mercoledì,Maggio 15 2024

Operazione Miletos, in Corte d’Assise d’Appello gli omicidi Mesiano e Corigliano

In primo grado si è registrata una sola condanna ma la Dda ha appellato tutte le assoluzioni. Non ammesse dai giudici le ultime dichiarazioni della collaboratrice Verman, nè alcune intercettazioni confluite nell'inchiesta Maestrale

Operazione Miletos, in Corte d’Assise d’Appello gli omicidi Mesiano e Corigliano
L'omicidio Corigliano a Mileto

Sono state rigettate dalla Corte d’Assise d’Appello (presidente Reillo, a latere Commodaro)le richieste della pubblica accusa nel processo nato dall’operazione denominata Miletos relative ad una produzione documentale. In particolare, l’ufficio di Procura aveva chiesto l’acquisizione di un verbale di interrogatorio della collaboratrice di giustizia Oksana Verman (già vicina a Salvatore Pititto) del febbraio 2023 e anche un’intercettazione disposta in altro procedimento penale nei confronti di Michele Galati di Mileto dove veniva ipotizzata una diversa versione dei fatti in relazione all’omicidio di Angelo Antonio Corigliano, ucciso il 20 agosto 2013. Per tale fatto di sangue in primo grado sono stati assolti: Francesco Mesiano, 51 anni, già condannato per l’omicidio del piccolo Nicolas Green (avvocati Michelangelo Miceli e Francesco Calabrese), con l’accusa che aveva chiesto per lui la condanna all’ergastolo; Vincenzo Corso, 51 anni, di Mileto, cognato di Mesiano (avvocati Salvatore Staiano, Giuseppe Monteleone, Gianfranco Giunta). Anche per lui era stata chiesta la condanna all’ergastolo; Gaetano Elia, 56 anni, di Mileto (avvocati Franco Iannello e Francesco Muzzopappa), erano stati chiesti per lui 21 anni; Giuseppe Ventrice, 46 anni, di Mileto (avvocati Michelangelo Miceli e Sergio Rotundo), anche per lui chiesti 21 anni. La Dda aveva chiesto in particolare l’acquisizione di alcuni dialoghi intercettati sulle utenze di Michele Galati e Domenico Polito di Mileto i quali, appresa la notizia della collaborazione della Verman, avrebbero esclamato che ciò rappresentava la fine per Salvatore Pititto, anche in relazione all’omicidio di Angelo Corigliano. Domenico Polito, 49 anni, avrebbe inoltre confessato a Michele Galati di aver egli stesso svolto il ruolo di “vedetta” il giorno dell’omicidio di Angelo Corigliano per segnalare ai complici l’eventuale passaggio dei carabinieri (appostandosi dinanzi la caserma dell’Arma), così come ruolo di “vedetta” nell’omicidio avrebbe assunto anche Salvatore Pititto (che invece la Verman indica come presente sulla moto); a sparare contro Angelo Corigliano, secondo i dialoghi intercettati tra Domenico Polito (proprietario di un bar a Mileto) e Michele Galati, sarebbe stato quindi anche un soggetto di Tropea identificato in Giuseppe Mazzitelli (cl ’90) che ha condotto la moto – ha evidenzia il gip nell’operazione Maestrale-Carthago– su cui viaggiava Domenico Iannello” il quale è accusato di aver aperto il fuoco contro Angelo Corigliano. Tali intercettazioni non entreranno nel processo nato dall’operazione Miletos, ma verranno discusse unicamente nel procedimento Maestrale-Carthago dove si è già pronunciato il Riesame in ordine ad alcune posizioni annullando l’ordinanza per Mazzitelli e Pititto.

