venerdì,Maggio 23 2025

Sequestrato, picchiato e rapinato dopo la trappola sui social: confermate in appello le condanne per due imputati di Portosalvo

La vittima, un 36enne di Mileto, fu adescata dopo un’amicizia iniziata su Facebook. I fatti risalgono a novembre 2023

Sequestrato, picchiato e rapinato dopo la trappola sui social: confermate in appello le condanne per due imputati di Portosalvo

Rigetto della richiesta di riforma e conferma della sentenza emessa dal Gip di Vibo Valentia in data 11 settembre 2024, condanna degli appellanti al pagamento delle spese processuali e alla rifusione delle spese di costituzione sostenute dalla parte civile. Questo quanto deciso nelle scorse ore dalla Seconda Sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro presieduta dal giudice Alessandro Bravin. Rimane, dunque, la condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione e duemila euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali e delle spese di mantenimento durante la custodia cautelare, emessa con rito abbreviato dal Gup del Tribunale di Vibo Valentia Roberta Ricotta nei confronti della 42enne Annalisa Santaguida e del figlio 20enne Giulio Simonetta, entrambi residenti a Portosalvo. La pena è stata loro inflitta per sequestro di persona, porto di armi, rapina e lesioni con l’aggravante della crudeltà, perpetrati nei confronti del 36enne di Mileto Raffaele Corso. 

I due imputati avevano chiesto la riforma della sentenza di primo grado basandosi essenzialmente sulla non sufficienza delle dichiarazioni della persona offesa a costituire prova del reato e sul mancato confronto di tali dichiarazioni con elementi esterni. Anche in appello la vittima è stata difesa dall’avvocato Salvatore Sorbilli che lo ha rappresentato quale parte civile. Al riguardo c’è stato anche un terzo condannato, il 25enne Giovanni Carnovale di Stefanaconi, il quale all’epoca ha patteggiato due anni, undici mesi e dieci giorni di reclusione, oltre 1500 euro di multa e il pagamento delle spese processuali. Pena poi confermata in Cassazione. Il fatto criminoso risalirebbe al novembre del 2023, con l’amicizia tra la donna e la vittima iniziata sui sociale con l’invito della prima a passare la serata a casa sua. Una volta giunto nell’appartamento il 36enne si sarebbe trovato di fronte il figlio della donna che lo avrebbe poi stordito con un colpo di bastone alla nuca, legato ad una sedia, percosso e seviziato con un’arma da taglio. Alla base, l’intento di costringere la vittima a rivelare la password del bancomat ed eventuali depositi di denaro contante nella sua abitazione.

Una volta ottenute le informazioni sarebbe entrato in scena Carnovale, il quale avrebbe prima accompagnato la donna nell’abitazione del sequestrato, dove sarebbero stati asportati 2. 500 euro in contante, e poi in una filiale bancaria di Vibo Valentia, dove sarebbe stato fatto un prelievo di 400 euro. Subito dopo il 36enne sarebbe stato liberato con l’avvertenza di non raccontare nulla dell’accaduto, pena ulteriori ritorsioni. Durante il tragitto in automobile, però, è stato notato in stato confusionale e con vistose ecchimosi al volto da una pattuglia dei carabinieri in servizio notturno, che dopo avergli prestato un primo soccorso ha provveduto a raccogliere la circostanziata denuncia sull’accaduto.

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