Cessaniti, resta ai domiciliari esponente di spicco della criminalità locale
Ha un fine pena che scade nel 2030. In passato coinvolto e poi assolto per il sequestro del dentista di Briatico Giancarlo Conocchiella


Non ritorna in carcere ma resterà agli arresti domiciliari per altri due anni Antonio Pititto, 70 anni, di Favelloni di Cessaniti. È quanto deciso dal Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro in accoglimento di un’istanza presentata dall’avvocato Demetrio Procopio alla scadenza dei sei mesi di detenzione domiciliare concessi in precedenza dal Tribunale di Sorveglianza di Messina (Pititto era detenuto nel carcere della città siciliana). Il 70enne di Cessaniti è stato condannato in via definitiva ad un cumulo di pene da scontare sino al 23 febbraio 2030. Si trovava detenuto presso il carcere di Messina e nel mese di dicembre era stato il Tribunale di Sorveglianza di Messina a concedergli la detenzione domiciliare per motivi di salute per soli sei mesi. Per tali ragioni la difesa – rappresentata dall’avvocato Demetrio Procopio – ha presentato tempestivamente istanza di proroga della detenzione domiciliare, considerato che le condizioni di salute di Pititto non erano migliorate (trattandosi di patologie croniche) e inoltre non vi erano esigenze legate alla pericolosità sociale tali da poter ripristinare la detenzione in carcere. Il Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro ha quindi accolto l’istanza della difesa concedendo ad Antonio Pititto la proroga della detenzione domiciliare per altri due anni.
Il personaggio
Antonio Pititto – portato in carcere nel 2018 ed ora ai domiciliari – sta scontando una condanna a 12 anni per lesioni personali aggravate, ricettazione, furto aggravato, minaccia a pubblico ufficiale. Sei le sentenze divenute definitive nei suoi confronti. La Questura di Vibo Valentia con nota del 2 gennaio 2020 nel ripercorrere l’iter criminale di Antonio Pititto sino al 2018, ha sottolineato come lo stesso è da ritenersi “elemento di spicco della consorteria dei Candela” che hanno la loro roccaforte proprio a Favelloni di Cessaniti. La Dda di Catanzaro ha anche ricordato che “l’ultimo evento delittuoso nella zona di Cessaniti risale al 2004 quando è stato assassinato Domenico Sorrentino ad opera dei Candela, nipoti materni di Pititto”. Nel 1997, Antonio Pititto era stato arrestato con l’accusa di essere uno dei rapitori del dentista Giancarlo Conocchiella di Briatico, sequestrato nel 1991 e poi ucciso. Il nome di Pititto era venuto fuori dalle dichiarazioni di Carlo Vavalà, il quale dopo essere stato condannato a 26 anni di reclusione, quale ”telefonista” della banda, ha poi avviato una collaborazione con gli investigatori permettendo il ritrovamento dei resti del rapito in un pozzo nelle campagne di Cessaniti, a quasi sei anni dalla scomparsa di Conocchiella. Al termine dei processi, però, Antonio Pititto è stato assolto da ogni accusa in relazione al rapimento di Giancarlo Conocchiella.
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