venerdì,Aprile 19 2024

Falsi esami all’Università: reati prescritti per 14 vibonesi – Video

Nessun imputato rinuncia alla prescrizione di cui beneficiano ex studenti, politici, un attore ed un bidello

Falsi esami all’Università: reati prescritti per 14 vibonesi – Video

Ci sono anche 14 vibonesi fra i beneficiari della prescrizione nella sentenza emessa dalla prima sezione penale del Tribunale di Catanzaro (presidente Carmela Tedesco, giudici a latere Francesco Rinaldi e Antonella De Simone) nel processo sui falsi esami all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Un caso, quello dell’ipotizzata compravendita di esami, scoppiato nel novembre del 2007 e che travolse prima la facoltà di Scienze economiche aziendali e poi quella di Giurisprudenza, facenti capo all’unica segreteria didattica di cui era responsabile il 53enne Francesco Marcello, principale accusato. Tutte le lauree sospette sono state sequestrate dai carabinieri e revocate dall’Università che è intervenuta in autotutela ben prima della chiusura dell’inchiesta penale. Anche il Tar ha confermato la legittimità della revoca delle lauree e l’annullamento degli esami.  [Continua dopo la pubblicità]    

Con il ruolo di intermediario fra gli ex studenti e Francesco Marcello, l’addetto alla segreteria di Giurisprudenza dal ‘98 al 2007, è rimasto coinvolto nell’inchiesta Nicola Paino, 62 anni, di Cessaniti, prima bidello e poi autista del direttore amministrativo dell’Ateneo. Per lui è scattata la prescrizione in relazione ad alcuni capi d’imputazione relativi ai reati di concorso in falso ideologico e falso materiale.

Reati estinti per intervenuta prescrizione anche per quattro vibonesi impegnati in politica. Si tratta di: Salvatore Bulzomì, 43 anni, ex consigliere regionale, ex vicesindaco di Vibo Valentia e sino al novembre dello scorso anno consigliere comunale a Sant’Onofrio, già esponente dell’Udc, poi di Forza Italia ed ora dirigente del Movimento nazionale per la sovranità, iscritto a Giurisprudenza, a carico del quale i pm ipotizzavano i reati di corruzione e falso materiale in concorso con Marcello e Paino (reati dichiarati prescritti con altra sentenza dell’ottobre dello scorso anno). Da gennaio a luglio 2006 nel libretto universitario di Bulzomì – secondo la Procura di Catanzaro – risultavano superati 11 esami ottenuti, ad avviso degli inquirenti, con falsi verbali e false veline a ricalco dell’originale “dietro corresponsione della somma complessiva di 10mila euro”.  Bulzomì con la sentenza odierna beneficia della prescrizione per la restante contestazione del reato di falsità materiale; Raffaele Anello, 48 anni, di Vibo, sino a luglio scorso segretario cittadino di Fratelli d’Italia a Vibo Valentia e candidato al Consiglio comunale nel maggio scorso (non eletto). L’accusa per lui parlava di quattro esami falsificati dietro corresponsione di 4.500 euro. Beneficia della prescrizione per i reati di falso materiale e falso ideologico; Giuseppe Grillone, 50 anni, ex consigliere provinciale del Pd, iscritto alla facoltà di “Organizzazione delle amministrazioni”, senza aver conseguito la laurea, gli venivano contestati quattro esami. Per la Procura di Catanzaro, Grillone avrebbe corrisposto a Marcello, tramite Nicola Paino, “la somma annua di 4.200 euro”. Grillone beneficia ora della prescrizione per il reato di falsità materiale in atti pubblici. Stessa presunta elargizione di denaro (concorso in corruzione e falso dichiarati prescritti lo scorso anno) e medesima facoltà, ma con nove esami nel mirino, l’accusa per l’imprenditore Francesco Evalto, 58 anni, ex consigliere comunale di Forza Italia a Vibo Valentia dal 2002 al 2005. Evalto beneficia ora della prescrizione per il reato di falso materiale.

Reato di falsità ideologica in atti pubblici estinto per intervenuta prescrizione per Emanuela Soldano, 44 anni, di Vibo, residente a Bologna, alla quale venivano contestati cinque esami, mentre ben 23 esami a Giurisprudenza venivano contestati all’attore Costantino Comito, 47 anni, di Vibo, che beneficia della prescrizione per i reati di concorso in falso materiale in atti pubblici e concorso in falsità ideologica. Stessi reati caduti in prescrizione anche per Daniele Russo, 41 anni, di Bivona, laureatosi in scienze giuridiche, al quale venivano contestati sei esami.

Fra gli ex studenti che non avevano conseguito la laurea e beneficiano ora della prescrizione ci sono invece: Michele Russo, 41 anni, di Vibo, con 17 esami contestati e che si vede prescrivere il reato di falsità materiale; Domenico Rizzuto, 44 anni, di Vibo, con 20 esami nel “mirino” (prescrizione per il reato di falso materiale); Francesco Fusca, 50 anni, di Vibo, residente a Treviso, con 8 esami contestati, (prescrizione per il reato di falsità materiale); Miriam Arruzzolo, 38 anni, di Maierato, iscritta a Giurisprudenza, accusata di aver corrisposto 8mila euro per 25 esami. Beneficia ora della prescrizione per il reato di falsità materiale, mentre quello di corruzione era stato dichiarato estinto per prescrizione con sentenza dello scorso anno. Reati estinti per intervenuta prescrizione anche per: Francesca Cannizzaro, 42 anni, di Nicotera, iscritta in Economia aziendale, con cinque esami contestati (prescrizione per il reato di falsità materiale) e Luciano De Pascali, 63 anni, di Vibo, con cinque esami contestati e 12.500 euro “da corrispondersi in tranche annuali di 4.200 euro, due delle quali – secondo l’accusa – corrisposte”. Beneficia ora della prescrizione per i reati di falsità materiale e concorso in soppressione di atti (occultamento delle veline di colore giallo a ricalco dei verbali d’esame in originale di due materie). Lo scorso anno era scattata per lui la prescrizione per l’ipotesi di reato di concorso in corruzione.

Nessuno degli imputati ha inteso rinunciare alla prescrizione per puntare ad avere un’assoluzione nel merito delle accuse. Per i giudici, in ogni caso, l’istruttoria espletata non ha consentito di trarre elementi da cui ritenere con evidenza l’innocenza degli imputati o l’insussistenza dei reati contestati e da qui la dichiarazione di prescrizione in luogo dell’assoluzione ai sensi dell’art. 129 comma 2 c.p.p. (l’evidenza dell’innocenza degli imputati non è stata ravvisata dal Tribunale). Le motivazioni della sentenza saranno depositate fra 60 giorni.

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