Gli omicidi Mesiano e Corigliano

Franco Mesiano

Nell’ambito dell’operazione Miletos viene però contestato anche l’omicidio di Giuseppe Mesiano, ucciso il 17 luglio 2013 e per il quale si è registrata in primo grado la condanna a 21 anni di reclusione per Giuseppe Corigliano, 86 anni, nei cui confronti la Dda di Catanzaro aveva chiesto la condanna all’ergastolo. Giuseppe Corigliano avrebbe agito in concorso con Angelo Antonio Corigliano, quest’ultimo poi ucciso il 19 agosto 2013. Nell’operazione Miletos figura anche Rocco Iannello, 45 anni, di Mileto (avvocati Giuseppe Di Renzo e Mario Santambrogio), e per lui in primo grado erano stati chiesti 2 anni e 6 mesi. L’omicidio di Angelo Antonio Corigliano, 30 anni, camionista di Calabrò (frazione di Mileto) è avvenuto il 19 agosto 2013 nella centralissima via Vittorio Emanuele a Mileto alle ore 15:30. La vittima era stata raggiunta da nove colpi di pistola calibro 9×21. Angelo Antonio Corigliano, emigrato per lavoro a Milano, si trovava alla guida di un’auto, una Fiat Punto di colore rosso, ed era da pochi giorni rientrato a Mileto per un periodo di ferie. Nel vano porta oggetti dell’auto, i carabinieri trovarono all’epoca una pistola calibro 7,65 con il colpo in canna che la vittima non ha fatto in tempo ad usare. Tale fatto di sangue sarebbe stata la risposta all’omicidio di Giuseppe Mesiano (17 luglio 2013), ucciso nella sua casetta di campagna intorno alle ore 19 in località “Pigno”. A fare la macabra scoperta furono i familiari che non vedendolo rientrare a casa si portarono in campagna dove la vittima era solita trascorrere i pomeriggi. Giuseppe Mesiano (padre di Francesco Mesiano) è stato trovato crivellato di colpi (almeno cinque) esplosi da una pistola che ha aperto il fuoco da distanza ravvicinata. Due i colpi che hanno raggiunto la vittima al volto. A contribuire alla ricostruzione dei fatti di sangue, le dichiarazioni di Oksana Verman, di nazionalità ucraina, ma residente a Vibo Valentia, amante di Salvatore Pititto. La donna dal febbraio del 2017, dopo essere stata arrestata nell’operazione antidroga denominata “Stammer”, ha deciso di collaborare con la giustizia. Secondo l’accusa, i Mesiano avrebbero voluto costringere i Corigliano del supermercato a pagare loro una tangente per la mancata vendita del loro pane prodotto dal panificio “F. lli Mesiano”. In seguito all’incendio del portone di casa da parte di Francesco Mesiano e Rocco Iannello, Giuseppe Corigliano in concorso con il figlio Angelo Antonio (poi ucciso il 20 agosto 2013) avrebbe reagito uccidendo con sette colpi di pistola Giuseppe Mesiano il 17 agosto del 2013.

L’accusa per Giuseppe Corigliano è quella di omicidio aggravato dalle modalità mafiose, oltre a quella di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di un’arma da fuoco.  
Gaetano Elia e Giuseppe Ventrice dovevano poi rispondere del reato di favoreggiamento personale in quanto, dopo la commissione dell’omicidio di Giuseppe Mesiano, avrebbero di fatto aiutato gli autori del fatto di sangue ad eludere le investigazioni asportando le registrazioni contenute nel Dvr dell’impianto di videosorveglianza ubicato presso l’esercizio commerciale di Mileto in via Cultura numero 24 (che inquadrava il transito dei soggetti diretti verso la località Pigno presso l’abitazione della vittima). Successivamente avrebbero distrutto i filmati così acquisiti, omettendo di consegnarli ai carabinieri per consegnarli invece ai familiari di Giuseppe Mesiano che avrebbero programmato così la vendetta contro i Corigliano.
L’omicidio di Angelo Antonio Corigliano (20 agosto 2013 a Mileto) in risposta all’omicidio di Giuseppe Mesiano veniva contestato a Francesco Mesiano quale mandante, mentre Vincenzo Corso avrebbe agito quale “braccio destro di Francesco Mesiano e referente del sodalizio criminale Pititto-Iannello, incaricato di presidiare i luoghi prescelti per la consumazione dell’omicidio, nonché di monitorare la vittima designata”.
Al delitto avrebbero contribuito Giuseppe Ventrice, quale titolare di una ditta di autotrasporti ed effettivo utilizzatore dell’impianto di videosorveglianza installato presso il magazzino di proprietà del padre sito a Mileto in via Cultura numero 24, e Gaetano Elia quale tecnico installatore addetto alla manutenzione dell’impianto che – su richiesta di Francesco Mesiano e Vincenzo Corso – avrebbe fornito ai Mesiano, insieme a Ventrice il Dvr contenente le registrazioni delle immagini dei responsabili dell’omicidio di Giuseppe Mesiano che, in data 17 luglio 2013, erano passati dinanzi al magazzino per dirigersi sul luogo del delitto. Le indagini erano state condotte dai carabinieri del Reparto Operativo del comando provinciale di Vibo Valentia.

LEGGI ANCHE: ‘Ndrangheta: il ruolo dei Pititto, dei Mesiano, dei Corigliano e dei Tavella sullo scacchiere criminale di Mileto (VIDEO)

‘Ndrangheta: operazione “Miletos”, ecco i verbali inediti della collaboratrice di giustizia ucraina

Operazione Miletos | Microspie nelle cappelle del cimitero per far luce sugli omicidi

‘Ndrangheta e politica a Mileto: i clan ed il Comune nel racconto di Oksana Verman (VIDEO)

top