Nuova assoluzione con formula piena per l’ex consigliere provinciale Domenico Fraone, era accusato di falsificazione di valori bollati
L’ipotesi di truffa ai danni dello Stato è caduta con la sentenza del Tribunale di Vibo: l’utilizzo di materiale contraffatto che gli era stato ceduto da un cliente era avvenuto in buona fede
«Assolto perché il fatto non costituisce reato». Si chiude così, con la sentenza del Tribunale di Vibo Valentia, in composizione monocratica, la vicenda di Domenico Fraone. L’ex consigliere provinciale nel 2018 era stato rinviato a giudizio con le gravi accuse di «tentativo di truffa e di falsificazione dei valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o messa in circolazione di valori di bollo falsificati». All’udienza del 30 settembre scorso, la stessa Procura aveva chiesto la condanna di Faraone alla pena detentiva di 10 mesi. «Il Tribunale di Vibo Valentia invece – ha fatto sapere con una nota il suo avvocato, Francesco Matteo Bagnato – ha accolto totalmente le richieste del difensore, assolvendo Fraone con formula piena perché il fatto non costituisce reato».
«La difesa – prosegue la nota – ha dimostrato che l’alterazione dei valori di bollo non era riconoscibile ictu oculi, ma che è stata rilevata tramite strumenti informatici, ed era riconducibile ad un’organizzazione criminale specializzata operante in Campania, tra le province di Napoli e Caserta, e poi diffusa su tutto il territorio nazionale. Il ragioniere Fraone – sottolinea il suo legale -, aveva ricevuto da un cliente i valori di bollo e li aveva utilizzati in buona fede nell’esercizio della sua attività professionale ed era vittima dell’attività falsificatoria».
«Precisamente a Caivano, in provincia di Napoli, luogo in cui si trova la ricevitoria che ha emesso le marche del valore di 20 centesimi ciascuna – sottolinea ancora Bagnato -, il Comando dei carabinieri Antifalsificazione monetaria, un pool di investigatori dell’Arma altamente specializzato nel contrasto in materia di falsificazione, aveva smantellato nel 2018 l’organizzazione criminale che aveva contraffatto marche in danno di ignare persone e le aveva diffuse su tutto il territorio nazionale». Sulla vicenda poi lo stesso Faraone ha inteso esprimere il proprio ringraziamento nei confronti del suo legale di fiducia, «per l’impegno profuso nel dimostrare la mia innocenza».