Limbadi, il Consiglio dei ministri proroga lo scioglimento del Comune
La commissione straordinaria resterà in carica per altri sei mesi. A giugno era giunta anche la sentenza del Tar che confermava la legittimità del decreto di scioglimento
Il Comune di Limbadi resterà sotto gestione commissariale per altri sei mesi. È quanto deciso, su proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini, dal Consiglio dei ministri, che con propria deliberazione ha quindi prorogato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi dell’ente del Vibonese. Con medesimo provvedimento, inoltre, il Cdm ha deciso lo scioglimento del Comune di Torretta (Palermo) e la proroga di sei mesi dello scioglimento di altri quattro Comuni, oltre a Limbadi: si tratta di Camastra (Agrigento), Platì, Manduria (Taranto) e Surbo (Lecce). A parere dei commissari e del ministero, dunque, non si è ancora completata l’opera di accertamento e risanamento di un ente condizionato dalle ingerenze della criminalità organizzata.
Lo scioglimento era stato deciso nell’aprile 2018, a distanza di tre anni dall’insediamento dell’amministrazione guidata dal sindaco Pino Morello. Lo stesso Morello, a seguito dello scioglimento, aveva presentato ricorso al Tar. I giudici amministrativi si sono pronunciati a giugno 2019 rigettando però il ricorso e confermando quindi la legittimità dello scioglimento. Il Tar ha ritenuto che «effettivamente, in alcuni settori l’attività e l’inattività dell’amministrazione è servita per avvantaggiare imprese o famiglie in relazione alle quali sussistono concreti elementi per affermare che sono vicini alla locale cosca di ‘ndrangheta» dei Mancuso. Per il Tar, inoltre, si è in presenza di un «anomalo ricorso da parte dell’amministrazione comunale di affidamenti diretti, cottimi fiduciari e di somma urgenza». Tutte condizioni che evidentemente hanno indotto il Consiglio dei ministri a prorogare lo scioglimento in attesa del ripristino di una completa agibilità amministrativa.
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