguentemente, sia stato rispettato il requisito della continenza: in realtà non vi è alcuna espressione esorbitante la sfera oggettiva dei fatti riportati nella relazione della commissione di accesso agli atti che portò nel 2016 allo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Tropea.
Quest’ultima circostanza, inoltre, denota – scrive sempre il gip – la sussistenza dell’ulteriore requisito scriminante della verità dei fatti riportati, quantomeno nella sua forma putativa, considerato che nel testo sono riportati, seppur in sintesi, le conclusioni contenute nella relazione della commissione prefettizia”.

Da qui l’archiviazione del procedimento palesandosi del tutto ultronee – ha concluso il gip – le investigazioni suppletive oggetto di sollecitazione da parte di Giovanni Macrì che, nel suo atto di opposizione, aveva chiesto al giudice le escussioni del “Dr. Tropeano e del sig. Domenico De Lorenzo in merito alle ragioni del sostegno elettorale al sindaco Macrì”; quindi anche l’escussione dell’ex prefetto di Vibo Valentia “Francesco Zito in merito ai controlli sulle presentazioni delle liste” per le comunali di Tropea dell’ottobre 2018. [Continua in basso]

La richiesta di archiviazione del pm Aliberti

Ma cosa aveva scritto il pm della Procura di Vibo Valentia, Filomena Aliberti, nella sua richiesta di archiviazione condivisa “integralmente dal gip”? Eccolo: Gli articoli a firma di Dell’Acqua Vincenza, dal titolo “Comune di Tropea: eclatanti infiltrazioni mafìose (17.10.2020) e “Il sindaco di Tropea, Giovanni Macri, replica e insulta, e annuncia querele contro la giornalista” (21.10.2020) riguardano sostanzialmente il contenuto della relazione della commissione prefettizia di accesso agli atti che, nell’anno 2016, portò allo scioglimento degli organi elettivi del Comune di Tropea, essendo stati riscontrati fenomeni di infiltrazione e condizionamento da parte della criminalità organizzata. Più in particolare, viene messo in risalto che alcuni componenti dell’attuale amministrazione comunale, insediatasi nell’ottobre 2018, tra cui lo stesso sindaco – sottolinea il Pm – sono citati nella predetta relazione della commissione prefettizia, per legami parentali con soggetti pregiudicati e appartenenti alla locale criminalità organizzata”.

Ed ancora: dello stesso tenore il contenuto dell’articolo a firma di Baglivo Giuseppe, dal titolo “Commissione Antimafia a Vibo fra ritardi della giustizia e infiltrazioni nei Comuni” (19.10.2020), nel quale, in occasione dell’inizio delle audizioni tenutesi presso la Prefettura di Vibo Valentia da parte dei componenti della Commissione parlamentare antimafia viene fatto riferimento al fenomeno delle infiltrazioni mafiose nei Comuni del Vibonese. Tra di essi viene menzionato anche il caso del Comune di Tropea, evidenziando che alcuni componenti dell’attuale maggioranza sono stati citati nella relazione che ha portalo allo scioglimento dell’ente nell’anno 2016, per legami di parentela con soggetti pregiudicati”.

Ebbene – sottolinea ancora il Pm – da un’attenta disamina delle frasi riportate, deve ritenersi che non siano stati travalicati i confini dei diritti di critica e di cronaca”.
Infine il pubblico ministero spiega anche che nel caso di specie preme evidenziare che la p.o. è sindaco p.t. del Comune di Tropea e da qui la rilevanza della notizia, ed è stato rispettato altresì il limite della verità della notizia, avendo gli indagati assunto come costante punto di riferimento dei loro scritti la relazione della Commissione prefettizia”.

Giovanni Macrì era assistito di fiducia dall’avvocato Sandro D’Agostino, Giuseppe Baglivo di fiducia dall’avvocato Bruno Vallelunga, Enza Dell’Acqua d’ufficio dall’avvocato Nicola Galloro.

Seconda querela penale di Macrì persa contro Baglivo

Giovanni Macrì sindaco di Tropea

Per il giornalista Giuseppe Baglivo è la seconda archiviazione incassata da un gip su querela dell’avvocato, e ora sindaco di Tropea, Giovanni Macrì. La prima querela (in relazione ad altro articolo del 2016 sempre sulle infiltrazioni mafiose nel Comune di Tropea) era stata archiviata dall’allora gip del Tribunale di Vibo Valentia, Graziamaria Monaco, su richiesta del pm Claudia Colucci, che aveva ritenuto infondate le argomentazioni prospettate nell’atto di querela da Giovanni Macrì.

Da ricordare che Giovanni Macrì il 10 dicembre 2020, attraverso altro legale, aveva diffidato il giornalista Giuseppe Baglivo e la testata Il Vibonese.it a procedere “all’immediata rimozione dell’articolo sia dal web che dalla pagina Facebook della testata” (LEGGI QUI l’articolo in questione: Commissione Antimafia a Vibo fra ritardi della giustizia e infiltrazioni nei Comuni), invitando al contempo il giornalista a prendere contatti con lo studio legale “per stabilire il risarcimento del danno derivante dalla diffamazione”, lamentando la non verità della notizia e il travalicamento del diritto di cronaca e di critica. Ora un giudice terzo (gip del Tribunale di Vibo Barbara Borelli) ha però archiviato il procedimento penale stabilendo l’esatto contrario di quanto denunciato e lamentato da Giovanni Macrì, riconoscendo che i fatti narrati sono veri ed è stato rispettato in tutto e per tutto il diritto di cronaca e di critica.

Giovanni Macrì nel suo atto di querela, per quanto riguarda Contro Potere.it, aveva invece chiesto ai magistrati il sequestro preventivo del sito internet affinchè venisse rimosso l’articolo costituente – a suo dire – corpo di reato, arrivando a sostenere l’attuale sindaco che l’articolo potesse essere stato “commissionato da lobby aventi l’intento di minare il principio di democraticità dell’Ordinamento”. Nulla di tutto questo per il gip che ha invece ritenuto gli articoli giornalistici più che corretti e anzi doverosi da parte di entrambi i giornalisti su fatti di rilevante interesse pubblico.

LEGGI ANCHE: Tropea e le querele archiviate contro i giornalisti: la replica del sindaco e la nostra risposta

Commissione Antimafia a Vibo fra ritardi della giustizia e infiltrazioni nei Comuni

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