domenica,Settembre 1 2024

Vibo, ex maresciallo dei carabinieri che investigò sugli intrecci Stato-mafia trovato morto

Originario di Lamezia Terme si era trasferito da qualche tempo a Stefanaconi rifiutando ogni contatto con il mondo esterno

Vibo, ex maresciallo dei carabinieri che investigò sugli intrecci Stato-mafia trovato morto

La sintesi giornalistica archivierebbe frettolosamente il caso come “dramma della solitudine”. Ma la realtà è spesso più complessa di come la si possa condensare in poche righe di cronaca. Il cadavere di Antonio Perri, 54 anni, ex maresciallo capo dei carabinieri, è stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione, all’interno dell’abitazione in cui viveva a Stefanaconi, nel Vibonese. La condizione in cui il corpo, disteso sul letto in posizione supina, è stato rinvenuto dai Vigili del fuoco e dai carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio, lascia presupporre che l’uomo fosse morto da almeno 30 giorni. Ipotesi suffragata dal medico legale che si è recato sul posto dopo la scoperta. Così come quella sulle possibili cause del decesso che sarebbe da attribuire ad un infarto del miocardio. La bocca spalancata e le mani adagiate sul petto, come in un estremo tentativo di ossigenazione, sono elementi che lo confermerebbero. L’uomo viveva da solo. Era molto riservato e schivo e, testimonia qualche vicino, rifiutava i loro tentativi di contatto sociale. Nativo di Lamezia Terme, ufficialmente residente a Vibo Valentia, si era da qualche tempo trasferito in una modesta abitazione all’ingresso del paese, dove viveva in condizioni di estrema frugalità. La casa, di sua proprietà, versa in uno stato di grande trascuratezza e semiabbandono. L’erba alta del giardino, non falciata da mesi, forse anni, ne impedisce quasi l’ingresso. La scena che si è presentata ai primi soccorritori viene descritta come surreale. Poche necessarie suppellettili in casa, nulla che lasciasse presupporre uno stile di vita malsano. Appoggiato sul letto, accanto al corpo roso da giorni di disfacimento, un asciugacapelli. Probabilmente utilizzato per scaldarsi nelle notti più fredde. Ad attirare l’attenzione del vicinato l’odore nauseabondo proveniente dalla casa. Quindi la chiamata ai carabinieri. L’intervento, la porta sfondata, la scoperta. CONTINUA A LEGGERE QUI: Vibo, ex maresciallo dei carabinieri che investigò sugli intrecci Stato-mafia trovato morto dopo un mese in casa

 

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