martedì,Aprile 30 2024

‘Ndrangheta: il “locale” di Mileto e la ‘ndrina di Comparni, ruoli e gerarchie nell’inchiesta Maestrale

La ripartizione della “Società maggiore”, gli affiliati ed i capi promotori dei clan finiti sotto processo nell’imponente operazione della Dda di Catanzaro

‘Ndrangheta: il “locale” di Mileto e la ‘ndrina di Comparni, ruoli e gerarchie nell’inchiesta Maestrale
Pasquale Pititto

Quattro ‘ndrine per un unico “locale” di ‘ndrangheta: quello di Mileto, duramente colpito dall’operazione Maestrale-Carthago della Dda di Catanzaro che ha già chiesto ed ottenuto il processo per 285 imputati fra rito ordinario e rito abbreviato. In particolare, secondo l’impalcatura accusatoria, il “locale” di ‘ndrangheta di Mileto sarebbe composto dalle ‘ndrine di: Calabrò, Comparni, Paravati e San Giovanni di Mileto, dal nome delle singole frazioni in cui è diviso il territorio comunale. I capi del “locale” di Mileto vengono indicati in: Vincenzo Corso, 51 anni, Armando Galati, 70 anni, Domenico Galati, 74 anni, Fortunato Galati, 46 anni, Michele Galati, 44 anni, Ottavio Galati, 56 anni, Salvatore Galati, 69 anni, Michele Silvano Mazzeo, 53 anni, Franco Mesiano, 51 anni, Antonio Salvatore Mesiano (detto Antonello), 36 anni, Fortunato Mesiano, 50 anni, Pasquale Pititto, 56 anni, Salvatore Pititto, 56 anni, Domenico Polito (alias “Ciota”), 50 anni, Nazzareno Prostamo (detto “Buttafuoco”), 63 anni, Fortunato Tavella, 67 anni. Per tutti loro la contestazione del reato di associazione mafiosa in “qualità di promotori, organizzatori, capi e finanziatori del locale di ‘ndrangheta di Mileto”. Per la Dda, seppur “in un contesto di dinamiche criminali in evoluzione, che dal passato all’attualità del sodalizio sono anche sfociate in momenti di fibrillazione e scontro tra le varie componenti”, tali soggetti costituirebbero la c.d. “Società maggiore”, con compiti decisionali di pianificazione delle strategie e degli obiettivi da perseguire e delle azioni delittuose da compiere, interagendo tra di loro e gestendo i rapporti con i soggetti apicali delle altre articolazioni ‘ndranghetiste della provincia di Vibo Valentia nel rispetto degli equilibri mafiosi e dei rapporti di forza vigenti, in ordine al controllo del territorio ed alla spartizione delle attività estorsive. Tali imputati avrebbero quindi impartito “disposizioni e comminato “sanzioni agli altri associati a loro subordinati, garantendo anche il sostentamento economico ai sodali detenuti e destinando agli stessi parte dei proventi derivanti da rapporti di connivenza con l’imprenditoria locale e dalla capillare e sistematica attività estorsiva posta in essere nei confronti delle imprese operanti sul territorio di competenza”.

La ‘ndrina Comparni

Michele Silvano Mazzeo

La Dda di Catanzaro nelle contestazioni delinea quindi ruoli e gerarchie dei presunti componenti delle varie ‘ndrine, ad iniziare da quella di Comparni. In particolare, Michele Silvano Mazzeo, detto “Stallone”, inserito nella “Società maggiore”, quale referente della ‘ndrina di Comparni sarebbe stato in stretti rapporti con gli altri esponenti del locale di ‘ndrangheta Mileto contendendosi la leadership con Michele Galati. Michele Silvano Mazzeo avrebbe mantenuto contatti pure con altri clan del Vibonese e di Rosarno, nonché con la propaggine della ‘ndrangheta operante in Lombardia e precisamente a Seregno e Giussano dove avrebbero avuto un ruolo di rilievo le famiglie Cristello (originaria proprio di Mileto) e Stagno (originaria di Monterosso Calabro). Michele Silvano Mazzeo si sarebbe occupato anche in prima persona di estorsioni, scegliendo le attività commerciali e le aziende da vessare, nonché decidendo gli atti intimidatori da compiere.

Armando Galati

Armando Galati, anche lui indicato come soggetto apicale della “Società maggiore” della ‘ndrangheta di Mileto, sarebbe stato – quale appartenente di spicco della ‘ndrina di Comparni – in stretti rapporti con gli altri esponenti del “locale” di ‘ndrangheta di Mileto ed in particolare con Michele Galati, quest’ultimo indicato quale capo ‘ndrina di Paravati. Armando Galati è quindi accusato di aver intrattenuto rapporti con il boss di Zungri Peppone Accorinti e con il boss di Vibo Paolino Lo Bianco. Anche lui sarebbe stato poi in diretto contatto con i clan stanziati a Seregno e Giussano ed in particolare con Umberto Cristello e Antonio Stagno, con compiti di decisione, di pianificazione delle strategie e degli obiettivi da perseguirsi e delle azioni delittuose da compiere, gestendo i rapporti e gli equilibri con gli altri gruppi criminali della zona”. Ruolo di spicco nella ‘ndrina di Comparni viene attribuito anche a Domenico Galati, pure lui inserito nella “Società maggiore” della ‘ndrangheta di Mileto, in rapporti con Michele Galati e Peppone Accorinti, mentre Ottavio Galati – che sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Domenico Scuteri, il 45enne di San Calogero ucciso il 25 ottobre 2001 nelle campagne di Candidoni – viene indicato come pure lui come un esponente di spicco della ‘ndrina di Comparni.  

Ottavio Galati

Alle riunioni di ‘ndrangheta avrebbe preso parte pure Antonio Galati, 47 anni, il quale in qualità di esponente di rilievo della ‘ndrina di Comparni, avrebbe collaborato nella risoluzione delle controversie interne al sodalizio, anche quale punto di riferimento delle altre ‘ndrine e in particolare della ‘ndrina di Paravati. Cognato di Michele Silvano Mazzeo, secondo l’accusa avrebbe cercato di moderare l’esuberanza di quest’ultimo al fine di evitare problemi con gli altri associati. Infine, Rocco Scali, 38 anni, con la qualità di partecipe attivo della ‘ndrina di Comparni, alle dirette dipendenze dei sodali sovraordinati”, avrebbe avuto il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, partecipando alle riunioni ed eseguendo le direttive dei vertici della società e dell’associazione, riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio Ritenuto “pienamente inserito nelle dinamiche criminali del clan”, sarebbe stato utilizzato dai Galati di Comparni quale latore di messaggi per gli esponenti apicali di altre articolazioni di ‘ndrangheta.

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